Partita a poker per il Pasok

Per i sondaggi testa a testa con il partito conservatore di Evert Oggi le elezioni anticipate volute da Simitis: la posta è l'Europa Partita q poker per il Pasok L'erede di Papandreu tenta il trionfo ATENE NOSTRO SERVIZIO Non è uno dei soliti confronti elettorali quello che oggi vedrà quasi 9 milioni di greci avvicendarsi alle urne per decidere chi, nel prossimo quadriennio, dovrà guidarli all'integrazione economica e monetaria europea. Traguardo tremendo, quest'ultimo, per un Paese dissanguato nella finanza pubblica da due decenni di sperperi populisti e distrutto nella fede politica da altrettanta demagogia senza riscontro. Mai in passato si era ravvisato, nell'elettorato greco tradizionalmente politicizzato, un clima più scettico e più alienato di quello di quest'ultima campagna elettorale. Queste elezioni costituiscono anche la scommessa personale di Costas Simitis, il nuovo leader del Pasok, diventato erede e riformatore del socialismo alla greca dopo oltre vent'anni di amore e di odio, di accordi e di disaccordi col vecchio Papandreu. La data della repentina convocazione delle urne è stata scelta da lui, con un buon anno di anticipo sul termine della legislatura, alla luce dei sondaggi che lo raffiguravano come il personaggio più affidabile nella coscienza della gente. Ma quello che a metà agosto sembrava potersi risolvere in una facile passeggiata elettorale, durante queste ultime battute prima del voto appare trasformata in una strada in salita. Non proprio insuperabile, tuttavia molto più faticosa per via di una serie di fattori forse non sufficientemente ponderati nella precipitosa decisione. Una decisione che, a giudicare dal debole avvio della campagna elettorale, ha colto alla sprovvista più l'apparato del Pasok che non gli eterni avversari di «Nuova Democrazia». Questi ultimi stavano in agguato da tempo, avendo fiutato i propositi del leader socialista forse meglio dei suoi stessi compagni. La guida del partito dei conservatori greci, dopo la sconfitta subita nell'ottobre del 1993 e le susseguenti dimissioni di Costantino Mitsotakis, è passata a un politico più rozzo e meno colto, ma decisamente più aggressivo. Miltiadis Evert, sanguigno e fedele seguace del fon¬ datore Karamanlis fin dai suoi anni giovanili, è subito apparso più propenso del suo predecessore ai colpi bassi. La propaganda elettorale neodemocratica si è concentrata in questo mese su una lunga serie di attacchi personali a Simitis, con una feroce contestazione della credibilità politica del sessantenne professore di diritto i cui discorsi pacati e pragmatici, dopo anni di intemperanze papandreiste, avevano reso di nuovo presentabile il Pasok. La punta più velenosa delle frecciate è consistita nell'accusa di disfattismo, mossa al premier per via delle moratoria concessa a fine gennaio, dietro intercessione americana, per la soluzione della crisi aeronavale con la Turchia attorno all'isolotto di Imia. Una tattica vincente? Non lo si saprà fino a stasera, alla chiusura delle urne, ma è certo che i sondaggi hanno tramutato la «passeggiata» in un testa a testa il cui esito dipenderà, forse, da un altro fattore scarsamente valutato dagli strateghi del Pasok: cioè la possibile emorragia di voti sulla sinistra dove, in quest'ultimo scorcio di battaglia elettorale, sembrano aver preso quota le speranze dei cosiddetti «comunisti rosa» di «Synaspismos» (che significa coalizione), i quali nel '93 avevano fallito l'ingresso in Parlamento mancando il quorum del 3 per cento per poche migliaia di schede. Ma ancor più temibile di quest'eventualità appare la defezione di una considerevole frangia di delusi dal pragmatismo socialdemocratico ed europeista sbandierato da Simitis, il cui scontento potrebbe confluire nel nuovo Movimento Democratico Sociale (siglato Dikki), il partito fondato un anno e mezzo fa da Dimitri Tsovolas, ex ministro delle Finanze di Papandreu, uscito dal Pasok sulla scia di una rinnovata polemica a favore di un socialismo radicale. E questa potrebbe essere la vera spina nel fianco di Simitis. Minas Minassian Per i sondaggi testa a testa con il partito conservatore di Evert Il premier socialista greco Costas Simitis durante l'ultimo comizio prima della chiusura della campagna elettorale

Luoghi citati: Atene, Europa, Turchia