Tutti gli amici del «dottor Rossi di Chiara Beria Di Argentine

Tutti gli amici del «dottor Rossi ...:*s,..:,i!.,v/.4s..,.:^ L'UOMO RAGNATELA Tutti gli amici del «dottor Rossi » L'agente di cambio romano torna protagonista IMILANO L suo nome, Giancarlo Rossi, alla.fine, è rispuntato anche nell'inchiesta di La Spezia ma da due anni a indagare su di lui e, soprattutto, sul suo conto svizzero, FF2927, sul quale in pochi mesi sono transitati 700 miliardi, sono i magistrati milanesi di Mani pulite e Paul Perraudin, giudice istruttore di Ginevra. Non solo. Nelle ultime settimane a occuparsi di Rossi, un agente di cambio romano arrestato, nel giugno '94, per l'affaire Enimont, uomo dalle cento facce e dalle amicizie importanti, è anche Carla Del Ponte, Procuratore generale della Confederazione. Silenzio ufficiale negli ambienti giudiziari ginevrini sulla collaborazione tra il Procuratore Generale e Perraudin che, nel '95, aveva inviato una rogatoria alle autorità giudiziarie milanesi su Rossi. Una collaborazione che non può avere che una spiegazione. Perraudin che da mesi cerca di trovare chi si nasconde dietro i conti cifrati su cui affluivano i soldi in uscita dal FF2927, aperto dalla holding Seaford, sede legale Panama, presso la Trade Development bank, poi diventata Union Bancaire Prive di Ginevra ha individuato tracce di passaggi di soldi anche a Zurigo e a Lugano: essendo quindi l'inchiesta estesa a tre Cantoni se ne occupa la Procura Generale di Berna. Un vero salto di qualità. Ad accrescere l'attenzione degli inquirenti su Rossi, personaggio chiave di Tangentopoli, è arrivata poi la notizia delle conversazioni di Francesco Pacini Batta¬ nimont o al '90 rmellini glia, intercettate dai pm liguri. Il 23 febbraio '96, Pacini discute con Rocco Trane sui veri obiettivi dell'indagine del Pm Ilda Boccassini (il 21 gennaio era stata scoperta per caso la cimice al bar Tombini di Roma e il 12 marzo verrà arrestato il capo dei gip romani Renato Squillante). Trane dice: «il problema è EniEnimont». Pacini riferisce una soffiata sul lavoro di Boccassini : «S'è riletta tutti i verbali». Non solo, indica come obiettivo del pm l'agente di cambio, con relativo elenco di suoi amici: «avrà scelto tutti quelli che erano più o meno vicini a Rossi... e hi questi più vicini a Rossi sta Luca Nistri, Pacini, Bisignani, Dini, la moglie di Dini, Rossi-Enimont, CragnottiNecci...». Una sequenza davvero interessante: dei coniugi Dini non si è mai parlato in nessuna inchiesta. Luigi Bisignani, giornalista, grande amico di Rossi, è stato tra gli imputati del processo Enimont: fu lui a portare in Vaticano i Cct della maxitangente. E il 28 gennaio '91, fu proprio Bisignani a versare sul conto FF2927 di Rossi 2 milioni e 212 mila dollari. Luca Nistri compare nell'inchiesta sui fondi neri dell'Eni come fiduciario di Pacini Battaglia: a lui, secondo l'accusa, Pacini diede tra il 90 e il 92, 62 milioni di fondi neri Saipem, Nuovo Pignone, Snamprogetti, Aquater per farli rientrare in Italia attraverso l'organizzazione di spalloni della Fimo di Chiasso (una società finita già nell'89 nel mirino della polizia italiana e del Fbi, in un'indagine sui canali di riciclaggio). Non solo. Fu ancora Nistri a ricevere da Pacini Battaglia 12 miliardi (sempre fondi neri dell'Eni) e a farli accreditare sul conto FF2927 di Giancarlo Rossi (anche questi soldi tornarono in Italia con operazioni di «compensazione» o tramite spalloni). Quanto a Sergio Cragnotti ex amministratore delegato di Enimont aveva confessato, nel novembre '93, di aver intascato, sempre via Pacini Battaglia, una tangente di 5 miliardi per l'affare Tpl divisa fra lui, Raul Gardini e Lorenzo Necci, il supermanager ora in carcere a La Spezia. Ma chi è davvero Giancarlo Rossi? Qual è il filo che lo lega a tanti personaggi? Indagato anche a Roma per le tangenti Acea (tra gli imputati c'erano Vittorio Sbardella e Giorgio Moschetti); consulente finanziario di Michele Finocchi, ex capo del Sisde, Rossi è stato fino al '90 gestore delle società del costruttore romano Renato Armellini: e per il crack Armellini, 200 miliardi volatilizzati, il pool di Milano ha fatto arrestare il giudice romano Antonio Pelaggi, accusato di aver preso una tangente di 400 milioni di lire (per competenza gli atti sono stati trasmessi a Perugia). Al momento dell'arresto per corruzione, nel giugno '94, a Rossi furono trovati i piani del Sismi, un organigramma del ministero della Difesa, appunti sulla privatizzazione dell'Ina e un'agenda ricca di nomi eccellenti (a cominciare da quello del senatore Cesare Previti, che ha confemato l'amicizia di lunga data con l'agente di cambio). Scarcerato dopo il decreto Biondi, Rossi fu interrogato nel '95 dal gip di. Milano, Maurizio Grigo e dal pm Francesco Greco in «rogatoria passiva» per conto di Perraudin, e si difese negando di aver amministrato i conti occulti della de romana. La sua versione: gestiva tutti quei miliardi per conto di suoi clienti privati e li investiva speculando sulle oscillazioni dei cambi delle monete. Ora, tra la Svizzera , La Spezia e Milano è arrivato il momento di dare un nome ai misteriosi clienti dell'agente Rossi. Chiara Beria di Argentine Arrestato nel '94 per l'Enimont ha gestito fino al '90 società del costruttore Armellini