Costo della vita in calo

Costo della vita in calo? Costo della vita in calo? Come può l'Istat, o chi per esso, affermare che il costo della vita è in calo? Che cosa c'è nel famoso paniere? Ho sempre impegnato i miei risparmi in Bot, perché, senza vincolare il denaro per lungo tempo, ricavavo un discreto profitto. Ma le ultime aste prevedono tassi decisamente non proporzionati alla reale svalutazione e la pensione non aumenta più. Quale futuro si prospetta per gli anziani? Gradirei sapere con quale criterio viene calcolato il costo della vita. Ogni qualvolta viene annunciato un calo, mi pare d'esser presa in giro. M. Massaglia - Torino RIMA di rispondere, vorrei invitarla a dare imo sguardo rapidissimo agli ultimi cinquant'anni d'inflazione. Avemmo, dal '45 al '58 compresi, un aumento annuo medio dell'8,9% del costo della vita; seguirono 11 anni al 3,1% poi tre anni, '70-72, al 5,2%, quasi una preparazione alla grande inflazione «a due cifre», che parte nel '73 e termina nell'85, a una media annua di ben il 15,9%, diciamo pure il 16%. Negli ultimi dieci anni, dall'86 al '95, l'aumento dei prezzi si alterna, tra un massimo del 6,5 e un minimo del 4, con una media annua del 5,36%. Tutto questo, cara signora, per opera dello stesso Istituto, l'Istat, - (creato il 9/7/1926), che usa un «paniere» di prodotti e di servizi più comuni per «le famiglie di operai e impiegati», periodicamente aggiornato. Comprende 316 voci, raggruppate in cinque capitoli: alimentazione e bevande (tabacchi compresi); abbigliamento; elettricità e combustibili; abitazione (comprese le spese accessorie, non solo degli appartamenti in affitto ma anche per quelli occupati dai proprietari); beni e servizi vari (spese per la salute, trasporti e comunicazioni, istruzione, spettacoli, alberghi e ristoranti, e altri). La periodicità delle rilevazioni dei prezzi va da tre volte al mese per gli alimentari al trimestre per i canoni d'affitto, con la collaborazione degli Uffici comunali di statistica, e delle rispettive Commissioni comunali di controllo: circa 200 mila quotazioni ogni mese nei 95 Comuni capoluoghi (di cui 20 mila per gli alimentari, 20 mila per gli articoli di abbigliamento, 50 mila per i beni e servizi vari, eccetera). La varietà degli aumenti annuali del costo della vita, di cui sopra, mi sembra convincente sull'obiettività dei calcoli. Mi auguro che anche lei «se ne renda conto». Venderei l'alloggio all'attuale inquilina Abbiamo affittato in uso transitorio - in attesa di prendere una decisione definitiva - un appartamento di circa 50 mq a una signorina che lavora in città e che, per motivi suoi, ha conservato la residenza presso il fratello. Trascorso un anno, l'inquilina ha chiesto il rinnovo del contratto, e noi abbiamo aderito, anche in considerazione che, almeno apparentemente, sembra persona affidabile. Potremmo vendere l'alloggio, ma il mercato immobiliare è attualmente in ribasso. Se l'inquilina desiderasse acquistarlo (ne aveva fatto cenno a suo tempo), potrebbe dimostrare che è occupato da lei, e pretendere un prezzo inferiore. Conviene rinunciare alla possibile rivalutazione nel tempo dello stabile? L. e L. - Torino Tutto sommato, lo venderei all'inquilina, che non credo possa avere la faccia tosta di pretendere uno sconto di prezzo perché l'alloggio è occupato! Caso mai siete voi che potete pretendere un «x» in più, perché l'acquirente non ha neppure il disturbo di fare il trasloco. Ma, da quel che scrivete, mi sembra persona civile.

Persone citate: Massaglia

Luoghi citati: Torino