Si ribella alla violenza, accoltellata

La ragazza, 21 anni, cameriera nel locale, ha fatto arrestare l'aguzzino dopo un confronto in ospedale La ragazza, 21 anni, cameriera nel locale, ha fatto arrestare l'aguzzino dopo un confronto in ospedale Si ribella alla violenza, accoltellata Cesena, aggredita nel bagno di un bar CESENA. Per tre volte la luce vivida del bagno si è spenta. Per tre volte Claudio Orfei l'ha riaccesa. Per tre volte, una giovane ragazza ha sperato che l'arrivo del buio ponesse fine all'incubo che stava vivendo. Per tre volte le sevizie sono ricominciate. «Sono stati dieci minuti di terrore, ho temuto per la mia vita», ripete ora la ragazza sotto choc. E' ricoverata in prognosi riservata all'ospedale Bufalini di Cesena, ma non è in pericolo di vita. E' stata accoltellata più volte, ma non ha mai perso coscienza. Durante il trasporto in ambulanza, ha descritto il suo aggressore al maresciallo dei carabinieri. E poche ore dopo l'ha riconosciuto durante il confronto avvenuto in ospedale. «E' lui, è proprio lui», ha gridato, prima di scoppiare a piangere. Claudio Orfei, 24 anni, dipendente di una cooperativa agricola, è stato arrestato con le accuse di tentato omicidio e tentata violenza carnale. Nega tutto. «E' calmo e lucido», dicono i carabinieri che lo hanno prelevato dalla sua abitazione a Selvapiana di Bagno di Romagna, dove vive con i genitori. Era a letto, fingeva di dormire. Sotto casa, l'auto aveva il motore ancora caldo, dentro alcuni panni sporchi di sangue e il fodero di un coltello. Sulla faccia e sulle braccia dell'uomo, i segni di graffi recenti, giustificati con una rissa tra tifoserie opposte: «Le ho prese dai perugini, io tifo per la Juve». Oltre alla denuncia della vittima, gli investigatori hanno in mano una prova schiacciante: un anello dalla foggia molto particolare (sopra vi è impressa l'effigie di una dea) che Claudio Orfei amava esibire, ritrovato nel bagno teatro della violenza. La ricostruzione fatta dalla ragazza, 21 anni, toscana, barista stagionale in uri bar ristorante di San Piero in Bagno, località turistica e termale dell'Appennino cesenate, è una sequenza da film dell'orrore. L'inizio è banale. Sono le 20,30 di domenica e sono soli nel bar: lei dietro il bancone, lui davanti, beve un aperitivo. Lui si allontana per andare in bagno, ritorna un po' alterato. «E' tutto sporco, vieni a vedere», le dice. «Impossibile, l'ho pulito poco fa», fa lei, che cede alle insistenze e accetta di dare un'occhiata. Lo fa controvoglia e si affaccia appena alla porta del piccolo ingresso della toilette. E' in questo preciso momento, che la storia cambia ritmo e la sequenza si fa frenetica. Orfei afferra la ragazza per i capelli e la trascina dentro. La luce si spegne, lui la riaccende. «Masturbami», le ordina minacciandola con un coltello, «se non lo fai ti ammazzo». La ragazza si divincola, cerca di scappare, ma l'uomo la riacchiappa e la colpisce più volte con il coltello al collo, al torace, alle braccia e alla schiena. Poi la trascina in bagno, riaccende la luce che si è di nuovo spenta e le ordina di spogliarsi. Lui si è già calato i pantaloni ed ha già indossato un profilattico. «Se non ti spogli, uccido te e la tua famiglia», urla. La luce si spegne, lui la riaccende. La ragazza resiste e lo graffia. Lui le sferra altre due coltellate. Quindi scappa e la lascia agonizzante. Per alcuni minuti, che devono sembrarle eterni, la ragazza resta sola. Un cliente, il primo del caffè serale, uscito di casa sotto una pioggia insistente, ode i suoi lamenti e la soccorre. Scatta l'allarme. Sul posto accorrono i carabinieri di Bagno di Romagna e di San Piero in Bagno. Alle 9 di sera, il paese bruscamente si anima, sconvolto da tanto orrorre. Il giorno dopo, le voci si rincorrono dai negozi alle piazzette, dove capannelli di persone discutono fitto fitto dell'accaduto. Le voci giurano che Claudio Orfei non fosse poi un tipo così affidabile come l'aspetto mite e il fisico piccolo e magro avrebbero potuto lasciar supporre. Ritornano alla luce altri episodi di molestie sessuali, mai denunciati e rimasti impuniti. L'aggressore è in carcere a Cesena. Sembra tranquillo e ripete: «Io non c'entro nulla». Marisa Ostolani Nella lite che ha impedito lo stupro è stata ferita al collo e alla schiena Lui, 24 anni, nega «I graffi? Me li sono fatti in una rissa fra tifosi di calcio» Una scena del film «Sotto accusa», che prende le mosse da uno stupro in un bar

Persone citate: Claudio Orfei, Marisa Ostolani, Orfei

Luoghi citati: Bagno Di Romagna, Cesena, San Piero