Il Caso «Un raptus di violenza»

p,gppm^Lt Lite mortale nell'istituto m^Lt Dramma in un centro di Napoli, il giovane è stato colpito al capo p,gppLite mortale nell'istituto Down uccide il compagno di camera FNAPOLI ORSE non voleva fargli davvero del male, e non si è reso conto della violenza con cui si è scagliato contro il suo compagno di stanza. Una parola di troppo, qualche cazzotto, una spinta e l'altro è caduto giù, battendo con il capo sul pavimento. Poi, più nulla, se non quel corpo inanimato riverso sulle piastrelle tirate a lucido e lui, l'aggressore, che lo fissava incredulo. Non poteva finire peggio la lite scoppiata fra due ospiti di un istituto di. assistenza, entrambi affetti dalla sindrome di Down. Antonio Manzo, 36 anni, è morto. A colpirlo è stato un altro paziente del quale i carabinieri hanno reso noto soltanto le iniziali del nome: G.N.. Nei suoi confronti la magistratura non ha ancora adottato alcun provvedimento, e quasi certamente non lo farà. Rischiano grosso, invece, il medico di guardia, un infermiere e altri quattro dipendenti del centro «Anffas» di Liveri di Nola, in provincia di Napoli: erano in servizio al momento della lite, avrebbero dovuto sorvegliare gli ospiti dell'istituto ma non' sono riusciti ad impedire che durante una zuffa ci scappasse un morto. E' difficile ricostruire nei dettagli l'accaduto, perchè le testimonianze dello scontro fra Antonio e G.N. non sono precise. Si sa che la lite è scoppiata per motivi futili. Di certo c'è solo che la vittima ha cominciato ad inveire contro il suo compagno di stanza, e che i due sono venuti subito alle mani. Sono volati dei pugni, poi G.N. ha spinto Antonio che ha perso l'equilibrio e ha battuto con il capo sul pavimento. Allarmati dalle grida, il medico e l'infermiere di turno si sono precipitati nella camera. L'aggressore fissava il corpo esanime del compagno senza dire una parola. Antonio è stato soccorso. Lo hanno portato in infermeria, hanno fatto di tutto per salvargli la vita. Niente da fare: il giovane è morto senza aver ripreso conoscenza per un trauma cranico provocato dalla caduta. Pochi minuti dopo, nel centro «Anffas» sono arrivati i carabinieri. Sono stati ascoltati i pochi testimoni e identificati i sei dipendenti presenti al momento della lite fra i due ospiti del centro. Un primo rapporto è già stato inviato al magistrato, il sostituto procuratore della repubblica di Nola Carmine Esposito, che ha ordinato l'autopsia per accertare con esattezza le cause della morte di Antonio. Di chi è la colpa della sua fine? E' quanto stanno tentando di accertare in queste ore gli inquirenti. Non risulta che il pm abbia emesso finora inormazioni di garanzia nei confronti del personale dell'istituto. Di sicuro non sono stati presi provvedimenti contro G.N., che per la legge è incapace di intendere e di volere. Vitima e aggressore erano da tempo ospiti della struttura. L'«Anffas» di Liveri è considerato uno dei più importanti istituti per il recupero e l'assistenza dei disabili. Lì sono ospitati prevalentemente pazienti affetti dalla sindrome di Down: alcuni continuano a vivere con le famiglie e frequentano il centro durante il giorno. Per altri, come Antonio Manzo e G.N., che pure mantenevano rapporti con i parenti, quella palazzina alla periferia del paese è una vera e propria casa. Fulvio Milone L'interno di un istituto per handicappati. Vicino a Napoli si è consumata una tragedia

Persone citate: Antonio Manzo, Carmine Esposito, Fulvio Milone

Luoghi citati: Liveri, Napoli