Trovata in un baule la corrispondenza dell'ex Beatle con la cugina «Lennon: Miei cari parenti sento che vivrò a lungo»

Trovata in un baule la corrispondenza dell'ex Beatle con la cugina Trovata in un baule la corrispondenza dell'ex Beatle con la cugina Lennon: «Miei cari parenti sento che vivrò a lungo» LONDRA. John Lennon ebbe due esperienze di vita casalinga nella sua vita: la prima, tra il 1965 e il 1966 nella sua villa del Surrey in compagnia di Cynthia, gli stava stretta al punto che la definì «la vita del grasso Elvis». La seconda, cominciata nel 1975 dopo la riappacificazione con Yoko, gli diede grandi gioie: stare a casa a badare al piccolo Sean e a fare il pane era per lui il paradiso in Terra. E' a questo secondo periodo che appartengono le lettere alla cugina riscoperte adesso in un baule polveroso. Rivelano un John finalmente libero da stupefacenti e alcol: «Sono pulito come la neve e infatti non prendo nessuna droga o medicina, neppure l'aspirina». Salutismo e bambini avevano sostituito gli eccessi di un tempo. Il carteggio di Lennon con il parentado, conservato dalla cugina Leila che lo passò al fratello Stan Parkes, ò riemerso in Scozia e la dice lunga sul fatto che Lennon si era buttato alle spalle la bohème chic per diventare un felice padre di famiglia. Non solo: era rimasto un ragazzo di Liverpool con la nostalgia di casa. La rabbia sembrava finalmente svanita dalla sua vita, e l'interesse per i bambini aveva preso il sopravvento. Una lettera del luglio del 1975, stralciata dal «Sunday Times», suggerisce che John aveva una gran nostalgia del figlio Julian, nato dal primo matrimonio con Cynthia Powell, e non si era affatto dimenticato delle sue responsabilità verso di lui. «Guanto a Julian... sono fortunato se lo vedo o lo sento. Lei gli ha permesso di venire qui due volte l'anno scorso. E' un bambino in gamba, un po' furbetto come il suo babbo. 11 nostro rapporto è piuttosto buono». Altrove, Lennon lamentava che Julian gli avesse telefonato regolarmente finché sua madre non lo aveva dissuaso. Philip Norman, autore della biografia-Bibbia dei Beatles «Shout!» ha commentato che queste nuove lettere smentiscono l'immagine di un John indifferente all'educazione di Julian e anche l'idea che Yoko lo tenesse in ostaggio a New York. «Scriveva lunghe lettere promettendo di tornare in Inghilterra nel 1976 ed esigeva che la famiglia gli scrivesse». Rispondeva alla cugina: «No, non mi annoi con la tua vita di famiglia cosi piena. Perché non ci hai mandato qualche fotografia dei tuoi bambini?». Come per contraddire un altro biografo, Albert Goldman, che lo ha ritratto piagato dalla malattia, John spiegava: «La nostra dieta è molto salutare. Molti cibi integrali, semi di zucca, ecc., vitamine... Tentiamo di evitare le porcherie. Faccio esercizi di yoga (quasi) tutti i giorni». Questa conquistata sobrietà avrebbe rimesso in quadro, ne era convinto, un «corpo sballato dalla droga». Si sentiva tanto bene, John, che sciorinò una profezia straziante e sbagliata: «Scommetto che vivrò fino alla vecchiaia inoltrata». Le lettere, che Stan Parkes non intende vendere, sono anche la testimonianza divertente che John temeva ancora la tempestosa zia Mimi, che gli aveva fatto da mamma. «Devo ammettere che sono sempre sorpreso dalle sue scenate. Ho ricevuto una strana lettera da lei. Ho battuto a macchina una risposta ma non l'ho mai imbucata. Ho deciso che non valeva la pena rimbeccarla». Maria Chiara Bonazzi John dedito alle gioie del focolare tra figli, salutismo, lotta alla droga: emerge una personalità diversa da quella accreditata dai biografi John Lennon con la seconda moglie Yoko Ono Cara Leila, quanto a Julian... sono fortunato se lo vedo e lo sento. Lei gli ha permesso eli venire qui soltanto due volle l'anno scorso, li' un bambino in gamba, un po'fu? hello come il suo babbo... abbiamo un rapporto abbastanza buono». «Sono pulito come la neve... e infatti non prendo nessuna droga, compresa l'aspirina... Scommetto che vivrò fino alla vecchiaia inoltrata».

Luoghi citati: Inghilterra, Liverpool, Londra, New York, Scozia