Il gran ritorno di Larini di Zeni
l'uomo del «conto protezione» Il gran ritorno di Larini Silvano, V«esattore» di Bettino l'uomo del «conto protezione» MILANO ICE: «L'unico rapporto che ho con le fniTovin dello Stato è che qualche volta viaggio in treno». E in quel «qualche volta» c'è tutto Silvano Larini - ricordate? compagno di scuola di Bettino Craxi, portamazzette preferito dall'ex segretario psi, l'uomo delle valigie piene di soldi, testa lucida, gran viveur sempre abbronzato, sciupafemmine e vitellone, amico di chi conta e amante del mare: casa a Cavallo, villa a Rangiroa, Polinesia, un venti metri Alpha Centauri II sempre pronto a salpare. In treno: lui che già girava in Jaguar negli Anni Sessanta, a Brera, ai tempi del bar Giamaica frequentato da Tadini e Sommare, pittori di fama, modelle e tiratardi? Figurarsi. «Qualche volta», appunto. La classe non e acqua e un pizzico d'ironia non guasta nemmeno in un sabato piovoso dove il tavolo al Santa Lucia è già prenotato per due - per Silvano e la bionda Viviana Lecchi, la terza moglie - ma rosta vuoto per l'arrivo dei finanzieri spediti dai pm di La Spezia che indagano sulla Tangentopoli due che ha portato in carcere vecchi amici di Larini, Lorenzo Necci e Pierl'raucesco «Chicchi» Pacini Battaglia. I soliti noti, insomma, che a volte ritornano. Compreso lui, l'ex esattore di Bettino che fino a ieri sembrava cullarsi nella normalità di un tempo. All'improvviso la bufera come tre anni fa, ai tempi di Tangentopoli uno, del pool e di Di Pietro. Di nuovo inquisito per peculato, corruzione, truffa e falso in bilancio, la casa perquisita più d'un'ora con mezz'ora che se ne va a verificare la regolarità del possesso delle armi che i finanzieri si trovano davanti: sono tutte denunciate? Tutte regolari, almeno quelle. Di nuovo membro di diritto di quella sorta di «Speetre» della mazzetta che finanzia tutto e di più, politici, magistrati e chissà chi. Brutta storia, comunque la si rigiri. Con mezza Milano sottosopra: perquisita anche l'abitazione di Roberto Tronchetti Provera, tavolo fisso al Clubino, il circolo più esclusivo della Milano che conta, perquisite le case di Pio Pigorini, Leonardo Greppi e Gianni Dell'Orto, ex uomini di vertice nel gruppo Eni, perquisito lo studio di Giorgio Rocco, commercialista di Donatella Zingone, moglie di Lamberto Dini. Sabato piovoso e col botto. Chi l'avrebbe detto che tre anni dopo, il film si sarebbe ripetuto? Stessi protagonisti, medesimi luoghi. E così, riecco l'attico di via Morigi, 400 metri quadrati su due piani con terrazzo e piscina di otto metri per tre, il nido di Silvano e Viviana, i saloni dove era di casa Bettino e passavano gli amici di Bettino, Giampiero Cantoni, il banchiere, Salvatore Ligresti, l'immobiliarista, Antonio Recalcati, il pittore, Gianni Varasi, il finanziere, Gabriele Cagliari, l'ex presidente dell'Eni, e dove, di tanto in tanto, si faceva vedere anche Silvio Berlusconi che proprio Larini aveva presentato a Craxi. Roba d'archivio e invece... Invece, è proprio lì, in via Morigi 3/A, a due passi dalla Borsa, che sono tornati gli agenti della finanza alla ricerca di documenti della «Spectre». Cercavano: «Cercavano riscontri sui rapporti tra Pacini Battaglia e le Fs», assicurano i difensori di Larini, gli avvocati Corso Bovio e Caterina Malavenda. Già, prove, riscontri, fatti, forse misfatti dell'amico Chicchi. Lo stesso emerso tre anni fa quando Silvano, latitante da 250 giorni e inseguito da mandato di cattura internazionale firmato dal gip Italo Ghitti, aveva deciso di tornare. Tornare e costituirsi direttamente a Di Pietro. Per Di Pietro e Davigo è lui, Larini, l'uomo che incassava dagli imprenditori i miliardi di mazzette da dare a Craxi. Per un altro pm, Pierluigi Dell'Osso, che indaga sul crack dell'Ambrosiano di Calvi, è lui, La¬ rini, l'uomo che a Ginevra gestiva il conto Protezione, conto 633369 dell'Ubs, dal quale sono passati i 7 milioni di dollari pagati dall'ex presidente del Banco al psi. Larini, dopo soli quattro giorni di carcere a Opera e tre interrogatori fitti/fìtti, dice tutto quel che può. Racconta il minimo indispensabile sull'amico Bettino: ammette di aver consegnato una ventina di plichi al 19 di piazza Duomo, lasciandoli o alla segretaria di Bettino, Enza Tomacelli, o sul letto della stanza di riposo che stava a fianco all'ufficio di Craxi: mai un passaggio diretto di soldi. Poi riconosce la paternità del conto Protezione ma inguaia Martelli costretto a lasciare la poltrona da Guardasigilli. E Chicchi? Di Pacini, Larini parla poco e bene: «E' un amico». Ma quali fossero i rapporti veri tra i due l'ha rivelato, in un'intervista, Romano Rappini, autista (fino all'88) di Silvano: «Era l'87 e in quel periodo mi capitò di accompagnare Larini al Palace di Milano, lì c'era un certo Pacini. Silvano portava con sé una valigetta 24 ore marrone. Usciti dal Palace andavamo direttamente in piazza Duomo 19, nello studio di Craxi». Armando Zeni L'ex autista: si vedeva con Pacini all'Hotel Palace poi andavano da Craxi con la valigetta... Nella foto sopra l'ex segretario del psi Bettino Craxi A destra Silvano Larini
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