«Oro riapriamo il cantiere Italia»

Forze sociali e partiti giudicano l'accordo firmato l'altra notte a Palazzo Chigi Forze sociali e partiti giudicano l'accordo firmato l'altra notte a Palazzo Chigi «Oro riapriamo il cantiere Italia» Treu: il patto sul lavoro ridurrà i disoccupati ROMA. Per il ministro Treu, il nuovo Patto per il lavoro sarà in grado di ridurre in tempi relativamente ristretti il tasso di disoccupazione da oltre il 12 per cento attuale a sotto il 10. Questo ottimistico pronostico sulle conseguenze dell'accordo firmato l'altra sera da governo, sindacati, Confindustria e dalle altre organizzazioni di categoria (escluso il settore agricolo) è però condiviso solo parzialmente. Il giorno dopo la «passerella» a Palazzo Chigi cominciano, infatti, a filtrare attraverso il muro dell'ottimismo ufficiale anche riserve e perplessità sull'efficacia dei provvedimento per rilanciare l'occupazione, specie nel Mezzogiorno. Anche se il dispositivo studiato dal governo è, almeno teoricamente, ben munito: circa 15 mila miliardi nei prossimi tre anni, con l'obiettivo di far calare celermente il numero dei senza lavoro (oggi oltre 2 milioni e 800 mila persone). Gli strumenti a disposizione del governo sono il rilancio di grandi opere e infrastrutture: dalla «variante» di valico tra Firenze e Bologna, all'ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria fino al progetto del «treno ad alta velocità» che andrà avanti perché, ha assicurato ieri sera Treu «non si può bloccare l'Italia se qualcuno ruba». Grazie a queste opere infrastnitturali, il governo conta di ricavare 50 mila posti di lavoro e migliaia di altri saranno messi in moto dai nuovi strumenti di flessibilità del mercato del lavoro approvati l'altra sera. Il fronte degli ottimisti incondizionati sulla portata dell'accordo è sorretto anche da Franco Marini, ex leader sindacale e attuale segretario organizzativo del ppi, per il quale «l'intesa è una tappa importante» per avviare profonde innovazioni nella politica per il lavoro anche perché punta ad utilizzare «le potenzialità della piccola e media impresa». Sullo stesso tono incalza ancora Sergio D'Antoni, segretario generale della Cisl, che prevede per il mercato del lavoro «una inversione di tendenza entro tre mesi perché alcuni strumenti, alcuni investimenti possono partire subito». Sul crinale opposto, in prima linea a circoscrivere la portata dell'accordo è la Confindustria, che fin dall'inizio aveva storto la bocca davanti al documento del governo, accettato alla fine per gli sgravi contributivi, l'abolizione dei contributi sanitari e gli altri incentivi promessi agli imprenditori che investiranno e creeranno lavoro al Sud. Il presidente degli industriali, Giorgio Fossa, concentra principalmente le sue critiche al sindacato, perché «non ha avuto il coraggio necessario a fare di più sulla flessibilità» e perché «gli è mancata la voglia di guardare al futuro, di dimostrare la volontà di tutelare davvero i disoccupati e non di difendere chi ha già un lavoro». Sbrigativamente, il suo «vice» Carlo Callieri riconosce all'accordo soprattutto «una valenza psicologica oltre a qualche implicazione pratica». Per Callieri, infatti, sono stati preparati una serie di strumenti «probabilmente ancora insufficienti nel breve termine ad avviare a soluzione i problemi, ma che danno comunque un segnale di movimento». E' positivo, conclude il vice presidente di Confindustria, ma va supportato da coerenti misure finanziarie e da strumenti legislativi da accelerare. Convinto che l'accordo è solo «un buon punto d'avvio» e che si potesse «fare di più» è anche Gianfranco Borghini, responsabile della task-force governativa sull'occupazione. Borghini sostiene che dovrebbe «aumentare il contributo delle parti sociali nel reperire risorse» e indica in particolare un punto ancora in discussione, il salario d'ingresso, osteggiato da Cgil, che «potrebbe creare sicuramente nuova occupazione». Borghini non avanza un pronostico sull'occupazione che il nuovo Patto per il lavoro potrà creare. Ma una risposta precisa la fornisce Renato Brunetta, economista e consigliere del Cnel, che drasticamente boccia l'intesa sostenendo che non produrrà «neanche un posto, perché è solo un accordo di facciata, poco innovativo e poco coraggioso», subordinato a leggi «che devono essere ancora predisposte». Paolo Patrono UN "PATTO" DA 15 MILA MILIARDI 2000 MILIARDI FISCALIZZAZIONE SOCIALE 1500 MILIARDI NUOVE RISORSE I FINANZIAMENTI AGGIUNTIVI PER IL \ 997 1000 MILIARDI FONDI CIPE • RIDUZIONE D'ORARIO • CONTRATTI DI FORMAZIONE • LAVORI SOCIALMENTE UTIU —~"~~. - V/x : -:.. .:.V.'. :: 500 MILIARDI AGEVOLAZIONI FISCALI ALLE IMPRESE • PATTI TERRITORIALI 0 LAVORI SOCIALMENTE UTIU • INCENTIVI INDIRETTI A NUOVA OCCUPAZIONE |GLI STANZIAMENTI PER IL 1998119991 Gli stanziamenti complessivi previsti nel triennio ammonteranno a 15.000 miliardi pari all' 1,0% del Prodotto Interno Lordo. Per reperire le nuove risorse si farà ricorso alla lotta all'evasione e alla privatizzazione del demanio. Il ministro del Lavoro Tiziano Treu

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