Vendevano armi a Bosnia e Kuwait

Nuovi verbali con le intercettazioni telefoniche. Nei colloqui anche i nomi di Dini e Corcione Nuovi verbali con le intercettazioni telefoniche. Nei colloqui anche i nomi di Dini e Corcione Vendevano armi a Bosnia e Kuwait «Sull'industria bellica le mani della mafia» ROMA. Non solo ferrovie o appalti dell'Eni, ma anche armi. Tantissime armi. Chicchi Pacini Battaglia era il punto di riferimento - i giudici lo definiscono un «centro di potere occulto dedito a rilevanti e gravi attività criminose» - anche per i costruttori bellici, ai quali garantiva i canali bancari svizzeri e lo amicizie politiche. BOSNIA. «Altre telefonate - scrivono i giudici nell'ordinanza di custodia per i manager dell'Oto Melara - evidenziano forniture di armamenti alla Bosnia, anche se verso tale Paese è operante l'embargo per il conflitto armato in corso. Per quanto attiene verosimili forniture alla Bosnia, significative appaiono le telefonate del 16 novembre 1995 tra Maria Grazia Sampieri, segretaria di Pier Francesco Guarguaglini (legale rappresentante della Oto Melare, ndr) e il maresciallo Ricci dell'Uama (ufficio armamenti, ndr). Sampieri: «Viene il ministro della Difesa della Slovenia». Rkci: «Me l'hai detto». Sampieri: «Sì, quindi... bombe in Bosnia, cadono bombe in Bosnia...». E c'è anche un'altra telefonata assai esplicita: Alibom: per le corazze aggiuntive delle torrette di Danimarca... Segretaria: ali... per Danimarca. Ok, ok. Alibom':... quelle della Bosnia. Segretaria: sì, sì. SPARTIZIONE CONTINENTALE. La pace li interessa ben poco. Meglio le guerre. Ecco dunque che parlano al telefono delle aree calde del continciite e fanno piani di sviluppo. Patini Battaglia: Al Sabaah (dignitario del Kuwait, ndr) è quello che conta. E' lo sceicco. Deve con Omar (Yahia, nazionalità libica, cittadinanza dell'Oman, già imputato a Milano per le tangenti sul gas algerino, ndr) essere d'accordo di elimina quelli che hanno fatto questo casino quando lui era in vacanza. Guarguaglini: Certo. Patini Battaglia: Il problema... conoscendo gli arabi, è che gli devi spiega che lui deve chiamare Al Sabaah e dirgli: sicuramente domani fa quel bando di gara... 0 queste persone le elimini o ci dice con chi si deve parlare. Cioè in questi Paesi arabi di merda... se loro non si spiegano bene fra loro, dato che Omar a noi ci caca abbastanza poco perché essendo estremamente ricco e volendo andare al posto di Gheddafi... perché lui pensa di pigliare la Libia in mano... lui è sempre a intrallazza con tutto il mon- do per aver questa Libia che non piglierà mai, se vuoi il mio parere... Guarguaglini: Del Perù te l'avevo portata. Me la son... (sembra dire «dimenticata»). Poemi Battaglia: Tanto io questa settimana che viene vado in clinica. Guarguaglini: Invece m'ha ridomandato Ripa (dirigente Oto Melare, ndr) per il Kenya. Nel senso che lui vorrebbe andare già e... chiudere... I GUAI DI MANI PULITE. Dalla massa delle intercettazioni, emerge una continua preoccupazione di Pacini Battaglia. Teme di essere lambito di nuovo dalle indagini di Milano o di Brescia. Parlando con Guarguaglini il 12 gennaio 1996: Polirti Battaglia: Non ci voglio mettere bocca. Non ci voglio mettere boccatoerché io già so che... ho già vissuto sulle nostre chiacchierate e... l'fiai visto sono uscito sul Giornale per una intercettazione telefonica di Raggio (Maurizio, presunto prestanome di Craxi, ndr). In un'altra occasione, il 2 febbraio 1996: Patini Battaglia: Già c'ho tutti i miei problemi, ancora con tutti i casini mìei di Brescia e di quegli altri che ce l'ho ancora avanti perché c'ho... c'ho Salamone che non mi dà requie., per cui quella storia di Di Pietro., dell'avvocato Lucibeli|o.... c'ho ottantamiladuecentocin£quanta casini latenti. Guarguaglini: Ma Lucibello era quello che io una volta l'ho (presu¬ mibilmente «lo» ndr) portai a... no, così, per curiosità... Paoni Battaglia: Sì! Ere lui. E' il mio avvocato,, per cui oggi ci vediamo alle tre e mezzo... OMISSIS Patini Battaglia: Le azioni te le dò a te. Non le voglio io. Non sono... non so se ho reso l'idea., io voglio chiudere tutte le cose che mi riguardano.... non voglio più stare in Italia, ne ho pieni i coglioni. C'ho due telefoni sotto controllo. Ora si scopre che Pacini Battaglia non aveva detto tutto quello che sapeva ai giudici di Mani pulite. Lui si vantava di aver salvato Omar Yahia. Pacini Battaglia: E' doveroso nei miei confronti perché sennò lui poteva caca nella merda come non mai, per il suo socio che hanno ru¬ bato i soldi alla Cooperazione italiana. Lui mi fa tutti questi piaceri, ma non me li segue come dovrebbe. Insomma... Salam, quello che hanno buttato in galera a Londra, l'hanno buttato in galera. Se io non aiutavo Omar, si trovava nella merda fino agli occhi. I MINISTRI. Da parte di tutto il gruppo c'è un interesse spasmodico per le mosse della Farnesina e della Difesa. Guarguaglini informa il suo assistente Adriano Zappa, il 12 gennaio 1996. Guarguaglini: Senti, ti volevo dire questo. Ho parlato con Fabiani (Fabiano Fabiani, presidente di Finmeccanica)... Fabiani ha parlato con il ministro (della Difesa Corcione)... e il ministro ha dotto che uno dei due glielo spedisce giù (in Kuwait, neh'.)... uno dei due sottosegretari. Stesso giorno, altra telefonata: Guarguaglini: ... digli: guardi, Fabiani s'è messo d'accordo con il ministro. Zappa: Dunque, lui ha detto Difesa, vero? Lui ha parlato con Difesa o Esteri? Guarguaglini: No, lui ha parlato con Corcione... Con un mio biglietto da visita lo mandi lì... Zappa: Dunque allora va giù il sottosegretario alla Difesa. Non si sa il nome perché è uno dei due. Guarguaglini: Io direi per farci andare Silvestri (ex sottosegretario alla Difesa, ndr) perché ci parliamo meglio. Zappa: Ok, quindi lo dico a Liotta (dipendente Oto Melara già in Kuwait, ndr) e lo dico a Salman che lui vuole visitare il capo della Guardia, giusto? Guarguaglini: E' chiaro che... Fabiani ha detto... cioè se incontra il ministro è anche meglio. Zoppa: E' anche meglio. Quindi minimo capo della Guardia nazionale oppure il ministro della Difesa. Giù c'è andato in questa settimana il (ministro) francese. Ma c'è anche grande interesse per gli Esteri. Un affare peruviano sta per andare a monte perché l'ambasciatore italiano ha fissato una percentuale troppo bassa di intermediazione ufficiale. Dal 3 per cento riescono a farla salire al 15 per cento. Presumibilmente, scrivono i giudici, per ritagliare una quota di fondi neri. Poi ancora a proposito del Kuwait. Guarguaglini: Ho riparlato anche ieri con l'ammiraglio, no, il quale ha detto: il nove c'è la riunione che però siccome è intervenuto anche Dini in persona, lui va sicuramente giù. Poi stamattina gli ho mandato un altro appunto. Pacini Battaglia: Perché i francesi? Guarguaglini: I francesi sono gente seria, quindi... ogni tanto vanno in un Paese. Non come facciamo noi. Pacini Battaglia: Non come facciamo noi casinari... Guarguaglini: Ci va il ministro della Difesa. Ci va l'Angioni corrispondente, no, e trattano i loro affari... No di nascosto. Pacini Battaglia: Gli inglesi sono altre persone che trattano in maniera chiarissima... IA MAFIA. Non poteva mancare, in questa area grigia di traffici illeciti e di tangenti, la presenza di Cosa nostra. Scrivono i giudici di La Spezia che la loro indagine parte dalla scoperta dell'autoparco di Milano, poi si intreccia con le indagini della procura di Messina e di Catania. Centrale è il ruolo di tal Rosario Cattafi, mafioso della famiglia Santapaola, arrestato nell'Autoparco di Milano. «Rosario Cattafi - scrivono - aveva rapporti, in atto da diverso tempo, con soggetti che rivestono moli di dirigenza nelle principali industrie belliche italiane, situazione di fatto integrata da quanto da! medesimo asserito in conversazioni intercettate nell'ambito del procedimento Autoparco e cioè di aver sempre disposto di canali di approvvigionamento delle armi». [fra. gri.] Pacini: «Non voglio più stare in Italia ne ho pieni i e.. C'ho due telefoni sotto controllo» I giudici spezzini: il finanziere era un centro di potere occulto e attività criminose Qui sopra Pacini Battaglia A sinistra Domenico Corcione ministro della Difesa durante il governo di Lamberto Dini