Spese sanitarie Così il rimborso

Cosa fare prima, durante e dopo il viaggio per avere i soldi finiti in dottori e farmaci Cosa fare prima, durante e dopo il viaggio per avere i soldi finiti in dottori e farmaci ALL'ESTERO IN CASO DI INCIDENTE PRESENTARE IL MODELLO E/111 AL PRONTO SOCCORSO^ O ALLA GUARDIA MEDICA ^ PRIMA DI VARCARE LA FRONTIERA METTERSI INTASCA IL MODELLO E/111 ^ Spese sanitarie Così il rimborso PER COL PER CHI VUOL CURARSI OLTRE FRONTIERA I RA SE E' UNA SCELTA Non sempre si fé per necessità. C'è anche chi preferisce curarsi all'estero per scelta, ovvero perché ritiene che oltre confine l'assistenza in certi casi sia migliore. E' possibile, in questo caso, chiedere un contributo spese al sistema sanitario nazionale? Sì, se il Paese straniero ha stipulato una convenzione con l'Italia (per avere l'elenco degli Stati con cui esistono accordi ci si può rivolgere all'Ufficio relazioni con il pubblico delle Unità sanitarie locali). MODELLO E/112 E CERTIFICATO MEDICO Se cosi è. è sufficiente presentare alla propria- Usi una richiesta di assistenza (Modello C/112), accompagnata da un certificato medico. Richiesta l'autorizzazione ai Centro regionale sanitario, la Usi potrà concedere o meno il proprio benestare. Attenzione: l'assistenza della Usi può essere anche solo parziale, ovvero coprire solo una parte delie spese affrontate dall'asslstito, E se là richiesta non dovesse venire accettata? Per legge, l'Unità sanitaria è obbligata a indicare un'alternativa possibile in Italia. P ^ ""HW Po ^ Vm """HW sulta tra i membri Ue, invece, non ha che da sperare che tra questo e l'Italia sia stata stipulata una convenzione bilaterale. Tra i Paesi con cui sono previsti accordi ci sono, per esempio: Austria, Australia, Argentina, Brasile, Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino (guai a considerare quest'ultima territorio italiano...). Attenzione, però: alcune convenzioni prevedono la copertura sanitaria ed eventuali rimborsi solo a favore di chi si sposta per motivi di lavoro e non per motivi esclusivamente turistici. Non resta, anche in questo caso, che chiedere informazioni alla Usi. SENZA COPERTURA Ci sono Paesi, infine, dove non ci sono moduli o convenzioni che tengano. Il turista italiano che si reca per esempio negli Stati Uniti non può contare su nessun tipo di assistenza, tranne quella eventualmente prestata da un'assicurazione privata. Ma non occorre andare tanto lontano. Nella stessa Europa ci sono angoli in cui è bene non ammalarsi. «Rompersi una gamba sciando sulle Alpi svizzere - dice Roberto Brunelli del Movimento consumatori - può causare seri problemi. Perché, o ci si è opportunamente assicurati prima, sottoscrivendo una polizza di assistenza privata, o si è costretti a mettere mano al portafoglio e a pagare l'intero conto». A meno che... TOUR ORGANIZZATO A meno che - e questo vale per qualsiasi Paese - non si sia partiti con un viaggio organizzato. Possono essere previsti rimborsi per le spese sostenute a scopo di cura: quando la malattia o l'incidente è stato causato da un comportamento negligente dell'accompagnatore piuttosto che dall'albergatore, e così via. DICHIARAZIONE SCRITTA E chi si ritrovasse all'estero ammalato e sprovvisto del Modello E/111? Quest'ultimo può essere richiesto anche all'ospedale o alla struttura sanitaria locale. In alcuni Paesi della Comunità europea, poi, ci sono strutture che accettano anche una semplice dichiarazione scritta, ovvero un'autocertificazione in cui ci si dichiara beneficiari della normativa comunitaria. Attenzione: nel caso vi siate ritrovati in una di queste situazioni, ora che siete rientrati in Italia ricordatevi che, se non volete incappare in multe salate, siete tenuti a regolarizzare la vostra posizione inviando all'ospedale estero il regolare modello compilato. QUANDO RIVALERSI La struttura sanitaria estera non ha rilasciato il Modello E/1 Ile non ha accettato nemmeno l'autocertificazione? Per chi si è trovato nella necessità di affrontare direttamente tutte le spese per le cure ricevute, sia quelle di ricovero che quelle per i medicinali, c'è una via d'uscita. Al rientro in Italia, infatti, il turista sfortunato può ottenere un rimborso totale o parziale di quanto sborsato. A patto di aver conservato sia la documentazione rilasciata, al momento della prestazione, dal Pronto soccorso o dalla guardia medica estera, sia tutti gli scontrini e le fatture che testimoniano l'acquisto di eventuali farmaci. RISARCIMENTO Per il risarcimento è sufficiente rivolgersi all'Ufficio rimborsi della propria Usi (oggi ce n'è uno praticamente in tutte le Unità sanitarie locali). Quest'ultima, una volta raccolta la documentazione, avvierà una procedura amministrativa. I tempi per la risposta? Di solito bisogna attendere qualche mese. E' comunque possibile informarsi presso la singola Usi su qual è il limite massimo stabilito dal regolamento interno (ogni Usi ne ha uno). Una volta deliberato, il rimborso avverrà sulla base di quanto previsto dalla legislazione del Paese in cui è stata prestata l'assistenza sanitaria. Qualora fosse richiesto il pagamento di ticket su rete di degenza, visite o farmaci, questi rimarranno a carico dell'assistito. UTILE GUIDA Orientarsi è difficile? Nelle prossime settimane lo stesso Movimento consumatori (tel. 02/545.65.51) lancerà la «Guida pratica per i turisti in Europa», finanziata dall'Unione europea. La pubblicazione contiene un intero capitolo dedicato proprio alla salute e corredato da indirizzi utili ai malati in trasferta. La pubblicazione potrà essere consultata anche su Internet. E, soprattutto, fotocopiata per amici e conoscenti all'infinito. «Proprio per favorirne il più possibile la diffusione - sottolinea Brunelli - la guida non è coperta da alcun diritto di riproduzione». Insomma, niente costosi copyright. Carla Ferron

Persone citate: Brunelli, Carla Ferron, Modello, Roberto Brunelli