Dalla Barbarina fino a Grisi e Elssler

80 80 SERVIZI PROMOZIONALI Publikompass Speciale Scuole Danza Tre secoli solcati da divine creature in tutù Dalla Barbarina fino a Grisi e Elssler La danza, ovvero tre secoli di divine. Se definire la storia della danza unicamente come una interminabile passerella di primedonne può far storcere il naso ai veri esperti di storia - che giustamente considerano la loro materia una successione di idee e non di singoli personaggi - è pur vero che la danza, forse più di ogni altra arte, è ricca di personaggi strepitosi. La cosa ha grande importanza anche per quanti oggi studiano ballo: perché senza la grandezza, o perché no?, i piccoli tic delle antiche danzatrici, molti passi non esisterebbero o sarebbero comunque diversi. Tra i primi esempi di divismo teatrale, viene in mente il caso di Maria Sallé e della Camargo: oggi può sembrare incredibile, ma a quell'epoca - il Settecento - gli ammiratori dell'una o dell'altra artista si odiavano al punto da rovinare con fischi gli spettacoli della concorrente o addirittura da sfidarsi a duello. Al di là delle note di colore, in effetti le personalità umane e soprattutto sceniche delle due ballerine erano diametralmente opposte: la Sallé era incline ai balletti pantomimici, dal forte contenuto espressivo, mentre la Camargo esaltava i suoi seguaci con un virtuosismo per quei tempi sbalorditivo. In barba alle litigate e ai duelli, i due caratteri - quello meditativo e quello brillante - sono passati entrambi al balletto moderno nei momenti dell'adagio e della variazione. Mentre calava l'astro della Camargo, sorgeva prepotente la luce di un'altra stella, quell'italiana Barbara Campanini, più nota come La Barbarina. Graziosissima e dotata di una tecnica superiore, finì per oscurare la memoria di quante l'avevano preceduta sulle scene: davanti all'attonito pubblico ballettomane dell'Opera di Parigi, e di molti altri teatri europei, si produsse per la prima volta nell'entrechat six, il fenomenale salto con triplo scambio dei piedi che prima di allora nessuna aveva tentato. In parallelo, proprio all'epoca della Magia del tutù impalpabile costume che sottolinea l'armoniosa successione dei gesti della ballerina Barbarina, le scarpine divennero sempre più morbide e le gonne - con gran scandalo dei benpensanti - cominciarono ad accorciarsi per raggiungere il ginocchio. E poi, venne l'età della punta. Croce e delizia di ogni adolescente, la punta ha un'origine tutto sommato abbastanza misteriosa: in pratica, comunque, fu Maria Taglioni la prima a utilizzare a fini espressivi il nuovo accorgimento. Con la Taglioni si apre la mitica stagione romantica e soprattutto si perfeziona una tecnica che, con pochissime varianti, è giunta fino a noi. La scarpina da punta, con il tutù bianco, suo indispensabile complemento, fu il simbolo di un'età felice che vide il trionfo di alcune ballerine destinate a diventare, ognuna nel rispettivo ambito, assolutamente leggendarie: Carlotta Grisi, l'immortale ed evanescente Giselle; Fanny Cerrito, ammirata da Stendhal; Fanny Elssler, la dea austriaca capace di accendere gli entusiasmi con le sue danze di carattere. A metà dell'Ottocento, dunque, la tecnica classica tocca l'apice: le batterie - cioè le lunghe sequenze di salti con brillanti scambi dei piedi - sono molto spettacolari, le pirouettes in punta o in mezza punta si sono ben affermate e la qualità del movimento riesce a simulare molto bene la diafana incorporeità dei fantasmi. Tutto è pronto per un nuovo, grande balzo. La successiva stagione, nota come tardo romanticismo, ha ancora come protagoniste le danzatrici italiane, ma sono ormai le ultime e trovano il terreno ideale di lavoro soltanto lontano dalla patria: Rita Sangalli, celebre per i primi passi veloci e brillanti, e Giuseppina Bozzacchi, la creatrice di Coppelia, a Parigi; Carlotta Brianza, Pierina Legnani e Antonietta Dell'Era nella Russia imperiale. E' l'età del virtuosismo e della decadenza: si sfiora l'assoluto con le creazioni di Ciaikovsky ma entrano in circolo i germi della dissoluzione e dello stereotipo. Da allora in poi è storia recente, e il lento cammino della danza classica si mescola sempre più con quello della danza moderna. Le grandi dive del nostro secolo - da Anna Pavlova a Isadora Duncan, da Mary Wigman a Martha Graham concedono crescente spazio al sentimento, all'espressione, alla magia del teatro totale. Ed è proprio a loro, e alle stelle di oggi come la francese Sylvie Guillem o l'italiana Alessandra Ferri, che guardano le giovani allieve, dalle prime alla ultime classi di studio. Oggi come ieri servono modelli che indichino la strada che conduce alla padronanza di se stessi e alla capacità di superare le difficoltà con un sorriso: vale a dire i traguardi più ardui e più ambiti per chi decide di salire sulle punte. ICENTRO STUDIO DANZA . BALETNA SKOLA T23fii» diretto da *SK' Dragica Zach CO RSI PER BAMBINI E MAMME J_ CORSO VINZAGLIO, 11 TEL. 011 562.27.29 VENARI ASSOCIAZIONE CULTURALE A.R.C.I.

Luoghi citati: Parigi, Russia