Violante prevenire la corruzione

Mancino: governo e Parlamento devono fare la loro parte, ma senza colpi di spugna Bianco: sacrosanto il monito del Quirinale DIRITTO E POLITICA Violante: prevenire la corruzione «E' compito dei politici, le procure arrivano dopo» ■ROMA N tenui di giustizia e di ruolo del Parlamento Luciano Violante rincara la dose: «Il vero passo in avanti è quello non solo di reprimere, ma di prevenire la corruzione». In un'intervista al Tg3, il presidente della Camera ha così ripreso i temi trattati nell'intervento a Rovigo di due giorni fa: «Non possono fare tutto i magistrati - ha detto Violante - che arrivano necessariamente dopo, quando la corruzione c'è. E' la politica che deve guardare avanti per evitare le future corruzioni». Commentando le affermazioni del Presidente della Repubblica, Violante ha affermato: «Quando la corruzione si è manifestata non c'è dubbio che il bisturi ci vuole e molto severo. Però non dobbiamo pensare soltanto a questo. Dobbiamo pensare come evitare che la corruzione si manifesti, che il denaro pubblico sia disperso, che i soldi che i cittadini versa- no allo Stato vadano a finire in tasca a chi non li merita. Dimostreremo di essere all'altezza di questo compito, se riusciremo maggioranza, opposizione e chiunque ha funzioni politiche - ad istituire questo tipo di controlli, di regole, di nuove istitu¬ zioni per prevenire la corruzione. Altri Paesi l'hanno fatto, dobbiamo farlo anche noi e rapidamente». L'esigenza è fortemente sentita dalla massime cariche dello Stato, tant'è che il presidente del Senato Mancino, parlando a Scandiano alla festa dell'Amicizia, ha detto che «se è vero che per uscire da Tangentopoli non servono i colpi di spugna ma la conclusione dei processi, è altrettanto vero che la questione è morale oltre che giudiziaria; il governo deve quindi fare la sua parte, ma anche il Parlamento ha suoi precisi doveri». Occorre, in definitiva, una iniziativa politica forte che rimuova le cause strutturali su cui poggia il sistema Tangentopoli, e senza la quale l'intera vicenda sarebbe solo un'epopea giudiziaria. «Mi trovo in perfetta sintonia - ha detto il segretario del ppi Gerardo Bianco - l'ammonimento di Scalfaro è sacrosanto. Se però da una parte deve agire la giustiza, dall'altra, deve intervenire anche il governo a cui chiediamo di operare, nel fare le nomine, con grande oculatezza, sapendo bene il curriculum delle persone e rinnovando profondamente per tagliare tutti quei legami che purtroppo ancora esistono». In definitiva, questo Paese, ha concluso il vicepresidente del Consiglio Veltroni, «deve accelerare ulteriormente il suo rinnovamento, anche un rinnovamento di classe dirigente». Luciano Violante ha anche detto che «la giustizia non deve essere giacobina e schiacciare chiunque. La magistratura si legittima e diventa più forte se accerta le responsabilità penali senza esporre al ludibrio persone innocenti, che non c'entrano». In questo modo il presidente della Camera ha difeso quei parlamentari il cui nome è finito nelle intercettazioni registrate. Più esplicito in proposito il leader del ecd Casini: «Nella tangentopoli scoperta dalla procura di la Spezia, Prodi, Fini, Mastella, c'entrano come il sottoscritto con lo sbarco sulla Luna: bisogna quindi distinguere bene tra chi ha responsabilità e chi non ne ha alcuna, anche se il suo nome in questi giorni è stato collegato all'inchiesta. Comunque fa rabbrividire constatare come in Italia sia ancora in azione una cupola affaristica che ci allontana sempre di più dall'Europa». [r. r.] Mancino: governo e Parlamento devono fare la loro parte, ma senza colpi di spugna Bianco: sacrosanto il monito del Quirinale A sinistra: il presidente della Camera Luciano Violante A destra: il presidente del Senato Nicola Mancino

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