IMMORTALE PHANTOM

IMMORTALE PHANTOM IMMORTALE PHANTOM Uuomo mascherato che bollava i malfattori con Vanello Avventure esotiche e amorose nel cuore del Bengala il «magico» Mandrake inventato da Lee Falk Gli si attribuivano 4 secoli in lotta contro ogni versione del male. Per «L'Avventuroso» di Nerbiiii cambiò calzamaglia: da viola, colore sospetto di portare sfortuna, a rosso acceso La strip del giustiziere ideata negli anni "SO da Lee Falk, autore anche del mago Mandrake OMINI così nudi come Tarzan, soprattutto il Tarzan di Burne Hogarth non se ne sarebbero visti più nei fumetti. Il nostro genere preferito era piuttosto casto. I Syndicates vigilavano sulla virtù dei personaggi. Ma il corpo maschile fa, comunque, esaltato dall'uso della calzamaglia. Calzamaglia a vivaci colori e mascherina nera diventarono l'uniforme di prammatica dell'eroe, che, al modo della Primula Rossa e di Zorro, per fare il bene si preoccupava di celare la sua identità, come o peggio di un criminale recidivo. Indiscusso capostitipe di questa stirpe di giustizieri è The Phantom (in italiano L'Uomo mascherato) ideato nel 1936 da Lee Falk e disegnato inizialmente da Roy Moore che con un tratto nervoso, e carnale, molto personale contribuì non poco al successo della strip dal 1936 al 1946. Phantom godeva fama di essere immortale e gli si attribuivano quattrocento anni in lotta contro ogni versione del male. Agli inizi, lo sceneggiatore Lee Falk aveva concesso grande credito alla leggenda dell'immortalità del personaggio spaziante in tutto il mondo, ma con sede sociale nel Bengala come del resto aveva concesso grande credito alla leggenda della magia di un altro suo personaggio, Mandrake the Magician, creato con la complicità del disegnatore Phil Davis nel 1934. Ma, di puntata in puntata, come assalito dalla voglia di non tirare troppo la corda Lee Falk limitò i poteri di Mandrake all'illusionismo professionale da spettacolo di varietà e spartì equamente i quattrocento anni di giustizia in maschera di Phantom tra una serie di padri e figli trasmettentisi il potere da quando, nel 1536, l'unico superstite di una strage compiuta nel Golfo del Bengala dai crudeli pirati Singh aveva giurato sul teschio del padre, già mozzo sulla Santa Maria di Cristoforo Colombo, di consacrare la propria vita e quella dei suoi discendenti alla punizione della pirateria in particolare e del male in generale. re accidentato di Phantom per Diana Palmer (in italiano, con un colpo di mano nazionalista: Diana Paimesi) appetitosa giovane esploratrice, tutta Anni 30 ma purtroppo malconsigliata da una madre ottusa e impicciona. Tra l'esercizio di magistrato e di boia nel Bengala, oltre a timbrare scrupolosamente i malfattori con il suo anello e a comminare e ad assicurarsi che venissero scontate le pene, Phantom ebbe borghesemente da lottare contro la riluttante futura suocera. E se agli inizi Diana si mostrò più disinvolta e audace nel ricambiare l'amore di Phantom poi andò progres Phantom, come Mandrake, per decisione dello sceneggiatore (autoproclamatosi creatore di una e l'altra strip in contrasto con la tradizione che privilegiava chi disegnava rispetto a chi suggeriva la trama) non era superuomo dotato di virtù straordinarie, ma un normale uomo d'azione in mascherina nera e calzamaglia viola, prontoa menar le mani per una giusta causa e in grado di abbattere gli avversari a forza di ganci e diretti, timbrandone la faccia con il marchio del suo anello, un inquietante teschietto. In Italia sull'Avventuroso di Mario Nerbini editore in Firenze, oltre a cambiar titolo, perché la qualifica di fantasma non appariva incoraggiante alla lettura, dovette anche cambiare colore la calzamaglia, perché il viola era sospetto di portar sfortuna, così la calzamaglia s'accese di un bel rosso. Phantom è un fumetto di avventure esotiche, ma anche e soprattutto di avventure amorose: l'amo¬ re accidentato di Phantom per Diana Palmer (in italiano, con un colpo di mano nazionalista: Diana Paimesi) appetitosa giovane esploratrice, tutta Anni 30 ma purtroppo malconsigliata da una madre ottusa e impicciona. Tra l'esercizio di magistrato e di boia nel Bengala, oltre a timbrare scrupolosamente i malfattori con il suo anello e a comminare e ad assicurarsi che venissero scontate le pene, Phantom ebbe borghesemente da lottare contro la riluttante futura suocera. E se agli inizi Diana si mostrò più disinvolta e audace nel ricambiare l'amore di Phantom poi andò progressivamente subendo la volontà della madre. Ma la colpa risulta essere maggiormente sua che della madre. Al principio della loro relazione, ospite di Phantom nella Caverna del Teschio nelle Foreste Profonde, aveva infatti esitato davanti a una regolare proposta di matrimonio perché non riusciva ad abituarsi alla prospettiva di trascorrere la vita in una verde solitudine boschiva, perché la tribù dei Pigmei Bandar, fedelissimi e ferocissimi seguaci del culto di Phantom, non potevano palesemente offrire una gran compagnia. Successivamente, avrebbe cambiato opinione. Ma ormai la frittata era fatta: avendo dimostrato la sua perplessità, avendo chiesto un rinvio per riflettere, Diana aveva ingenerato nel pretendente una timidezza offesa e apprensiva tale da farlo sudar freddo e balbettare. Non che Phantom avesse mai pensato a rinunciare all'amata. Era

Luoghi citati: Firenze, Italia