Il boss accusa Ganci torna all'attacco dei giudici

Il boss accusa Il boss accusa Ganci toma all'attacco dei giudici PALERMO. Da una delle gabbie nell'aula bunker dell'Ucciardone l'anziano capomafia Raffaele Ganci ha rinnovato la sua sfida a far conoscere i nomi dei giudici che secondo suo figlio Calogero (che si è pentito da qualche tempo) sarebbero in combutta con le cosche. Una sfida che il boss del rione Noce aveva già lanciato sabato scorso nell'aula speciale di Rebibbia a Roma nel processo per la strage di Capaci in cui è fra i 41 imputati. E ieri a Palermo Raffaele Ganci è tornato alla carica chiedendo al presidente Innocenzo La Mantia di poter rendere «spontanee dichiarazioni» in uno degli altri dibattimenti in cui viene attualmente giudicato, quello per i mortali agguati al commissario capo della squadra mobile Giuseppe Montana (il 28 luglio 1985) e quello del successivo 5 agosto al vice questore Ninni Cassarà, numero due della «Mobile», e all'agente di 20 anni che lo scortava, Roberto Antiochia. Ma il pm Natoli si è opposto, sostenendo che le dichiarazioni di Calogero Ganci - «ammesso che ne esistano», ha aggiunto prudente - non fanno parte del processo in corso. Un'osservazione che ha suscitato la reazione del «padrino»: «E lei cosa ne sa che non riguardano questo processo?», ha domandato. E' seguito un brevissimo scambio di battute. Poi Ganci ha tagliato corto: «Mi riservo di fare dichiarazioni per quanto a mia conoscenza». L'impressione generale è che l'insistenza del boss nasconda l'obiettivo di insinuare dubbi sulla lealtà di alcuni magistrati, per provocare disorientamento nel fronte antimafia. Ieri nell'aula bunker palermitana era atteso il pentito Santino Di Matteo (la mafia gli uccise il figlio di 13 anni, Giuseppe), ma l'interrogatorio è slittato. Si attende infatti di acquisire agli atti le dichiarazioni di altri collaboratori della giustizia: l'udienza è stata aggiornata al 15 ottobre. [a. r.)

Persone citate: Calogero Ganci, Ganci, Giuseppe Montana, Innocenzo La Mantia, Natoli, Ninni Cassarà, Raffaele Ganci, Roberto Antiochia, Santino Di Matteo

Luoghi citati: Capaci, Palermo, Roma