«Cocaina della Cia nei ghetti neri»

Un parlamentare «La sfiducia della mia gente verso Negli Anni 80 per finanziare i guerriglieri antisandinisti. I deputati di colore cavalcano l'accusa «Cocaina della Cia nei ghetti neri» Washington apre un'inchiesta WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A guidare la carica è stato il reverendo Jesse Jackson, subito seguito dal Black Caucus, il gruppo dei parlamentari di colore. E ieri il direttore generale della Cia John Deutch, per quanto scettico sulla fondatezza dell'accusa, ha dovuto arrendersi e annunciare l'apertura di un'inchiesta ufficiale. Del resto l'accusa è grave: è vero che la Cia, negli Anni Ottanta, ha coperto un robusto traffico di droga dal Nicaragua verso gli Stati Uniti, i cui utili servivano a finanziare le operazioni di guerriglia dei «contras», i guerriglieri che combattevano il governo sandinista del Nicaragua? Lo sostiene un giornale e la comunità nera americana appare particolarmente incline a credervi. Ci deve essere una spiegazione per il tragico destino di autodistruzione verso cui sembra irresistibilmente attratta la maggioranza della gioventù di colore. Ecco chi procura la droga che uccide i giovani neri dei ghetti: è la Cia, è il governo dei bianchi. L'accusa è emersa da un'inchiesta in tre puntate pubblicata da un piccolo giornale di provincia, il «San José Mercury News», e, per la verità, in forme un po' più sfumate di quelle in cui è stata poi riassunta e propagata. L'inchiesta racconta di due sostenitori civili della Forza Democratica Nicaraguense, uno dei gruppi guerriglieri anticomunisti abitualmente identificati come Contras. I due, Oscar Danilo Blandon Reyes e Juan Norwin Meneses Cantarero, avrebbero coordinato per an- ni un traffico di cocaina tra il Nicaragua e Los Angeles. Blandon, dopo avere scontato una lieve sentenza per spaccio di droga, sarebbe poi divenuto un informatore della Drug Enforcement Agency. L'inchiesta non conclude esplicitamente che agenti della Cia fossero direttamente coinvolti nel traffico, ma suggerisce che gli spacciatori siano stati protetti. Per quanto possa apparire incredibile, non è la prima volta che una simile accusa affiora. Tanto è vero che le prime indagini parlamentari al riguardo iniziarono appena Ronald Reagan annunciò come una priorità della sua amministrazione la lotta al governo sandinista del Nicaragua. Un rapporto stilato dalla Commissione Esteri del Senato nell'89 concludeva che, preoccupato per la situazione politica in Nicaragua, Panama e Honduras, il governo americano aveva intenzionalmente allentato i controlli sul traffico di droga nell'area. C'è poi un'altra storia, cara ai giornali della destra, che coinvolge anche Bill Clinton e un aeroporto militare dell'Arkansas, dal quale si dice partissero, negli Anni 80, aerei della Cia pieni di armi e tornassero dal Nicaragua pieni di cocaina. Ma, ricorrenza delle voci a parte, non sono mai emerse le prove certe di simili traffici. Deutch, nell'annunciare di fronte al Congresso l'apertura di un'inchiesta affidata all'ispettore generale Frederick Hitz, ha sostenuto che «da un primo esame» del materiale del Mercury News non emergono prove che la Cia sia stata coinvolta nel traffico di droga. Qualche giorno fa Deutch aveva anche spedito una lettera al Congresso, nella quale affermava testualmente che «l'Agenzia non ha mai avuto alcun tipo di relazione» con i due nicaraguensi citati dal I Mercury News. Un alto uffi- ciale della Cia che fu al centro delle operazioni a favore dei Contras ha dichiarato di non avere mai sentito il nome di nessuno dei due, uno dei quali veniva definito dal giornale come un «capo della Fdn». Dall'altra parte, una serie di casi accaduti in passato stanno a dimostrare che, fino a che non viene forzata dall'evidenza dei fatti, la Cia non tende a offrire spontaneamente la verità. Hitz, comunque, dovrà riferire le sue conclusioni in sessanta giorni. Il parlamentare di colore Donald Payne, presidente del Black Caucus, ha accolto con soddisfazione la notizia dell'apertura di un'inchiesta. Ma ha subito aggiunto che «la sfiducia della comunità nera verso la Cia è tale che quasi tutti credono in un suo coinvolgimento nel traffico di droga». «Non molleremo la presa», ha aggiunto. Paolo Passarmi Un parlamentare «La sfiducia della mia gente verso l'Agenzia è tale che tutti sono convinti che la cosa sia vera» Guerriglieri antisandinisti del Nicaragua: finanziati con lo «spaccio di Stato» di cocaina?