Ciampi: col rigore Europa vicina

Battaglia a Dublino sull'Uem: Italia e Grecia, secondo il francese De Silguy, sono fuori Battaglia a Dublino sull'Uem: Italia e Grecia, secondo il francese De Silguy, sono fuori Ciampi: col rigore Europa viciaa Fazio: se tagliate abbasso i tassi di un punto DUBLINO DAL NOSTRO INVIATO L'aiuto più prezioso a Carlo Azeglio Ciampi l'ha portato il suo vecchio amico Antonio Fazio, che mai come ieri si è mostrato loquace e pronto alle risposte dei giornalisti. A Rifondazione, al Pds, alle frange del Ppi che difendono a spada tratta sanità e pensioni, il Governatore ha lanciato un messaggio chiarissimo: la finanziaria va approvata, e deve essere seria e rigorosa, come chiede Ciampi. Se ciò sarà fatto, i tassi d'interesse scenderanno, l'economia respirerà, ed anche la meta della moneta unica europea sembrerà meno lontana. Ma Bertinotti, D'AJema, Rosy Bindi, cosa diranno? «Non entro nei particolari di una finanziaria che sarà approvata tra pochi giorni - dice Ciampi -. Quel che io sottolineo è che c'è coesione nel governo sugli obiettivi: lotta alla disoccupazione, ingresso nell'Europa monetaria e, perché questo avvenga, risanamento delle finanze pubbliche. E' da luglio che il Tesoro sta rivedendo i conti, cercando di fare economie in tutti i settori, anche rendendo più funzionale l'amministrazione. Questo è quel che cerchiamo di ottenere, abbiate la pazienza qualche giorno». Il presidente della Commissione europea, Jacques Santer, ha detto del resto che in tutta Europa si stanno riducendo l'inflazione e i deficit pubblici, e che «è in atto un moderato ma costante miglioramento della situazione economica. Io - ha detto Ciampi - ho ascoltato con particolare piacere, perché questo vuol dire che non siamo in recessione, come qualcuno pretende, ma alla vigilia di una ripresa. L'Italia ha l'intendimento chiaro di entrare in Europa sin dall'inizio - ha detto il ministro -. Sappiamo che ci sono difficoltà, sarebbe da stolti non riconoscerlo, ma stiamo facendo ogni sforzo per raggiungere l'obiettivo». Tolta la spesa del debito il Paese ha un avanzò primario del 5,4 per cento, e «questa è un'informazione che lascia stupiti i miei colleghi stranieri - dice Ciampi -. Il nostro vero problema è fare una finanziaria seria e rigorosa, avvicinandoci' il più possibile al criterio di Maastricht, e raggiungere l'obiettivo della riduzione dei tassi, che è la chiave dei nostri problemi, perché abbiamo un onere del debito pari a 200 mila miliardi: il 10 per cento del Pil». Fazio, seduto accanto al ministro, annuisce e aggiunge: «Quanto dice Ciampi non è utopia, è quanto in realtà sta già accadendo. Il tasso a lungo termine è al 9% lordo, è un risultato quasi storico, e la discesa è in atto. Il differenziale con i tassi tedeschi è del 3%, ed era invece al 5. Bisogna ridurre le aspettative inflattive. Dunque l'invito a Ciampi - e ridendo passa al tu - è che tu faccia una buona finanziaria». Governatore, chiediamo, vuol dire che se la finanziaria sarà rigorosa la Banca d'Italia abbasserà i tassi? «Mi sembra che più chiaro di così non potevo essere». I tassi d'interesse dei titoli pubblici possono scendere entro l'anno di un punto percentuale tondo tondo, il che in un anno significa un risparmio di seimila miliardi, mentre «a regime», e cioè entro tre anni, il taglio di spesa per le casse dello Stato arriva a 20 mila miliardi: l'uno per cento del Pil, più della metà della finanziaria attualmente in discussione. «E' qualcosa che incominciamo a toccare - insiste Fazio -. Signori, la lira si è rivalutata del 20 per cento! Bisogna riandare al 1947 per trovare un risultato simile. Non abbiamo ancora vinto nessuna guerra, ma...». Il governatore non finisce, ma una vittoria decisiva, vuole dire, l'abbiamo già in tasca. «Noi possiamo e dobbiamo porci l'obiettivo di arrivare nel '97 ad un deficit inferiore al 4,5% indicato nel Decreto di programmazione economica e finanziaria», insiste Ciampi. Questo è necessario se vogliamo entrare nel primo gruppo dell'Unione monetaria europea. Ma se la finanziaria «non sarà sufficientemente seria, rigorosa, convincente per i mercati», la moneta unica ce la possiamo scordare. E la rottura delle trattative per il patto sul lavoro, e il rinvio della Conferenza di Napoli? Non rischiano di riaccendere i timori d'inflazione? «Non mi pare assolutamente - dice netto il ministro - in tutte le trattative c'è un momento critico. Quando nel '93 negoziavo il patto sociale mi dicevano che solo un miracolo avrebbe permesso un successo. E due giorni dopo avevo in mano il più bell'accordo mai fatto». Fabio Squillante Jascques Santer