Ma Wojtyla rende omaggio alla Rivoluzione: «Grandi ideali libertà, eguaglianza e fraternità» Il Papa ribattezza la Francia di Marco Tosatti

Ma Wojtyla rende omaggio alla Rivoluzione: «Grandi ideali libertà, eguaglianza e fraternità» Ma Wojtyla rende omaggio alla Rivoluzione: «Grandi ideali libertà, eguaglianza e fraternità» Il Papa ribattezza la Francia Un trionfo la cerimonia per Clodoveo REIMS DAL NOSTRO INVIATO Stanco, il braccio sinistro tremante aggrappato al pastorale, ma ce l'ha fatta. La quinta visita del Papa in Francia - una battaglia, nelle previsioni - si è risolta in una serena vittoria di Giovanni Paolo II, che entrerà in ospedale fra poco più di due settimane. Ma la Francia non ha visto un uomo spezzato. Zoppicante, a tratti sofferente, ma anche allegro, a suo modo vigoroso, persino ieri, quando la fatica era più che evidente; alla fine della messa ha trovato la forza per improvvisare e ha evocato i fantasmi di questo secolo. «Ci sarebbe molto, di cui parlare, se si pensa alla prima e alla seconda guerra mondiale, a tutti quelli che sono sepolti in questa regione - ha detto - ma voglio solamente rispondere alla vostra gioia e al vostro entusiasmo, dirvi grazie e invitarvi, spero, l'anno prossimo a Parigi». Quella parola - «spero» - ha subito scatenato i sospetti: voleva dire che forse lui non ci sarà? Oppure voleva solo esprimere la speranza che ci fossero i suoi interlocutori? Il diretto interessato, avendo viaggi e appuntamenti in agenda nen oltre l'agosto 1997, probabilmente pensa di esserci a Parigi, l'anno prossimo. Ma comunque al traguardo della sua «quattro giorni» francese Papa Wojtyla c'è arrivato; molto meglio di quanto tutti si attendevano, alla vigilia. E anche il clima esterno si è rivelato molto meno bollente delle previsioni. Il Papa ha contribuito, con discorsi di tono soffice. E' giunto persino a elogiare - indirettamente - la Rivoluzione francese. «Che la vostra nazione rimanga accogliente sono le ultime parole del suo congedo, ieri all'aereoporto di Reims -, che continui a far condividere la sua cultura, che contribuisca a far progredire incessantemente gli ideali di libertà, eguaglianza e fraternità che essa ha saputo presentare al mondo». A Reims c'è stato anche l'abbraccio spirituale con il «ribelle» più noto di questi tempi, Jacques Gaillot, il vescovo di Evreux destituito il 13 gennaio 1995, e nominato vescovo titolare di Partenia, una diocesi che non esiste più, in Mauritania, perché fautore di una linea troppo aperta nell'etica sessuale, e nei problemi a essa collegati. Gaillot era fra i suoi colleghi vescovi, a concelebrare nella messa solenne e grandiosa per i 1500 anni del battesimo di Clodoveo. Era il grande pomo della discordia, questa celebrazione, e proprio nel giorno della creazione della Repubblica, nel 1792. A Valmy, dove le armate straccione della Repubblica fermarono due secoli fa l'esercito dei re, un migliaio di massoni - ma la Gran Loggia di Francia non ha aderito - hanno dimostrato ai piedi del monumento a Kellerman. «La Francia è Vercingetorige, non Clodoveo, la Repubblica è Valmy, non la Chiesa», era il motto. A Parigi ii grande raduno da Place de la République alla Bastiglia non ha avuto più di 5 mila presenze; un fiasco, secondo gli stessi organizzatori. Ma la celebrazione cattolica, con le sue decine di migliaia di persone, non ha prestato il fianco all'accusa di trionfalismo; non più di quanto non accada in ogni altra messa durante i viaggi papali; per tacere delle cerimonie solenni in San Pietro. E il Papa ha mantenuto l'approccio «soft» dei primi giorni, dando un taglio totalmente spirituale alla sua rievocazione del battesimo del re barbaro. «Il suo battesimo - ha detto - ebbe il medesimo significato di qualsiasi altro battesimo». Anzi; ha chiesto ai cristiani di rivolgere «un lucido sguardo» su quell'avvenimento. Ma ha rivendicato il diritto di parola: «In una società che ha contribuito molto a far riconoscere la libertà umana e i diritti della persona, va da sé che esprimere delle convinzioni non vuol dire imporle, bensì esercitare un diritto inalienabile». E ha lanciato una proposta: «Un dialogo sereno e rispettoso di tutte le famiglie spirituali dovrebbe rendere più positivi i dibattiti attuali». Con un ultimo saluto a ebrei e musulmani (tre milioni, in Francia): «Che il dialogo religioso e la collaborazione si sviluppino fra tutti, per un'armoniosa coesione della società francese nel suo insieme». Marco Tosatti «Parlare di Cristo non significa una imposizione, ma esercitare un diritto» Giovanni Paolo II benedice la folla alla messa di Reims [foto reuter]

Persone citate: Gaillot, Giovanni Paolo Ii, Jacques Gaillot, Kellerman, Papa Wojtyla, Wojtyla