SINISTRA VIETATO AI MINORI di Pierluigi Battista

L'ultimo caso a Padova: i clienti ironizzano e il titolare cambia fornitore SINISTRA, VIETATO AI MINORI del giovane indisponibile a sottomettersi ai codici della cultura dominante, del giovane che in tanto si esprimeva in quanto sottolineava la propria purezza, la propria estraneità ai mali del mondo, l'innata propensione a sottrarsi agli imperativi e alle durezze di una società incapace di misurarsi con la dimensione dell'ideale e del disinteresse. Ecco allora le ripetute odi al giovane pronto alla mobilitazione, al giovane dei cortei e delle marce pacifiste, al giovanedei concerti e dello «stare insieme», al giovane che reca sul petto l'icona del Che Guevara, vessillo tipico piuttosto della mitologia giovanilista impastata di ardore e di generosità che di una simbologia rivoluzionaria propriamente intesa. Al giovane della Pantera, insomma, che ogni anno, solitamente in autunno inoltrato, massaggia al suo apparire l'anima di una sinistra cresciuta anch'essa nell'imperativo categorico dell'«essere contro». Il fatto poi che questa predilezione per il giovane «contro» si sia accompagnata alla sistematica denigrazione del giovane «integrato», riluttante alla mobilitazione, dedito a modelli di consumo considerati deplorevoli, fortemente motivato nella sfera della realizzazione professionale, tutto ciò contribuisce a spiegare la crescente diffidenza che i giovani «reali» hanno finito per maturare, anche in termini di percentuali elettorali, per una sinistra vissuta come un'agenzia pedagogica incline a imporre uno stile di vita decisamente astratto. Una sinistra, inoltre, che ha consolidato un'immagine di sé conservatrice e immobilista, nemica giurata di ogni innovazione e di ogni tipo di flessibilità, diffidente nei confronti di quella insofferenza a vincoli e a regole troppo minuziose che per i giovani di fine secolo rappresentano il vero ostacolo non solo all'affermazione esistenziale di sé ma anche alla stessa possibilità di trovare lavoro e migliori opportunità di vi¬ ta. Se la sinistra comincia oggi ad auspicare un rapido mutamento generazionale della classe dirigente non può perciò sottrarsi al tentativo di spiegare come mai un giovane che in Italia volesse intraprendere la carriera universitaria si troverebbe oggi davanti a un muro, costretto a rinunciare giacché gli Atenei rigurgitano di «anziani» immessi ope legis e tutelati dal poco gradevole principio del «chi è dentro è dentro» e chi è fuori, peggio per lui. Come mai un giovane sotto i trent'anni non riesce a entrare in un giornale, se non per fortuna o per raccomandazione. Come mai un giovane si tenga prudentemente alla larga dal sindacato, percepito come strumento di tutela di fasce generazionali già garantite. E come mai la sinistra, nel mentre accarezzava la retorica del giovanilismo, ha contribuito, immersa in una cultura statalista e vincolistica, a costruire questo muro destinato a mortificare ogni futuro desiderio di ricambio generazionale. Meglio tardi che mai. Pierluigi Battista I L

Persone citate: Guevara, Sinistra

Luoghi citati: Italia