La City fulmina Olivetti di Ugo Bertone

Da Londra attacchi durissimi a De Benedetti e alla Consob Da Londra attacchi durissimi a De Benedetti e alla Consob la City fulmina Olivetti «Piazza Affari senza regole» MILANO. La vicenda Olivetti? Un «Italian Job» lo definisce il Financial Times, fino a pochi giorni fa tutt'altro che severo con Carlo De Benedetti. «C'è un risvolto in apparenza sconcertante - attacca la Bibbia delle Borse anglosassoni -, le azioni Olivetti sono salite una settimana fa quando Carlo De Benedetti ha lasciato la presidenza e lo stesso hanno fatto quando lui ha ripreso un controllo effettivo». Ma non c'è da stupirsi, aggiunge tagliente il quotidiano: «Si può stupire solo chi ha davvero pensato che l'Italia stava cominciando ad obbedire alle regole dei mercati anglosassoni. In realtà abbiamo avuto la conferma che le grandi società italiane sono lontane daUe nozioni di importanza dei soci e correttezza dei bilanci». La City, insomma, reagisce con rabbia all'affaire Olivetti, mentre il titolo, dopo una lunga altalena sembra aver ritrovato un suo equilibrio in Borsa (mattinata al rialzo, pomeriggio in caduta e finale a quota 540) e l'inchiesta giudiziaria procede nel massimo riserbo (ieri è stato interrogato a lungo il dirigente Edoardo Toscani). E continua anche qualche operazione finanziaria nel gruppo: ieri De Benedetti ha comunicato che il suo controllo in Cir, attraverso la Cofide, è passato dal 49,96 al 50,06% del capitale. L'attacco del Financial, infatti, non è isolato né la società di Ivrea è il solo bersaglio. Ecco che cosa scrive The Economist, non meno autorevole punta di diamante del giornalismo britannico: «La Consob avrebbe dovuto sospendere formalmente la compravendita delle azioni Olivetti fino a quando non fosse stata fatta chiarezza sulla correttezza e consistenza dei bilanci. Non avrebbe dovuto permettere la continuazione della compravendita mentre il panico si allargava». E poi il giudizio più drastico: «Non è così che si gestisce una Borsa». E la Consob? Alla commissione non si nasconde l'irritazione per gli attacchi in arrivo dalla City a pochi giorni dall'audizione del presidente Berlanda in Parlamento. Ma già nei giorni scorsi la Consob ha più volte ribadito che è stato inseguito, in queste agitate settimane, l'obiettivo della trasparenza. Una sospensione di lunga durata sarebbe stata piena di insidie e guai per il mercato. Eppoi, che senso avrebbe avuto so¬ spendere i titoli Olivetti a Milano quando a Londra i titoli sarebbero stati scambiati senza alcuna difficoltà? E viene fuori il sospetto che l'Economist abbia presenti gli interessi della Borsa londinese. La battaglia, comunque, è appena agli inizi e si profila come un versante, non secondario, della lunga partita Olivetti. Le sorti della società si intrecciano sempre più con quelle dei grandi investitori e operatori internazionali. Si è fatto vivo anche l'americano Council of Institutional Investors, una sorta di Assogestioni che riunisce i grandi gestori di capitali Usa («qualcosa come un trilione di dollari..», commenta l'avvocato Dario Trevisan incaricato di seguire per conto loro il caso Olivetti). E che intenzione ha il colosso Usa? «Per ora - risponde l'av- vocato - l'approccio sarà assai diplomatico. C'interessa raccogliere informazioni e vigilare sulla correttezza dei rapporti con gli investitori». Poi si vedrà. Perla cronaca, il bollettino «Central» del Council, ove vengono raccolte le raccomandazioni e le analisi del gruppo di lavoro, è temutissimo sui mercati internazionali. Basti dire che nell'aprile 1994 pubblicò un elenco dettagliato degli stipendi e dei benefits dei numero uno Usa messi in rapporto con i risultati. Fu l'inizio della fine per John Akers, padre-padrone dell'Ibm. Ma non è, per ora, questa l'aria che tira a Ivrea dove ieri è arrivata anche l'offerta di aiuto (tecnologico e commerciale) di Microsoft. Ugo Bertone A Ivrea interrogato Edoardo Toscani dirigente della Cir Carlo De Benedetti ex presidente della Olivetti

Persone citate: Berlanda, Carlo De Benedetti, Dario Trevisan, De Benedetti, Edoardo Toscani, John Akers

Luoghi citati: Italia, Ivrea, Londra, Milano, Usa