Due delitti eccellenti «Palermo, pentito fa luce sui gialli degli Anni 80»

Due delitti eccellenti Due delitti eccellenti Palermo, pentito fa luce sui gialli degli Anni 80 PALERMO. «Vi dico tutta la verità...» e, parlando senza mai fermarsi, il pentito Emanuele Di Filippo ha fatto scoprire mandanti, killer e moventi di otto delitti eccellenti voluti dai boss fra il 1983 c il 1985. Di Filippo è andato oltre, ha ammesso di aver fatto parte del commando utilizzato per togliere di mezzo personalità e anche piccoli bulli della malavita. Questi ultimi puniti perché avevano rapinato e rubato senza il benestare dei boss. Di Filippo, che l'anno scorso si pentì assieme al fratello Pasquale, collaborando anche alla cattura di Leoluca Bagarella di cui era stato grande amico, ha rivelato che l'ex senatore del pri Ignazio Mineo, consigliere comunale a Bagheria, la sera del 18 settembre 1984 fu assassinato dal suo gruppo di fuoco. Aveva avuto il torto di opporsi alla costruzione di un villino, in una zona panoramica di Mongerbino, del boss Nicola Prestilìlippo cognato di Pino Greco detto «Scarpuzzedda». Si temette la reazione del fratello maggiore dell'uomo politico, «zio» Antonio Mineo, ricco e rispettatissimo «uomo d'ordine» di Bagheria. E così per non far credere che fosse un agguato di mafia, fu simulata una rapina: uno dei killer infatti strappò la borsetta alla moglie della vittima. Di Filippo ha anche raccontato perché cinque mesi dopo, il 23 febbraio 1985, a Palermo lo stesso commando uccise l'ingegner Roberto Parisi, 54 anni e il suo autista Giuseppe Mangano di 57. Presidente dell'Associazione provinciale degli industriali ed ex presidente del Palermo, Parisi era direttore generale e amministratore delegato dell'Icem, la spa che gestiva l'appalto comunale multimiliardario dell'illuminazione cittadina. La sua prima moglie e la figlioletta di quattro anni, Alessandra, erano morte nel DC9 di Ustica. Adesso Di Filippo ha detto che Greco «Scarpuzzedda» ottenne il consenso della Cupola a ucciderlo dopo che l'ingegnere aveva deciso eh pagare il «pizzo» a Francesco Madonia e non più a lui. «Con noi c'erano anche Agostino Marino Mannoia e Mario Prestifilippo», ha dichiarato Di Filippo tirando in ballo altri due «picciotti». Il primo era fratello del pentito Francesco Marino Mannoia che aveva già parlato a lungo su questi delitti, ma i giudici avevano ritenuto insufficienti i riscontri prodotti dagli inquirenti, scagionando tutti gli accusati che erano in gran parte gli stessi di ora. Prestifilippo per anni ebbe fama di superkiller non meno feroce di «Scarpuzzedda». E il pentito ha anche fatto il nome di Salvatore Marino: pure lui sarebbe stato nel gruppo di fuoco prima di essere torturato in questura a Palermo mentre veniva interrogato per l'omicidio del commissario Montana. Olga Capasso, sostituto procuratore, ha emesso 8 ordinanze di custodia cautelare. Ieri notte i carabinieri hanno arrestato Alessio Basile, notificando i provvedimenti in carcere agli altri sette: Giuseppe Lucchese, Antonino Marchese, Pietro Salerno, Francesco Tagliavia, Antonino Lauricella, Lorenzo Tinnirello e Giuseppe Giuliano. (a. r.j

Luoghi citati: Bagheria, Palermo, Ustica