«In classe può entrare il termine "pirla "»

Assolti gli studenti che insultarono i prof Assolti gli studenti che insultarono i prof «In classe può entrare il termine "pirla"» Igiudici: è una parola diventata comune «AncheProdi l'ha usata in un'intervista» MILANO. Gli studenti di mezza Italia esulteranno. Soprattutto quelli che abitano nel Nord e che fanno un uso comune, nel linguaggio di tutti i giorni, del termine «pirla» per rivolgersi ad amici e conoscenti. Da domani infatti potranno tranquillamente appioppare questo epiteto a tutti, anche ai loro insegnanti senza temere d'incorrere in qualche sanzione o, peggio, d'incappare, in caso di denuncia, in qualche condanna penale. A legittimare l'utilizzo dell'epiteto sono stati i giudici del tribunale dei minori di Milano, i quali hanno assolto e dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Riccardo Pietro C. e Andrea P., due studenti di un istituto superiore di un paese nell'hinterland milanese. Questi i fatti. Un anno fa, in occasione di una manifestazione studentesca organizzata all'interno dell'istituto dell'hinterland milanese per protestare contro i metodi di gestione i due giovani stavano con alcuni colleghi tenendo un'assemblea nell'aula scolastica, quando passò lì vicino l'insegnante Giorgio V. il quale si stava dirigendo verso l'esterno per raggiungere la sua autovettura parcheggiata. Gli studenti rivolsero generiche minacce e, in coro, lanciarono a più riprese alcuni epiteti ingiuriosi verso il docente, chiamandolo «pirla». Al termine della manifestazione l'insegnante dopo aver descritto alle autorità scolastiche le frasi e l'esatto svolgimento dell'aggressione verbale e dell'epiteto rivoltogli, decise di presentare contemporaneamente una denuncia alla magistratura, ritenendo lesi il suo prestigio e la dignità di docente e di pubblico ufficiale nell'esercizio delle funzioni. Al termine del dibattimento svoltosi presso il tribunale dei minori di Milano il presidente Maria Grazia Domanico ha assolto i due giovani imputati ritenendo che la parola «pirla» fa parte del linguaggio utilizzato da tutti i giovani e, accogliendo la tesi del difensore, ha stabilito che il termine rivolto all'insegnante non possa essere giudicato offensivo per l'onore e la dignità del docente stesso. «Con il termine pirla, parola molto utilizzata anche come intercalare dei giovani a Milano - si legge nel dispositivo della sentenza - ritiene comunque il collegio, così come puntualmente osservato dalla difesa, che tale espressione sia inidonea a ledere l'onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale che presti un pubblico servizio, proprio per l'uso corrente e non appropriato che ne viene fatto». Lo stesso difensore dei due giovani nella memoria depositata aveva sostenuto il buon diritto dei suoi assistiti ad utilizzare l'appellativo «pirla» ricordando tra l'altro ai giudici due recenti episodi di cronaca politica che hanno visto come protagonisti l'attuale presidente del Consiglio Romano Prodi e un leader della Lega Nord, Alessandro Patelli. In entrambi i casi, come ha ricordato il legale, i due uomini politici non hanno esitato ad autodefinirsi «pirla», senza per questo veder compromessa la propria immagine e la propria dignità personale. Il presidente del Consiglio Prodi lo aveva fatto prima delle elezioni, autodefinendosi in un'intervista «pirla» per non essersi accorto di quanto stava accadendo intorno a lui, mentre il leghista Patelli si era attribuito lo stesso appellativo, in riferimento alla vicenda dei 200 milioni giunti come tangenti nelle casse del gruppo politico di Bossi. Romolo Amicarella

Persone citate: Alessandro Patelli, Andrea P., Bossi, Giorgio V., Maria Grazia Domanico, Patelli, Romano Prodi

Luoghi citati: Italia, Milano, Riccardo Pietro C.