PICCOLI EDITORI IL PIATTO PIANGE ,MA E' GOLOSO di Mirella Appiotti

PICCOLI EDITORI: IL PIATTO PIANGE, MAE' GOLOSO PICCOLI EDITORI: IL PIATTO PIANGE, MAE' GOLOSO Difficoltà e speranze al Castello di Belgioioso Guido Spaini, manager di Belgioioso La mostra mercato (quest'anno dedicata al cibo nella letteratura) offre l'occasione per un bilancio: le idee ci sono, difficile è trovare i capitali di Belgioioso SABATO e domenica, 21 e 22 settembre, dalle 10 alle 20, il Castello di Belgioioso, presso Pavia apre le sue porte ai piccoli editori per l'ottava edizione di «Parole nel tempo», organizzata da Guido Spaini. Quest'anno fa da filo conduttore il rapporto tra cibo e letteratura (anche il catalogo è stato pensato come una specie di ricettario di brani gastronomici, un'antologia composta con brani delle novità e dei titoli in catalogo scelti dagli espositori). Ma non sarà questo l'unico interesse della rassegna. Insieme ai consueti dibattiti ed incontri con gli autori, è prevista anche una mostra, «Piccoli - Grandi. Letteratura e poesia nel '900 italiano», dalla collezione privata Hilarius Moosbrugger, curata dalla Libreria Pontremoli. Esporrà le prime edizioni delle opere d'esordio dei nostri classici di questo secolo, da Bacchelli a Saba e Montale, da Delfini e d'Arzo a Comisso e Moravia, da Malaparte e Lussu a Pavese, Sciascia e Pasolini. Quasi sempre «trovati e lanciati» da piccoli editori, a volte da singoli mecenati, curiosi e coraggiosi. Un modo per ricordare il ruolo pionieristico delle «botteghe» editoriali, di riaffermare con orgoglio un'identità culturale. E anche un esempio e un augurio per continuare a fare da «piloti» nella ricerca di voci ' e percorsi della scrittura. TEMPERATE l'uomo del giorno / con qualche rima di Diego Valeri./ Aggiungete un pizzico di cyparissum, / un odore di zolfo / un leggerissimo spargimento di sangue / una seppia dorata / nell'atto di morire. / Condite tutto / con salsa alla Garcia Lorca / versate il composto / nella formella del Pesce d'Oro / e servite in tavola / per il compleanno del papa»: tenera crudeltà di Alda Merini, grande poetessa ma anche amato genius loci, per entrare nel tema, il cibo, nella letteratura, nell'arte, che quest'anno accompagna a Belgioioso le «Parole nel tempo», i periodici «stati generali», e mercato, dei piccoli editori: quei fenomeni di resistenza, nell'attuale supermarket del libro del quale, pur con paure e incertezze, restano linfa. Oltre un centinaio e, come nelle passate stagioni (affiancati da tre editori medi: Marietti, Sellerio, Demetra) a sciorinare pagine con «piatti d'autore»: il «salame cotto di trippa d'Antille al porto muschiato» di Boris Vian, la zuppa di pesce di Scarfoglio, la minestra inesistente di Cyrano de Bergerac, la crostata di ciliegie italiana di Gogol e via golosando. Anche se non si tratterà solo di questo naturalmente e basti segnalare le due novità nel nome di Joyce presentate dalla Lint di Trieste: il misterioso legame dell'autore dell'Ulisse con una allieva in Tutto è sciolto di Roberto Curri e II triestino James Joyce Francescoli, romanzo dell'equadoregno Guido Jalil. Una vigilia al Castello all'insegna, più che in passato, del buonumore: troppo stridente con i problemi che i piccoli editori devono quotidianamente affrontare: strenua difesa dall'invasione dei grandi, esigui capitali, fatturati generalmente troppo bassi (la gran parte non supera la soglia dei 500 milioni l'anno mentre la soglia di minima sicurezza, secondo il guru Vigini, è di un miliardo), endemica difficoltà di distribuzione da cui scarsa visibilità in libreria? Fermo restando, come ci ricorda Raffaele Cardone della Marcos y Marcos nell'introduzione al catalogo, che «fare il piccolo editore ha qualcosa dei koan zen: se ci si chiede perché, non si continua; se si continua non ci si chiede perché», l'impressione sostenuta da alcuni dati obiettivi, è che qualcosa stia succedendo, positivamente: crescita professionale, migliore capacità di progettare, tendenza alla specializzazione, mentre il fenomeno più vistoso è la realizzazione di «sinergie» tra affini, vedi il quartetto Castelvecchi-Costa & Nolan-TheoriaTranseuropa, anche se, è il parere di Antonio Monaco della Sonda, frutto della sua esperienza con «Il tappeto volante», «la strada del futuro è alla francese, in vere e proprie fusioni: ma non tra simili bensì tra dissimili capaci di garantire forti risparmi organizzativi per tutti senza intaccare l'identità di ciascuno». Lieve ottimismo temperato da Tra le novità l'amica, segreta di Joyce La. strada del futuro? Vere e proprie fissioni voci tuttora allarmate: quella di Rosellina Archinto, che pure, aprendo la sua nuova collanina di poesia, ha dimostrato di voler tener duro e sta per pubblicare carteggi inediti di Caterina II e di Rilke: «Siamo nella totale impossibilità di farci conoscere dal grande pubblico, la libreria dopo 15 giorni dall'uscita di un titolo già ci rimanda le rese, così il libro è finito. 0 si fa come negli altri Paesi dove i grandi editori aiutano i piccoli o il futuro sarà ancora più difficile». Realisticamente guardingo anche Raffaello Cortina: «la piccola editoria sta male perché paga lo scotto del progressivo abbassamento culturale del nostro Paese, giunto al livello di guardia». Meno pessimista per sé, Cortina che molto piccolo non è potendo contare, grazie anche alle sue librerie, su un bilancio di 5 miliardi l'anno con un catalogo forte, psicoanalisi filosofia sociologia (imminente La filosofia dalla scala di servizio, hit tedesco di Wilhelm Weischedel) con un occhio alle uni¬ versità ma «senza adozioni programmate». Lo stretto legame con U mondo accademico è d'altronde uno dei punti di forza di imprese come la Liguori che può produrre 100 titoli l'anno per 62 collane con un giro d'affari di 3 miliardi (a Beigioioso con una Introduzione alla sociologia della letteratura di Giovanni Ragone), e parzialmente come Dedalo, sorretto peraltro dalle società-sorelle, litostampa e elettronica, ma i cui 800 titoh' di catalogo (in uscita un omaggio ai 100 anni del fumetto di Pietro Favari) esclusivamente di saggistica «sono in perenne movimento». Ma il vero test sulla salute dei piccoli editori non può venire che sul terreno tanto frequentato quanto insidioso della narrativa, «ancora e sempre troppo affollato» come non si stanca di ripetere Vigini, eppure in fase di discreta vitalità. Se uno «squisitamente minuscolo» come Gianni Borgo della Instar (pronto a misurarsi con l'arduo primo libro della inglese Jenny Di- ski Contro natura) pur ben consapevole della realtà «di un mercato stagnante», si prepara al salto dai 6 ai 10 titoli l'anno, vuol dire che, come sostiene Quarantelli di Lindau, l'editoria di qualità «ha forse imboccato la via giusta: la rigorosa individuazione del proprio spazio». Molti hanno già cominciato da tempo, la e/o di Ferri che dopo la perlustrazione dell'Est europeo ha cautamente allargato, con successo, i suoi orizzonti sino alla narrativa italiana d'esordio (due nomi nuovi nel '97); Fazi anch egli, visto il soddisfacente rodaggio, (a Beigioioso il primo romanzo di Gonciarov, Una storia comune) pronto a lanciarsinella narrativa contemporanea «contando nel '97 di arrivare a pareggiare i conti»; esemplare in questo senso, ma è un esempio tra parecchi, La Tartaruga per l'esplorazione della letteratura al femminile. Quanto a Iperborea dedicata al mondo scandinavo e nordeuropeo, come farà a cavarsela con mi fatturato di mezzo miliardo l futuro? fissioni l'anno, senza aiuti se non per le traduzioni? «Restando piccolissima e specializzatissima - spiega Emilia Lodigiani - e adesso sono riuscita a scandagliare altre rive del Baltico e prendermi Terra di confine, romanzo del giovane autore estone del momento Emil Tode». Da discrete a buone anche le notizie di chi continua a lavorare su più fronti, dai Manni che portano a Belgioioso i saggi inediti di Fortini, a Marcos y Marcos spaziante dalla narrativa a sfondo sociale (nuovissimo l'Arjouni di Magic Hoffmann) all'hard boiled di qualità, tutti a vario titolo impegnati su quel fronte della comunicazione, rapporto con i librai o direttamente con i lettori, che è uno dei passaggi obbligati per l'editoria oggi. «Tante presentazioni con pubblico e autori dicono alla Marcos - ma di libri vendibili: a Belgioioso siamo stufi di trovare poeti uzbechi con testo a fronte...». Organizzazione, scelte mirate, informatizzazione (c'è ora una macchina, la Ducoprint, che permette tirature minime a costi bassissimi), rapporti stretti con i media. Ma non basta. Il piccolo editore come il grande deve avere, oggi più che mai, «un di più di fantasia»: è il messagio ultimo di Vigini. Raccolto a suo modo dal vulcanico Guaraldi, l'inventore dei «nuovi selvaggi» abilissimo nel suscitare domande, alcune davvero pertinenti, e a creare suspense attorno al libro: la prossima è nientemeno «La vita della letteratura è la vita dell'editoria?» tema in discussione a «Dire fare scrivere pubblicare», la seconda convention di Colorno, Parma, il 12/13 ottobre. Tra tante altre cose, con Barilli e Barbolini, Piersanti, Voltolini e la Susani, ci si chiederà anche: in che modo è possibile oggi incontrare i lettori? Domanda davvero (im)pertinente. Mirella Appiotti ìì scheiwiller salvato dai quadri

Luoghi citati: Antille, Belgioioso, Colorno, Cortina, Parma, Pavia, Trieste