Il calcio «scalda» l'inflazione

IL «SENATUR» ORA ASPETTA UN SEGNALE rwn - - * - - : Oggi altri dati dalle città-campione. Il Tesoro: scenderà a fine anno sotto il 3% Il caldo «scalda» Pini lozione Al3,4-3,5%per i rincari di Bologna e Perugia IL REPORTER CHE LA CIA ODIAVA po' come dei giornalisti. I giornalisti mandano articoli da pubblicare sui giornali, le spie rapporti da leggere in sedi discrete. Ma le persone che leggono i rapporti leggono anche gli articoli, che, da una piazza come Mosca, riguardavano spesso gli stessi argomenti. E Dusko alla Cia e al povero Burt gli dava un sacco di «buchi». Il resto, però, è pura congettura, anche se, sia chiaro, per Dusko adesso Burt è solo un «fuckin' bastard». Sta di fatto che l'Fbi decise di aprire un'inchiesta su Doder, riservata s'intende, ma il capo del Bureau, William Webster, si premurò di informare della cosa Benjamin Bradlee, direttore del «Post» e in termini neppure troppo allusivi: «Lo sai che uno dei tuoi ragazzi è una spia dei rossi?». Lo racconta lo stesso Bradlee nella sua autobiografia «A good life», una buona vita, dove aggiunge anche: «Doder aveva scritto qualcosa che aveva imbarazzato la Cia e quando l'agenzia ritenne di avere l'occasione per andare in pari, l'afferrò. E' difficile coglierli sul fatto». Come si capisce da questo passaggio, Bradlee non ritiene Doder una spia, anche perché qualche tempo dopo la prima conversazione Webster gli aveva detto: «No, non c'è niente, il ragazzo è pulito». C'era poi il fatto che il disertore Yurchenko aveva ridisertato tre mesi dopo e i servizi americani ne trassero la conclusione che la sua falsa defezione era stata un tentativo di depistaggio. Solo oggi, con l'arresto di Ames, si è capito che con la sua manovra Yurchenko voleva coprire la talpa d'oro del Kgb alla Cia. In ogni caso la storia era chiusa da tempo. Ma adesso «Time» la ripescava. Perché? Diffìcile dirlo. La mitica rivista aveva abboccato recentemente a un paio di bufale e aveva anche preso un paio di brutti «buchi». Forse era per questo che Strobe Talbott, capo dell'ufficio di Washington (e oggi diventato numero 2 del Dipartimento di Stato), aveva autorizzato la storia di Peterzell sui giornalisti americani spie: il bisogno di un colpo a sensazione. Come conseguenza Doder cominciò subito a sperimentare cosa significa, come dice lui, passare «da star a "chissà"». «Se fossi vissuto a Washington sarei imploso», racconta. Ma per fortuna c'era tanto buon lavoro da fare in Jugoslavia assieme a Louise. Doder comunque decise, impresa temeraria, di fare causa a «Time» e scelse, potendolo fare per via della casa, il foro di Londra, perché le leggi inglesi sono più protettive nei confronti delle vittime di calunnie a mezzo stampa di quelle americane, e anche più generose nel decidere la quantità di danni in danaro che queste devono ricevere. E' stata un'ordalia durata tre anni e mezzo. La geometrica potenza della «Warner» si è manifestata producendo battaglioni di agguerritissimi e astutissimi avvocati. Rinvii. Pretesti. Manovre. E quella macchia che intanto restava là. Adesso è finita, Dusko ha vinto, ottenendo scuse stampate e un risarcimento di circa 400 milioni di lire. In fondo, per sostenere la sua causa, aveva dovuto vendere la casa di Washington e, in seguito, anche quella di Londra. Ha vinto - racconta grato - soprattutto grazie alle testimonianze di quei colleghi dei quali suscitava l'invidia quando era a Mosca. In fondo, è un bel (e raro) caso di solidarietà professionale. Ma questa non è una storia a lieto fine: «Ho vinto - dice Dusko -. Ma ho vinto perché il processo è stato a Londra. Negli Stati Uniti, nel mio Paese, non avrei mai avuto abbastanza soldi e abbastanza tempo per battere gli avvocati di Time. Sarei stato schiacciato». Paolo Passarmi ROMA. Il Bologna e il Perugia in serie A. L'Italia in serie B. Il campionato di calcio surriscalda l'inflazione e fa saltare, almeno provvisoriamente, le previsioni di un suo raffredamento. A settembre i prezzi dei biglietti delle partite sono aumentati pesantemente nella città che hanno festeggiato la promozione nel campionato maggiore delle squadre locali. E ora c'è il rischio che l'indice del carovita non rallenti più come accade da novembre dell'anno scorso. Questo mese, potrebbe restare inchiodato al 3,4% o perfino salire al 3,5%. Un autogol per l'Italia che spera di contenere l'inflazione per raddrizzare il bilancio dello Stato e di non essere esclusa dal gruppo dei Paesi che parteciperanno alla moneta unica europea. Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi punta il dito contro il carocalcio per rassicurare che l'inflazione continuerà a calare. E conferma la previsione della discesa a fine anno sotto il 3%. Il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani invita a valutare con «molta cautela» i dati condizionati dal campionato. La Confcommercio però avverte che «non tutti vanno a vedere una partita di pallone». Oggi Ciampi attenderà con ansia la divulgazione dei dati sull'inflazione a settembre in quattro città campione. Si tratta di Napoli, Genova, Palermo e Firenze, città che non vantano promozioni: il Genoa e il Palermo sono rimasti in B. Fra l'altro, a Torino (che soffre per la retrocessione in B del Toro) l'inflazione è quasi ferma ( + 0,1). Ma attenzione: i biglietti aumentano anche senza promo- zioni. A settembre a Milano sono aumentati del 4,8%, facendo salire la voce ricreazione spettacoli cultura dello 0,4%. A Bologna un biglietto di curva (il settore meno costoso) è salito da 20 a 35 mila lire. Per un posto in curva a Perugia (dove il ritorno in A era atteso da quindici anni) si pagano 25-30 mila lire secondo l'importanza delle partite invece di 20 mila, con «ritocchi» fino 50%. L'ampliamento dello stadio non è stato sufficiente: domenica, per l'arrivo della Juve c'erano 45 mila richieste ma solo 30 mila posti. Il carocalcio ha provocato a Bologna l'incredibile balzo dell'1% dell'indice mensile, fermo ad agosto; su base annua, l'inflazione schizza dal 3,5 al 4,1%. Ma Ciampi confida sull'eccezionalità dell'aumento dei biglietti delle partite: senza questo incremento, l'indice mensile sarebbe salito soltanto dello 0,2%. A Perugia (il cui indice annuale sale dal 3,5 al 4,1%) andare allo stadio costa il 9,2% in più e 1% voce ri¬ creazione spettacoli cultura è appesantita anche dal cinema: finita l'estate i biglietti, acquistabili a 7 mila lire, sono tornati aio mila. La fine delle offerte estive per i film fa salire la stessa voce anche a Trieste: + 5,4%. L'inflazione appare condizionata dal tempo libero anche a Venezia dove sono cresciuti a settembre dello 0,9% i prezzi di alberghi, caffè, ristoranti. L'aumento è avvenuto nel mese in cui si sono svolte manifestazioni come il Festival del cinema e il Campiello, e sono state aperte la Biennale di architettura e la mostra di Tiepolo. Con un incremento globale dello 0,3%, Venezia è una delle città campione, insieme a Milano ( + 0,2) e Torino che fanno sperare nel calo dell'inflazione: l'indice annuale è sceso a Venezia dal 4,2 al 4,1% e a Torino dal 3 al 2,9%. Milano è ferma al 4%. A Trieste, Bologna e Perugia, l'inflazione su base annua invece corre. «Sono sorpreso dalle , differente molto superiori all'usuale fra le diverse città», dice Giampaolo Galli, direttore del centro studi Confindustria. Diffusa comunque la tendenza verso l'alto delle spese per l'energia. A Milano il gasolio è salito del 4%, contribuendo a far crescere dello 0,5% la voce abitazione acqua energia combustibili. La stessa voce è aumentata dello 0,8% a Bologna, dello 0,6% a Perugia e dello 0,4 a Venezia e Trieste. Dati contraddittori per l'istruzione, nel mese della riapertura delle scuole. Nessun aumento a Venezia e Trieste, ma +0,9 a Torino. Le spese sanitarie scendono dello 0,2 a Venezia e Torino, mentre salgono dello 0,2 a Perugia. La voce alimentazione cala a Venezia e Torino dello 0,2. Ma a Milano c'è un aumento dello 0,4%: la colpa è delle sarde diventate preziose. L'aumento del prezzo del 63,4% deriva dal blocco della pesca deciso per favorire il ripopolamento. Roberto Ippolito DOVE CORRONO I LISTINI [L innazione e le due voci ili I I Immilli VARIAZIONE MESE VARIAZI0NE ANNO :aidedf^nidHa] Seitembre Agosto ' Settembre Agosfo.... m?mm \;:^mb MILANO +0,2: +4,0+4,0 ABI1AZIONE +0,5 +9,0 RICREAZIONE + 0,4 +7,9 TORINO +0,1+0,1 +2,9 +3,0 ISTRUZIONE : + 0,9 + 5,1 ABITAZIONE ; +0,6 +3,3 ■ <m^ VENEZIA + 0,3 +4,1 +4,2 TRASPORTI +0,9 +4,1 Jp| PUB.ESERCIZI +0,9 +9,2 V'.' fMv" .WSr I *«JWSt TRIESTE +0,7+0,1 +3,0+2,6 ISTRUZIONE +0,5 +2,4 SERVIZICASA +0,5 +2,9 BOLOGNA +1,0 +4,2 +3,5 ABITAZIONE +0,8 - : +6,5 RICREAZIONE +7,9 +10,5 mm , PERUGIA +0,9 +0,1 +4,1 +3,5 ABITAZIONE +0,6 n.d. '& RICREAZIONE +8,0 - n.d. L'EFFETTO "SERIE A" {il piazzo dei biglietti per lo stadio nel '95 e nel '96) BOIOGNA-PAIERMO 23/12/'95 (Campionato '95-'96 di serie B): Tribuna centrale 150.000; Poltrone 100.000; Tribuna cop. 60.000; Distinti centr. 50.000 Tribuna lat. 45.000; Distinti lat. 30.000; curve 20.000 B0L0GNA-lAZI0V/9/!96 (Campionato '$-'97 di serie A): Poltronissime 150.000; Tribuna centr. 100.000; Distinti centr. 85.000 Tribuna lat. 80.000; Distinti lat. 50.000; curve 35.000 PERUGIA-PESCARA 3/12/'95 (Campionato '95-'96 di serie B): Poltroncine 90.000; Tribuna 60.000 (50.0001 Gradinate 35.000(30.000); Curve.20.000 (18.000) PERUGIA-JUVENTUS 22/9/'96 (Campionato *9ó-'97 di serie A): Poltroncine 180.000; Tribuna 110.000 (95.000) Gradinate 75.000 (65.000); Curve 30.000; Parterre tribuna 70.000 (60.000); Gradinate 30.000 (28.000)