Piedi e mani fecero crescere il cervello

Piedi e mani fecero crescere il cervello Piedi e mani fecero crescere il cervello Siamo diventati uomini grazie al loro esercizio LA nostra pretesa superiorità sugli altri animali è basata quasi unicamente sullo sviluppo e quindi sulle capacità del nostro cervello. Questa caratteristica ha portato in passato la maggior parte degli antropologi a pensare che la principale spinta alla nostra evoluzione sia stata inizialmente l'aumento del nostro cervello a cui, solo successivamente, sarebbe seguita la postura eretta. In uno dei primi saggi di Steven J. Gould, brillante e acuto come sempre, dal titolo «La postura creò l'uomo», si può leggere la storia delle diverse ricerche antropologiche sull'argomento e delle teorie che ne conseguirono. L'idea che l'aumento del cervello fosse stato la spinta iniziale alla nostra «umanizzazione» era talmente radicata negli antropologi del secolo scorso e dell'inizio di questo secolo che questi rimasero assai delusi dai risultati delle ricerche effettuate negli Anni 20 quando i resti dei nostri antenati africani furono scoperti nei sedimenti di alcune cave. Anche lo scheletro di «Lucy», ritrovato nel 1976 nel deserto etiopico, mostrava caratteristiche inconfondibili che indicavano una postura eretta in questi ominidi di 3,3 milioni di anni fa. L'aspetto di queste «australopitecine» era assai diverso da quello che si aspettavano gli antropologi. Questi, pensando che l'evoluzione dell'uomo si fosse svolta sotto la spinta delle sue capacità «mentali», si aspettavano che Inanello mancante» dovesse avere caratteristiche intermedie, sia a livello dello sviluppo del corpo che del cervello. Si aspettavano, in altre parole, un essere dal grande cervello e dalla postura curva. Gould fa notare, con un pizzico di ironia, che nei vecchi libri scolastici gli uomini di Neandertal erano rappresentati curvi. Le australopitecine non rispondevano affatto a questi requisiti in quanto mostravano di avere avuto una postura eretta e, contrariamente alle aspettative, un cervello assai piccolo, appena più grande di quello delle scimmie antropomorfe e circa un terzp di quello dell'uomo attuale che ha un peso di circa 1400 grammi. Il risultato che si poteva dedurre da queste ricerche era che la postura eretta aveva preceduto il grande aumento della massa cerebrale. Gould ci racconta con arguzia come i vari saggi dell'epoca vollero, a vario titolo, e con conoscenze assai superficiali dell'argomento mettere bocca su questa questione. Freud ad esempio sostenne come l'assunzione della stazione eretta avesse dato primaria importanza alla vista rispetto all'olfatto e come da questo ne fosse derivato un cambiamento nei costumi sessuali. I maschi sui due piedi non erano più stimolati solamente o principalmente dall'odore ciclico derivante dall'estro della femmina, ma dalla vista dei suoi genitali. Ciò aveva portato alla sessualità continua dell'uomo e in seguito alla' costituzione della famiglia e alla civilizzazione. In questa occasione l'attenzione quasi paranoica di Freud per il sesso non ci sembra essere stata molto fruttuosa. Engels nel 1876 scrisse addirittura un saggio sul tema: «Parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia». L'ipotesi oggi accettata che la statura eretta, rendendo libere le mani per l'uso di strumenti (per il lavoro come diceva Engels), precedette lo sviluppo del cervello, trova, a mio parere, un interessante riscontro negli studi più recenti sulla plasticità cerebrale e cioè sulla possibilità che il cervello ha di cambiare sotto l'influenza di stimoli esterni. Numerose linee di ricerca hanno dimostrato che l'esercizio adeguato e ripetuto di abilità motorie o sensoriali (nel caso dei nostri antenati, delle mani) perfeziona la funzione e aumenta il numero di cellule nervose implicate nel controllo sensoriale e motorio. Tra i vari esempi se ne riportano due, uno riguardante le scimmie e uno l'uomo. E' stato dimostrato che se si addestra una scimmia a girare un disco con alcune dita della mano, molti minuti, tutti i giorni per diverse settimane, si ha un chiaro aumento delle aree della corteccia somatosensoria- La presa della mano umana oai o a o e e a o e o ao o e o ieà eutti i ne, si aree oria- le nrappto rifessietà dellale deSecomchitabiarristrPè infsce isettiluogTuttpianle prsuccsuo perfto. Inbattsolodell'tanira ilma annisto eno, nne dpicotareirril Impugnatura del macaco (pollice contrapposto) (pollice contrapposto) le nella quale queste dita sono rappresentate. Nell'uomo è stato riportato che chitarristi professionisti fin dalla loro giovane età hanno un chiaro aumento della rappresentazione cerebrale delle dita della mano sinistra. Se questi esercizi manuali, come girare il disco o suonare la chitarra, sono efficaci nel cambiare il cervello in tempi molto ristretti come anni, mesi o setti¬ mane, è affascinante speculare quale efficace e adeguato stimolo all'aumento della funzione e della massa cerebrale sia stato per i nostri antenati il passare da un uso precipuo degli arti anteriori per la deambulazione alla manipolazione raffinata degli strumenti. Mi rendo conto che seguendo questa strada si arriva alla conclusione logica che la corteccia somatosensoriale e motoria si sviluppò prima delle altre e che il suo sviluppo fu stimolo a quello delle altre aree corticali più direttamente implicate nelle cosiddette attività «mentali». Non sorprende che il cervello che guida l'attività motoria, così importante per la sopravvivenza, si sia sviluppato prima del cervello devoluto ad attività più «riflessive». Tutto questo farebbe pensare che si sia sviluppato prima un cervello di servizio, atto a migliorare la sensibilità e l'attività motoria degli arti anteriori, e successivamente un cerveUo capace di riflettere e interpretare queste attività. Lamberto Maffei Scuola Normale Superiore, Pisa

Persone citate: Engels, Freud, Gould, Lamberto Maffei, Steven J. Gould

Luoghi citati: Pisa