LA DURATA E LA QUALITÀ di Edmondo Berselli

Morire nel Rio Grande d'Europa LA DURATA E LA QUALITÀ' patteggiamento con Bertinotti, è clic la priorità del governo consiste nel durare. L'adeguatezza dei conti pubblici rispetto ai parametri europei viene in subordine. Questa è la percezione immediata; dopo di che, le considerazioni aggiuntive (il negoziato è implicito in ogni governo di coalizione; e la trattativa in corso riflette anche doverose compatibilità di tipo sociale) appaiono più che altro corollari decorativi. Dunque, mentre paga ogni giorno il pedaggio dovuto alla propria maggioranza incompleta, il governo non riesce a configurare la propria azione nel segno di una netta discontinuità rispetto al passato. Vincolato dal non avere vinto le elezioni sulla base di un proprio definito programma, è costretto a galleggiare, a trattare, a rinviare. Tutto questo logora il suo profilo e toglie nitidezza alla sua iniziativa. Non solo: in quanto è costretto a operare sul filo di un compromesso continuo, il governo non riesce nemmeno a tenere esposto in primo piano il punto finale della sua azione, il risultato che intende ottenere. Si vedono distintamente le aree di trattativa, le manovre, i piccoli e grandi ricatti, i rifiuti, i veti, mentre impallidisce la fisionomia della legge di bilancio e la posta che essa incorpora. A ciò si può aggiungere una considerazione che riguarda i «cattivi messaggi» che vengono mandati verso la società italiana. 11 primo messaggio di discutibile qualità è dato dall'annuncio del capo del governo secondo cui questa sarebbe «l'ultima Finanziaria che impone sacrifici al Paese». A parte la diffidenza generata automaticamente da espressioni simili, in questo modo viene accreditata l'idea di misure che il governo imposta a malincuore, quasi facendo forza a se stesso. E nello stesso tempo non viene sostenuta, se non confusamente, l'importanza dell'obiettivo di risanamento: non si vede traccia, in sostanza, della capacità di mobilitare psicologicamente l'opinione pubblica argomentando la possibilità «storica» di un impegno verso un traguardo raggiungibile. Perché se non è un'illusione, se il traguardo può essere effettivamente raggiunto, non si tratta di parare il colpo dell'impopolarità immediata, bensì di creare le condizionni per un consenso consapevole. In secondo luogo, occorre anche fare i conti con la stanchezza di una collettività che ormai dal 1992 assiste al sommarsi e all'intrecciarsi di misure parziali di riaggiustamento, che hanno inciso sul reddito senza offrire un orizzonte di certezza. Si potrebbero forse sopportare tagli e ricarichi fiscali anche più elevati di quelli attualmente in discussione, se essi fossero equamente parametrati, e soprattutto se fossero il prezzo per una semplificazione dei rapporti con lo Stato e per una efficiente qualificazione dei servizi. Ma se invece, nell'impossibilità di attuare una modernizzazione selettiva dello Stato sociale e nella difficoltà di provvedere alla razionalizzazione rapida del sistema fiscale, si procede all'incremento strisciante di balzelli, nuove piccole imposte, contributi aggiuntivi, spalmando tutto ciò nel modo più diffuso possibile, si darà semplicemente l'impressione, questa sì intollerabile, di ulteriori esercizi di destrezza fiscale ai danni dei cittadini. Qualunque governo politico, oltre all'amministrazione ordinaria, agisce in funzione di un ridisegno della società. Il che implica la gestione di processi redistributivi anche profondi. Sarebbe singolare che il primo governo in cui la sinistra ha una responsabilità effettiva si accontentasse, per difendersi dai massimalismi retorici della sua componente «antagonista», di lavorare al minimo, abbassando la soglia di qualità in cambio della durata. Perché l'occupazione del potere pagata con la permanente trattabilità dei contenuti non è un successo della politica, è la vittoria di una lunga malattia italiana che ha nome doroteismo. Edmondo Berselli

Persone citate: Bertinotti