«Lo sfogo di un frustrato» di P. Poi.

«lo sfogo di un frustrato» «lo sfogo di un frustrato» Villaggio-Fracchia: ha agito così perché non ha fatto carriera Paolo Villaggio, lei che è il simbolo dell'impiegato tartassato, da Fracchia a Fantozzi, come valuta questa vicenda? «Poveretto, quel capoufficio fa parte della categoria dei risentiti, di quelli che essendo convinti di meritare una grande carriera e non avendola fatta, si sfogano sui dipendenti. Denota una certa piccolezza. Ne esistono parecchi, così. E anche lui, quello di Trani, in fondo era un ex dipendente che stava al primo scalino, e aveva ancora qualcuno sopra la testa che lo comandava». Una sentenza storica, questa della Cassazione? «Bisogna distinguere, e se glielo dico io... Devo ammettere che quel signore di Trani ha proprio esagerato, dimostrando una volta di più la sua frustrazione congenita. Però a volte - e non lo dico a scusante del capo, e tantomeno mi riferisco al povero Bevilacqua che aveva tutte le ragioni del mondo - tenere a bada impiegati rubagomme e lavativi, come ero io nei tanti anni che ho passato dietro una scrivania, non è facile. Sa, quell'impiegato che andando in ufficio getta il pacchetto vuoto delle sigarette dal finestrino e poi si porta a casa matite, pennarelli e gomme per cancellare...». Non sta esagerando? «Ma va', dovremmo prendere esempio dai giapponesi, lì sì che esiste il senso del dovere. Noi invece cominciamo dal pennarello e finiamo con Necci», [p. poi.]

Persone citate: Bevilacqua, Fantozzi, Fracchia, Necci, Paolo Villaggio

Luoghi citati: Trani