Incontro col grande pittore nel suo chalet-monumento«Le mie Lolite?Angeli»

E dal 24 ottobre all'Accademia Valentino di Roma saranno esposti i suoi dipinti preferiti Incontro col grande pittore nel suo chalet-monumento Le mie Lolite? Angeli Balthus: non faccio quadri erotici JIROSSINIERE L conte Balthazar Klossovski de Rola visitò per la prima volta il Grand Chalet, nel villaggio di Rossinière, sulle montagne svizzere, a metà degli Anni 70. A quei tempi era un albergo e lui ci aveva portato la moglie giapponese, Setsuko Ideta, per un tè. «Che splendida casa - aveva esclamato lei mentre la servivano -, Mi piacerebbe averla». «In realtà sto proprio cercando di venderla» rispose il proprietario. L'affare si concluse rapidamente e la coppia da allora vive lì. Il conte è meglio conosciuto con il nome d'arte, Balthus. Le sue immagini a pastello di fanciulle in fiore, in uno stile influenzato dagli affreschi rinascimentali, sono diventate un marchio inconfondibile dell'arte novecentesca da più di 70 anni, con forte coerenza e indifferenza alle mode artistiche e intellettuali. Quando ho telefonato per sapere come potevo raggiungere il Grand Chalet, mi è stato risposto confidenzialmente: «Lo vedrà dalla stazione». E infatti è difficile non vederlo. Conosciuto anche come «Lo chalet delle 100 finestre», l'edificio di cinque piani deve essere cinque volte più grande di ogni altra casa del villaggio. E' costruito in legno e la facciata porta la data 1754 accompagnata da una lunga iscrizione. Dall'altra parte della strada c'è un edificio bianco a un piano che funge da studio per l'artista. Balthus e la moglie - pittrice pure lei - dividono la casa con la figlia di 23 anni, Harumi e il suo fidanzato, Yvan de la Fressange, fratello della stilista e in passato modella per Chanel, Inés. Harumi, che è tornata da poco in Svizzera dopo un periodo di lavoro presso l'ufficio stampa dello stilista John Galliano, ha appena finito di creare una collezione di gioielli ed è indaffarata a organizzare alcune mostre del padre. Fra queste, una a Roma (dal 24 ottobre al 31 gennaio all'Accademia Valentino) che riunirà i dipinti preferiti di Balthus: ci saranno una sessantina di disegni e oli, comprese le tre versioni della famosa serie II gatto e lo specchio, che sono state riunite per la prima volta. All'interno dello Chalet muri, pavimenti e soffitti sono di legno e le decorazioni sono sobrie, di gran gusto. Nel soggiorno le sedie sono ricoperte di stoffa a motivi floreali. C'è un paio di disegni incorniciati, un busto di Giacometti e due dipinti di Balthus stesso. Il primo è una ragazza vestita di blu e l'altro è il ri- Qui sopra «Le rBalthus, pseu tratto di un uomo con un cane. Quando scende per il tè si vede chiaramente che trema. Ha 88 anni, vestito di un kimono e una camicia di lana grigia, ha una canna nella sinistra ed è sorretto a destra dal maggiordomo. E' un uomo che appartiene a un'era passata, è pieno di sorprese: definisce Mozart un suo maestro, ma ama i libri di Agatha Christie e Barbara Cartland, i film di Schwarzenegger e la Frick Collection di New York che però non ha mai visto: «Non amo l'America», di- ce. Ma non ama neppure la moderna Parigi: «Non è più come una volta quando ci si conosceva tutti», lamenta. Nato a Parigi il 29 febbraio 1908 da una famiglia aristocratica polacca legata agli ambienti artistici e intellettuali della città, cresce in un ambiente idilliaco spazzato via dalla prima guerra mondiale: «Mio padre era nato in una regione che era diventata tedesca - dice - e all'improvviso scoprimmo che eravamo di nazionalità tedesca». Così nel 1914 la famiglia si trasferisce a Berlino. Ma intanto a sette anni ha fatto in tempo a conoscere anche Monet, quando il padre lo portò con sé in visita al pittore Pierre Bonnard: «Venne ad aprire Madame Bonnard, sussurrò qualche cosa al marito e lui entrò: Monet era venuto per guardare i suoi ultimi lavori. E così vidi il vecchio Monet pochi anni appena prima che morisse». E che impressione le fece? «Aveva l'aspetto di Dio Padre: portava una barba enorme». Balthus è stato amico intimo di Giacometti («Entrambi lavoravamo partendo dalla natura, cosa che altri allora non facevano») e dice che Picasso apprezzava molto il suo lavoro «Tutti cercavano di fare dei Picasso a quel tempo e a lui piaceva il fatto che io stessi facendo qualche cosa di diverso. Una volta, mentre eravamo nel Sud della Francia, mi fece tanti di quei complimenti che non sono mai stato in grado di ripeterli tutti». Per qualche tempo Derain ha vis- suto al piano di sotto del suo atelier parigino. Una volta Balthus lo ha descritto come «l'uomo più straordinario che abbia mai conosciuto», ma ricorda altri artisti con minore affetto. «Avremmo potuto benissimo fare a meno di Magritte» ha detto in passato. In questa occasione parla di Matisse affermando che aveva «la mentalità di un prefetto. Aveva l'abitudine di andare a trovare Derain e dirgli di cambiare la sua pittura». Mentre gli piace parlare di altri artisti, non ama, e per questo è famoso, parlare della propria arte, convinto com'è che questa dovrebbe parlare da sola. I suoi soggetti dominati da gatti e bambine nude e il rifiuto di commentare i suoi dipinti, hanno fatto sì che fosse accusato di avere il complesso di Lolita. «La gente mi parla così tanto di Lolita e cose del genere - ha detto mentre è proprio l'opposto di quanto io immagino e vedo che mi disgusta. I miei dipinti non sono per nulla erotici. Mi piace dipingere solamente angeli e i bambini sono angeli, portano in sé qualche cosa di divino». E in realtà Balthus è un uomo profondamente religioso e molti dei suoi ultimi lavori hanno una qualità quasi soprannaturale. E lui dice fermamente: «L'arte dovrebbe essere un balsamo per l'anima». lan Phillips Copyright «The European Magazine» e per l'Italia «La Stampa» E dal 24 ottobre all'Accademia Valentino di Roma saranno esposti i suoi dipinti preferiti -monumento geli ri erotici Sopra, «sono ang Sopra, «Thérèse» del 1938: «I fanciulli sono angeii" sostiene il pittore Qui sopra «Le rève» dipinto nel 1938; accanto, il pittore Balthus, pseudonimo di Balthazar Klossovski de Rola

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