Tre piccoli estortori Nel mirino un'amico di 13 anni

ADOLESCENZA VIOLENTA ADOLESCENZA VIOLENTA Tre piccoli estortori Nel mirino un amico di 13 anni CCAMPOBASSO ALCI, pugni, intimidazioni e minacce di ogni genere per estorcere denaro a un ragazzino tredicenne che per far fronte alle richieste dei suoi aguzzini era costretto a sottrarre il denaro dalla cassa del negozio che gestiscono i genitori. A chiedere il «pizzo», tre baby estortori che hanno agito in un ambiente «sano» dove tutti sono instancabili lavoratori, tutti si conoscono e dove nessuno si sarebbe mai aspettato di sentire dai tg nazionali una storia di microcriminalità come questa. L'episodio è avvenuto a Vinchiaturo, un comune montano di tremila abitanti a circa dieci chilometri da Campobasso dove tre ragazzi minorenni, due di 16 e uno di 17 anni, sono riusciti a terrorizzare Luca, 13 anni compiuti da poco, al quale, in circa tre mesi, sarebbero riusciti ad estorcere una decina di milioni. In paese li conoscono tutti: due sono studenti, il più grande ha invece abbandonato da tempo le aule e ora è disoccupato. Tre ragazzi insospettabili. A far cessare quello stillicidio vessatorio a cui era stato sottopo- sto il tredicenne, sono stati i carabinieri, che hanno teso una trappola ai baby estortori. I militari hanno seguito il ragazzo in una località del paese, a Santa Maria delle Macchie, dove era stato fissato l'incontro per incassare 70 mila lire, ultima richiesta della banda di estortori. Non appena il ragazzo ha consegnato il denaro, i carabinieri, che con un cannocchiale hanno assistito a tutta la scena da un'auto-civetta, sono piombati sui minori ai quali hanno sequestrato le banconote che si erano appena infilati nelle tasche; banconote che erano state precedentemente fotocopiate. I piccoli criminali, scampati all'arresto, sono stati denunciati per concorso in estorsione alla procura minorile di Campobasso che li ha già convocati per questa mattina. A Vinchiaturo la notizia ha lasciato sgomenti un po' tutti. In un paese dove la delinquenza è limitata a sporadici furti e a liti tra confinanti, la notizia dei baby estortori viene quasi respinta: «Ma quale estorsione - dice il titolare di un bar -. E' una storia tutta da verificare anche perché abbiamo saputo che quei soldi rappresentavano un prestito che il ragazzino aveva fatto ai suoi amici più grandi. Sono appena settantamila lire e per così poco sembra che a Vinchiaturo ci siano baby mafiosi. Qui non siamo né in Sicilia, né in Calabria, figuriamoci se ragazzi come quelli sarebbero capaci di estorcere denaro a un coetaneo». L'estorsione, con minacce e violenze, era cominciata all'inizio dell'estate. La banda di minorenni, inizialmente per gioco, avrebbe cominciato a l'arsi consegnare piccole somme di denaro dal ragazzo. Poi il ricatto si sarebbe fatto sempre più pesante e le richieste di soldi ogni volta maggiori. Quando Luca aveva deciso di non voler più dare una lira, è stato preso di petto: «I soldi - gli avevano detto i piccoli aguzzini - o ce li porti al solito posto, o stanotte incendiamo il negozio di tuo padre». Roberto Ettorre

Persone citate: Roberto Ettorre

Luoghi citati: Calabria, Campobasso, Santa Maria Delle Macchie, Sicilia, Vinchiaturo