Maroni arruola le Guardie di Ugo Bertone

«Come le truppe di Cecco Beppe daremo una mano al popolo» Maroni arruola le Guardie «Siamo pacifici», e si allenano al tiro a segno L'ESERCITO DEL CARROCCIO MANTOVA AI pure a me...». Là, sul palco, con il fazzoletto verde in tasca e il collarino al collo l«ma non mi hanno messo la museruola...» obietta divertito) Roberto Maroni raccoglie le prime iscrizioni alla guardia nazionale della Padania. Per ora, basta compilare un foglio che Maroni infila nella cartella badando bene a non danneggiare la torta «sbrisolona», con marchio «made in Padania», con tanto di croce celtica in vendita nell'atrio del teatro (pardon, Parlamento). «Ci pensavo da tanto tempo spiega un ragazzo di Bolzano, 30 anni, giubbotto di jeans - mai stato in un partito, e le ultime due volte non ho nemmeno votato. Ma credo che stavolta sia la volta buona... Il nome? Non te lo dico. Sono dipendente pubblico eppoi mio zio è un pezzo grosso della de...». Arrivano anche le ragazze, minigonna e tanta voglia dell'autografo di Bossi che al pubblico femminile non si nega... E così si arruolano i primi soldati della Padania, gente difficile da definire, vuoi a leggere lo statuto che a sentir i discorsi di Bossi e dei suoi. Deve essere un non violento, un gandhiano convinto («come me» asserisce convinto l'ex onorevole Erminio Boso che del mahatma non ha certo la stazza fisica), ma deve praticare il tiro a segno. Non sostituirà le «camicie verdi», il servizio d'ordi- ne nelle manifestazioni della Padania («ma solo lunedì sapremo che cosa faremo noi..» spiega Corinto Marchini, il responsabile) ma, dice lo statuto, «assumerà la difesa di chi ha bisogno della solidarietà umana, anche attraverso l'assunzione di iniziative pacifiche e non violente, ivi concluse la disobbedienza civile e la resistenza passiva». Chiaro? Per ora mica tanto, ma non è ciò che importa, per ora. «Quel che conta - dice Sergio Divina, consigliere regionale del Trentino - è che dopo mercoledì abbiamo un boom di iscritti. Numeri? Quelli non li so, ma la sensazione è forte». Già, l'irruzione della polizia in via Bellerio sembra aver ridato fiato al movimento, a corto di fiato dopo lo sforzo della marcia sul Po. «Io sono un piccolo imprenditore - ringhia una camicia verde della "Brigata Toro", cioè piemontese - lavoro 15 ore al giorno e sono incensurato. Poi arriva un giudice e mi insulta dicendo che posso rischiare l'ergastolo...». Eh sì, dice proprio «m'insulta», mentre Matteo Brigandì, procuratore generale della Padania, sorri¬ de a bocca piena. «Mai ricevuto tante richieste come in questi giorni - commenta Marchini - ho dovuto respingere anche della gente. Mica vogliamo le teste calde noi...». Ma quanti sarete? «Le camicie verdi - è la sua risposta - sono migliaia. Ma la guardia sarà ben più numerosa». Oddio, sui numeri la matematica leghista spesso è un'opinione. «Ma stavolta ribatte Domenico Cornino, capogruppo parlamentare a Montecitorio - dopo i fatti di Milano tutte le nostre sezioni sono state sommerse dalle telefonate. Abbiamo ricevuto anche la solidarietà di tanti non leghisti...». Ma, chiede una cronista tv, come si sente nei panni di Gandhi lei, che è di Gladio? «Non combatto leoni - sibila Cornino - ma solo gli idioti...». Ma non è la giornata delle liti. Oggi, a Mantova, prevale l'atmosfera «buonista» anche verso i giornalisti, ringraziati da Mario Borghezio (proclamato «eroe dei fatti del 18 settembre») per la «cronaca obiettiva dell'aggressione fa¬ scista che abbiamo subita». Resta la domanda principale. Ma che sarà, al di là delle parole, questa guardia nazionale? L'esempio è quello degli Schutzen? «No, non facciamo confusione - borbotta Lombardi Cerri, parlamentare della Padania -. Gli Schutzen fanno addestramento militare, sono inquadrati. Il vero modello sono i lan-' dsturm». Chi? «Erano le guardie, disarmate, dell'epoca di Ceco Beppe. Una milizia territoriale, che dava una mano a livello locale». «E sia ben chiaro - ammonisce Lombardi Cerri - faremo in modo che ai vertici della milizia ci sia rotazione delle cariche per evitare l'accumulo di poteri». Si preoccupano già di un possibile golpe, in Padania... «Magari diventassimo - sospira la recluta di Bolzano - come gli schutzen. Quelli sono forti, basta che uno chiami e il gruppo risponde. Per quello sono liberi da Roma». E chissà se Gandhi sarebbe d'accordo. Ugo Bertone «Come le truppe di Cecco Beppe daremo una mano al popolo» Camicie verdi ad un comizio di Umberto Bossi

Luoghi citati: Bolzano, Ceco Beppe, Mantova, Milano, Roma, Trentino