MARTINI: IL MONDO ASPETTA PROFETI CAPACI DI CONSOLARLO

IL CONSIGLIO IL CONSIGLIO di Renzo Paris SE siete sazi di romanzi giovanilistici senza gioventù, di storiacce pulp disossate, se magari vi va di conoscere come vivono, come lavorano e fanno l'amore gli scienziati del mondo del nucleare, vi consiglio l'opera prima di un prof, universitario, specialista dell'energia e dell'innovazione tecnologica. Leggendo Dopo è troppo tordi di G. B. Zorzoli (Ediesse, pp. 217, L. 26.000) vi parrà di essere risospesi nel dibattito degli Anni Sessanta tra la cultura scientifica e quella umanistica, di cogliere le radici dell'intreccio tra potere economico e politico. Zorzoli ha scritto un romanzo ambizioso, usando una lingua lucida e tagliente per una storia tutta italiana, che si svolge nell'arco di tempo tra la caduta del fascismo e quella del Muro di Berlino. Alla fine scoprirete personalità pubbliche del nucleare e incontrerete uno scrittore che visse del dibattito tra industria e letteratura, di vittoriniana memoria. MARTINI: IL MONDO ASPETTA PROFETI CAPACI DI CONSOLARLO Un assillo quotidiano: il dialogo tra credenti e società civì L discorso sulla dimensione contemplativa della vita si dirige a ogni uomo e donna che intenda condurre un'esistenza ordinata e sottrarsi a quella frattura tra lavoro e persona che minaccia oggi un poco tutti. Vorrei che queste parole fossero un messaggio per tutti gli uomini di buona volontà di Milano e dell'intera diocesi, spesso appesantiti dall'accumulo delle fatiche quotidiane e dalla molteplicità delle preoccupazioni». Con queste parole iniziava nel 1980 il ministero pastorale di Carlo Maria Martini quale arcivescovo di Milano. Parole che confermarono lo stupore di quanti, pochi mesi prima, erano rimasti sorpresi della nomina ad arcivescovo di mia delle più popolose e attive diocesi dell'intera cattolicità di mi illustre esegeta e studioso del Nuovo Testamento - tra i più quotati a livello mondiale -, rettore del Pontificio Istituto Biblico, ma sprovvisto - si diceva - di esperienza pastorale diretta. Sorpresa per certi versi analoga a quella che aveva accolto, allindici anni prima, la nomina dell'illustre patrologo Michele Pellegrino alla guida della diocesi di Torino. Vi fu chi arrivò a dire che l'arcivescovo di Milano aveva voluto dedicare alla Dimensione contemplativa della vita la sua prima lettera pastorale per non dare indicazioni «pratiche» al clero e ai fedeli della diocesi senza aver prima preso conoscenza più approfondita della realtà ambrosiana... In realtà, il ministero episcopale svolto dal cardinale Martini in tutti questi anni a servizio non solo della sua diocesi ma di credenti e non credenti nella società contemporanea, conferma l'intuizione di quelle sue prime pagine da «pastore»: «La preghiera, come la carità, è un dono dall'alto. Essa ci mette a servizio di una società più giusta. Ci fa vedere il mondo con gli occhi di Dio. Da un dono come questo possono nascere molte cose...». E molte cose sono davvero nate. Del resto già alcune coincidenze «liturgiche» potevano lasciar presagire la valenza anche sociale del ministero pastorale di Martini: non era forse stato eletto alla cattedra che fu di Sant'Ambrogio il 29 dicembre 1979, memoria di San Tommaso Becket, l'arcivescovo di Canterbury già cancelliere del regno di Enrico II, assassinato nella sua cattedrale per aver difeso «secondo le regole» la reciproca autonomia della Chiesa e del potere civile? E non era forse stato consacrato il 6 gennaio successivo, solennità dell'Epifania, giorno cioè in cui la chiesa, ricordando l'adorazione dei magi pagani, fa memoria della manifestazione di Gesù Cristo alle genti, ai non credenti nel Dio unico? Neoeletto cardinale, non aveva dedicato la sua meditazione al tema del martirio come apice della testimonianza cristiana nella compagnia degli uomini? Comunità dei credenti e società civile, queste le due entità costantemente presenti nel cuore, nei pensieri e nelle azioni del cardinale Martini. Entità da lui fortemente volute in dialogo costante, in un fecondo superamento di contrasti e tensioni. Credenti e non credenti interpellati dalla comune ricerca di senso - cioè di significato e direzione - da dare alla vita, non solo a quella personale ma anche a quella collettiva. E' in questo assillo quotidiano che si può scorgere anche il filo conduttore dell'ultimo volume di un «uomo della Parola». In Vivere i valori del Vangelo - significativamente affidato a un editore «laico» La Parola di Dìo tradotta nel linguaggio dell'uomo moderno: l'arcivescovo di Milano apre una nuova via nel catalogo Einaudi ivì SCRIVE COSI '—I

Persone citate: Einaudi, Enrico Ii, Maria Martini, Michele Pellegrino, Renzo Paris, Zorzoli

Luoghi citati: Berlino, Milano, Torino