Teppisti a Partinico Bolle e uova al concerto della banda di A. R.
Teppisti a Partìnico Teppisti a Partìnico Bolle e uova al concerto della banda PALERMO. Sul più bello della prova generale la banda musicale di Partinico è finita nel mirino di una gang di teppisti, che l'ha bersagliata con un fitto lancio di uova, palloncini, sacchetti d'acqua e immondizia, bottigliette riempite con urina. Poi, non contenti, hanno assalito gli orchestrali che, liberatisi degli strumenti, si sono difesi, dando così vita a una rissa che soltanto l'intervento dei carabinieri è riuscito, a fatica, a sedare. Alla fine, alcuni dei musicisti sono dovuti ricorrere alle cure dei medici dell'ospedale mentre i teppisti si sono dileguati. Ma, nonostante l'aggressione, i componenti della «Arturo Toscanini Symphonic Band» non hanno rinunciato all'esibizione. Così dopo un'improvvisata assemblea hanno deciso all'unanimità di continuare nonostante l'aggressione che più di un orchestrale ha interpretato come un «avvertimento» di taglio mafioso più che un semplice atto di teppismo. «Andiamo avanti, non ci scoraggiamo», hanno detto i musicisti (studenti, impiegati, contadini, negozianti) e, diretti dal giovane maestro Michele Di Franco, hanno tenuto ugualmente il concerto voluto dal Comune e salutato da valanghe di applausi. Prima di cominciare l'esibizione, Di Franco si è rivolto al pubblico; raccontando quel che era accaduto. «Vi abbiamo riferito tutto per far capire quanto sia difficile operare a Partinico per quelle poche realtà culturali esistenti, osteggiate da tutti, istituzioni comprese». L'episodio ha innescato una polemica. In una nota congiunta la sezione partinicese di Italia Nostra, i comitati per l'Ulivo e la Sinistra Giovanile rilevano che «è giunto il momento che forze dell'ordine, parti sociali, istituzioni comincino a fare una seria analisi di questi episodi inqualificabili sempre più frequenti e che, al di là della loro connotazione, sembrano dettati da una sorta di follia sociale fuori da ogni ragionevole spiegazione che scaturisce dalla grave crisi dei nostri tempi». [a. r.]
Persone citate: Arturo Toscanini, Di Franco, Michele Di Franco
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