Perdite Iri a 2900 miliardi
L'istituto partenopeo prevede il ritorno all'utile nel '98 L'istituto partenopeo prevede il ritorno all'utile nel '98 Perdile Iri a 2900 miliardi Banco Napoli in rosso di altri 674 ROMA. I rinvìi nelle privatizzazioni soprattutto di Stet e Autostrade e la prolungata crisi delti Alitalia aggravano i conti dell'Ir! Il consiglio di amministrazione dell'istituto ha rivisto le previsioni del budget '96 e le perdite di gruppo previste a fine anno ammontano a circa 2900 miliardi. Nel '95 le perdite erano state pari a 345 miliardi. Ad ogni modo, rispetto alle previsioni formulate all'inizio di agosto di un indebitamento a fine anno di 3000 miliardi, la situazione è migliorata di oltre un centinaio di miliardi. Sul miglioramento della previsione potrebbe aver influito anche l'accelerazione data alla cessione della Seat di cui proprio ieri è stato pubblicato il bando. Rispetto al '95, però, il bilancio di quest'anno non beneficia delle plusvalenze da dismissioni. Oltre a Uva laminati piani (che aveva fruttato all'Iri anche dividendi per 374 miliardi), lo scorso anno erano stati incassati 886 miliardi per la privatizzazione della Sme e 155 per la vendita di azioni Telecom Italia e Tim. A ciò bisogna aggiungere le perdite previste per l'Alitalia. In Senato, il presidente dell'Iri, Michele Tedeschi, le aveva quantificate in circa 1200 miliardi. Resta invariata, invece, la situazione dell'indebitamento su cui pende il giudizio dell'Unione europea per l'accordo Andreat- ta-Karel Van Miert. Nell'incontro con il commissario europeo, il ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, ha ottenuto la promessa di una proroga. Secondo il presidente Tedeschi, potrebbe essere sufficiente dare tempo all'Iri fino a marzo per riequilibrare il rapporto tra debiti e patrimonio. BANCONAPOLI. E' di 674,7 miliardi la perdita del Banco di Napoli nel primo semestre del 1996. Il risultato è stato esaminato ieri dal consiglio di amministrazione della banca. La perdita è del 56,8% inferiore a quella registrata nell'analogo periodo del 1995 (quando fu di 1560,5 miliardi). La perdita dell'intero esercizio 1995 è stata invece di 3147,4 miliardi. Se¬ condo i dati che sono stati diffusi durante la conferenza stampa del presidente Giuseppe Falcone e del direttore generale Federico Pepe, gli impieghi al 30 giugno '96 si attestano a 49.029 miliardi (-25,7% rispetto al primo semestre '95) mentre la provvista è di 58.669 miliardi (-25,4%). Nei primi tre mesi dell'anno il Banco di Napoli aveva registrato una perdita di 286,3 miliardi. Alla fine del '96, secondo le previsioni, la perdita potrebbe raggiungere i 1400 miliardi. Ma, come ha fatto notare Falcone, l'andamento deve essere analizzato alla luce dell'anticipazione del processo di privatizzazione. Ecco perché nel '97 si realizzerà il pareggio (o una modesta perdita) mentre nel piano origina- rio era previsto un deficit di 400 miliardi (l'utile sarà raggiunto nel 1998). In attesa dell'asta competitiva (la valutazione da parte del Tesoro non sarà solo economica, ma di analisi complessiva di un «progetto»: in corsa, tra gli altri, ci sarebbero Ambroveneto, Mediocredito, Comit e Cariplo), il consiglio ha approvato ieri una semestrale che contiene anche alcuni elementi positivi, come ha detto Pepe. La raccolta totale da clientela si è mantenuta su valori sostanzialmente stabili situandosi a 23.443,7 miliardi contro i 23.552,4 di fine giugno '95 (meno 0,5 per cento) mentre prosegue la politica di riduzione della raccolta da banche (meno 70,3 per cento nei dodici mesi). Michele Tedeschi presidente dell'Iri
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Federico Pepe, Giuseppe Falcone, Michele Tedeschi, Pepe, Van Miert
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