«Italia e Spagna insieme in Europa»

I due premier sfidano Germania e Francia: «Ci sarà una stretta concertazione tra di noi I due premier sfidano Germania e Francia: «Ci sarà una stretta concertazione tra di noi «Italia e Spagna insieme in Europa» Prodi e Amar decisi: entreremo nel gruppo di testa ROMA DAL NOSTRO INVIATO Italia e Spagna sono decise a entrare nell'unione monetaria con il gruppo di testa. Romano Prodi e José Maria Aznar hanno sottolineato ieri la loro ferma intenzione di portare i rispettivi Paesi alla moneta unica senza ritardi. «Ci sarà una stretta concertazione tra di noi lungo il cammino verso l'unione monetaria», ha spiegato il presidente del Consiglio, «in quanto abbiamo tutti e due la volontà di far parte del nucleo forte». Da Valencia, dunque, un invito ai principali motori di quel «nucleo forte» - Francia e Germania - a non dare per scontata l'esclusione di due Paesi importanti come l'Italia e la Spagna dal primo gruppo. Ma il vertice tra Prodi e Aznar ha anche messo in risalto i limiti della concertazione possibile tra Italia e Spagna. Non si è parlato né di un coordinamento delle rispettive posizioni, né tantomeno di un'alleanza tra i due Paesi sul fronte dell'unione monetaria per controbilanciare il peso dell'asse franco-tedesco. Lo stesso Aznar ha tenuto a sottolineare che aldilà di «una logica e desiderabile» concertazione, «ogni Paese si dovrà regolare a seconda della propria situazione». Al dunque, insomma, ognuno farà per sé. E a molti questa sottolineatura del premier spagnolo è parsa comprensibile: la Spagna è infatti più vicina dell'Italia al rispetto dei parametri di Maastricht. E non è da escludere che arrivi molto vicino al pieno rispetto delle condizioni con una finanziaria «lacrime e sàngue» per il 1997. Aznar è stato molto esplicito circa la «clarisima determinación», la chiarissima determinazione della Spagna di entrare nell'unione monetaria sin dall'inizio. E ha insistito: «Il mio governo è fermamente deciso a prendere tutte le misure necessarie perché la Spagna rispetti le condizioni ed entri nella moneta unica da subito. Su questo punto la decisione è chiara e definitiva. La Spagna sarà nel gruppo di testa. E spera che anche.l'Italia lo sia». Prodi, dal canto suo, ha ribadi¬ to «la volontà» e «l'intenzione» del suo governo di portare l'Italia alla moneta unica sin dall'inizio. Ma senza la fermezza espressa dal suo collega spagnolo. E quando gli è stato chiesto se poteva sottoscrivere l'obiettivo con la stessa enfasi di Aznar, il presidente del Consiglio ha risposto: «Per quello che permette la lingua italiana io sottoscrivo quell'obiettivo con la stessa solennità». Ma al di là dei limiti linguistici invocati da Prodi, il suo tono più misurato sembrava anche il frutto di valutazioni oggettive. A prescindere dal rigore della finanziaria che il governo si appresta a presentare, l'Italia - a differenza della Spagna - non potrà in alcun modo arrivare a rispettare i parametri di Maastricht entro il 1998, quando sarà deciso chi entrerà subito a far parte dell'unione monetaria (a partire dal 1° gennaio 1999) e chi invece dovrà aspettare. Se l'Italia sarà ammessa dall'inizio, lo dovrà ad una valutazione flessibile dei parametri e dunque ad una decisione politica dei partners europei. Non solo: rispetto alla compattezza del governo spagnolo e alla sua determinazione ad affrontare i pesanti sacrifici necessari per entrare subito nell'unione monetaria, il governo italiano appare ancora incerto. Se da un lato il ministro al Tesoro Carlo Azeglio Ciampi insiste che «il nostro intendimento è quello di entrare subito e questa finanziaria è lo strumento per arrivare con il gruppo di testa alla moneta unica nel 1999», altre voci dentro e attorno all'esecutivo sono meno ferme. «Nelle tre settimane che hanno preceduto questo vertice», notava ieri El Pais, il più influente quotidiano spagnolo, «il ministro degli Esteri Lamberto Dini si è pronunciato a favore di uno slittamento dei tempi per l'entrata in vigore della moneta unica, il vicepremier Walter Veltroni ha detto che i criteri di Maastricht erano troppo severi e Prodi ha chiesto che il trattato venisse interpretato nell'ambito di una solidarietà europea». Andrea di Robilant if If if If f 'm™ma I AUSTRIA I 1,8 BEL6I0 M 2,1 DANIMARCA 1 2,1 FINLANDIA I 0,8 FRANCIA M 2,2 GERMANIA I 1,5 REGNO UNITO I 2,5 GRECIA Jjpj!ll8,5 ITALIA BB 4,0 IRLANDA I 1,8 LUSSEMB. I 1,3 OLANDA 1 1,9 P0RT0GALL0 li 3,2 SPAGNA 11 3,7 SVEZIA i l,l LMilÉl'IBEBi min