Finisce in tragedia la gita sul residuato bellico

Finisce in tragedia la gita sul residuato bellico Un solo superstite, ripescato in acqua, tra i 32 soci di un club di amatori dei velivoli d'epoca Finisce in tragedia la gita sul residuato bellico Olanda, cade uno dei mitici Dakota sopravvissuti alla guerra BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se ne vede ancora qualcuno in Africa, in Asia, e certamente a Cuba ne è rimasto un esemplare, che fa su e giù tra l'Avana e l'isola di Cayo Largo, riservata al turismo in dollari. Nelle Ardenne, dove i nazisti combatterono l'ultima grande battaglia, ne è stato piazzato uno su un trespolo, ai bordi dell'autostrada che da Bruxelles porta al Lussemburgo. Ma tanto in America del Nord quanto in Europa i «Douglas Dc-3», meglio noti come «Dakota», sono ormai scomparsi da tempo, e solo ogni tanto, in occasione dei raduni aeronautici d'epoca, i musei militari ne tolgono uno dalla naftalina. L'aereo, un bimotore a elica, ha infatti oltre sessantanni d'età, e la sua stagione di gloria l'ha avuta durante la seconda guerra mondiale, quando era il mezzo di trasporto truppe dell'esercito americano. La notizia che uno di questi trabiccoli volanti è precipitato ieri in Olanda, nel braccio di mare chiuso dalle isole Frisone occidentali, ha così sorpreso un po' tutti. Ma il bilancio è stato comunque tragico: a bordo c'erano 32 persone, sei d'equipaggio e il resto passeggeri, e dopo ore di ricerche solo una è stata ripescata ancora viva, anzi, leggermente ferita. Per tutti gli altri il volo, che doveva essere una piacevole gita su un residuato bellico, sembra sia finito nel peggiore dei modi. Una decina di cadaveri sono stati infatti trovati nella carlinga del «Dakota», ed un ufficiale impegnato nei soccorsi ha detto di aver visto «altri corpi apparentemente senza vita galleggiare sul mare». L'aereo, appartenente alla «Dutch aviation association», un club di amatori di velivoli d'epoca, era partito dall'aeroporto di Schipol, vicino Amster¬ dam, per una regolare escursione. Alle 16,45 però, «forse per una avaria ai motori», è precipitato nel mare di Wadden, a circa quindici chilometri dal porto di Den Helder, nell'Olanda settentrionale. Subito sono partiti i soccorsi, e ancora a tarda sera nove battelli da salvataggio e quattro elicotteri stavano setacciando - con poche speranze - le acque in cerca di superstiti. Le autorità si sono chissà perché premurate di far sapere che il «Dakota» non apparteneva all'aeronautica militare, e che anzi era probabilmente l'unico velivolo di quésto modello ancora in servizio attivo nei Paesi Bassi. Ma una cosa è certa: negli ultimi tempi agli olandesi portano poca fortuna i passatempi che hanno a che fare con gli aerei militari o ex tali. Il sette luglio scorso, infatti, un quadrimotore «Hercules» dell'aeronautica militare belga, questa volta modernissimo, è precipi¬ tato in fase di atterraggio vicino all'aeroporto di Eindhoven, nell'Olanda meridionale. Nella sciagura trovarono la morte tutti i 34 occupanti del velivolo: quasi tutti membri di una banda militare olandese di ritorno dall'Italia, dove avevano partecipato ad uno spettacolo. Quanto al «Douglas Dakota», chi non è abbastanza anziano da averlo visto in azione, lo ricorderà forse nelle missioni impossibili dei paracadutisti alleati, descritte dai vecchi film, o dai fumetti della ormai scomparsa «collana eroica». Winston Churchill e Franklin Deiano Roosevelt patirono i suoi sobbalzi nel lungo viaggio che nel 1945 li portò a Yalta, dove assieme a Josif Stalin decisero la divisione dell'Europa post-bellica. Il «Dakota» ha dunque il suo posto nella storia. E sarebbe meglio che nella storia restasse. Fabio Squillante

Persone citate: Cayo, Douglas Dakota, Fabio Squillante, Franklin Deiano Roosevelt, Josif Stalin, Winston Churchill