Patto lavoro, stretta finale

Domani sindacati e Confìndustria tornano da Treu. Si surriscalda il fronte dei contratti Domani sindacati e Confìndustria tornano da Treu. Si surriscalda il fronte dei contratti Patto lavoro, stretta finale E venerdì si fermano i metalmeccanici ROMA. Settimana rovente per il mondo del lavoro e i riflettori sono puntati sul nodo dell'occupazione, un tema che con quello dell'unità europea è considerato prioritario dal governo. Dopo lo «stop» al patto sul lavoro per le posizioni assunte dalla Cgil e dalla Confindustria è anche slittata a l'ine mese la «conferenza di Napoli». Come si vede i problemi restano, anche se nessuno drammatizza e tutti evitano la parola «rottura». Proprio per superarli il ministro Tiziano Treu cercherà domani di ritessere le fila e stringere i tempi. Un compito non facile. Anche phi all'intesa era disponibile, come Pietro Larizza leader dell'Uil, oggi è irritato. Domani andrà al «tavolo» di Treu ma dice: «L'accordo era già fatto, poi è saltato per un contrasto insanabile su problemi per me già risolti. Martedì ci sarò perché ci ha convocati il governo, ma voglio vedere vedere una proposta conclusiva». Intanto venerdì ci sarà lo sciopero dei metalmeccanici a sostegno delle richieste sindacali per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Ma nel mirino non c'è solo la Federmeccanica, tradizionale controparte, e la protesta potrebbe allargarsi. 11 segretario generale della Fiom-Cgil, Claudio Sabattini, ritiene infatti che «la posizione della Confindustria e di Romiti in inerito alla riduzione dei salari al di sotto dell'inflazione non può essere accettata perché renderebbe inutili i contratti nazionali di lavoro, oltre a produrre un ulteriore taglio dei redditi nel Paese». «Lo sciopero nazionale di categoria del 27 settembre - ha aggiunto - dimostrerà come non solo i metalmeccanici ma l'insieme del movimento sindacale ò disposto a sconfiggere le posizioni della Confindustria che si presentano come liquidazione di ogni politica dei redditi e delle relazioni sindacali in Italia». «Dopo il 27 settembre - ha aggiunto Sabattini - se non si modificheranno le posizioni della Confindustria spetterà a tutto il movimento sindacale dare una risposta unitaria inequivocabile per difendere gli interessi generali dei lavoratori e per aprire una fase nuova di ripresa industriale e della occupazione». Per il leader della Fiom, dunque, la ripresa delle trattative «è condizionata ad una diversa posizione della Confindustria, capace di porre le condizioni per il rinnovo del contratto». Ma vediamo quali sono i punti che hanno provocato venerdì notte la brusca frenata al tavolo ministeriale, sui quali dovrà cimentarsi Treu. Il «cui de sac» è rappresentato dai contratti di formazione lavoro e dagli orari, con un braccio di ferro soprattutto tra Cgil e Confindustria. Alla confederazione di corso Italia non è piaciuta la proposta del governo sui contratti di formazione che prevedeva la proroga di un terzo anno al Sud in caso di stabilizzazione de! rapporto di lavoro alle condizioni contrattuali di partenza. «Cosi - hanno detto in Cgil - si introduce in maniera surrettizia il "salario d'ingresso" e noi non possiamo accettarlo». Per la verità un escamotage si era trovato: affidare la materia dei contratti di formazione a un disegno di legge (rinviando dunque la palla al Parlamento) stralciandola dal pacchetto occupazione, ma poi sono sorte altre difficoltà. Alle risei ve della Cgil si sono aggiunte quelle della Confindustria sulla questione della durata massima dell'orario settimanale indicata nel documento del governo a 40 ore, con il «recepimento» di una direttiva comunitaria in materia. Anche in questo caso si era individuata una soluzione, allegando una dichiarazione ad hoc del governo all'eventuale intesa, ma il consenso non è arrivato. Obiezioni sono state avanzate anche dagli artigiani che hanno giudicato il documento del governo «debole e insufficiente». A loro parere con alcune proposte, come ad esempio quelle relative all'apprendistato, si rischia addirittura di introdurre ulteriori costi e vincoli alle imprese artigiane. Francesco Bullo V:V:>: ,-./.: IL «PATTO» IN DISCUSSIONE [I punti principali della bozza messa a punfo dal governo] CONTRATTO DI FORMAZIONE Il governo vorrebbe applicarlo a una fascia di età compresa Ira i 18 e i 32 anni (35 anni al Sud). La soluzione però è stala stralciata dall'ipotesi di intesa. Forse ci sarà un disegno legge. APPRENDISTATO Verrà applicato a tutti i settori, compresa l'agricoltura, su una fascia di età tra i 16 e i 24 anni (26 nel Sud). FORMAZIONE CONTINUA Tenderà a favorire l'investimento formativo da parte delle imprese, aumentando le competenze, la riqualificazione e l'aggiornamento professionale. FORMAZIONE PERMANENTE Sarà regolato l'istituto del congedo ed in particolare di quello di formazione. Si opererà per via legislativa e attraverso rinvìi alla contrattazione collettiva, facendo riferimento al modello contrattuale delle 150 ore. LAVORO INTERINALE Si applicherà in tutti i settori, e verrà sperimentato anche in agricoltura e nell'edilizia in aree e con modalità individuate. E' escluso nei casi di sostituzione dei lavoratori in sciopero e nelle aziende che abbiano ridotto il personale negli ultimi 12 mesi. CONTRATTO A TERMINE Sarà sperimentato un nuovo modello di sanzioni solo nei casi di violazioni gravi. ORARO DI LAVORO il punto più «caldo». In questione sono le 40 ore settimanali. Il part-time sarà incentivato prevedendo ulteriori sgravi. . Restano i nodi dell'orario e dei contratti di formazione Giorgio Fossa presidente Confindustria Sergio Cofferati segretario della Cgil Il ministro del Lavoro Tiziano Treu

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