E all'uscito da Tangentopoli, tutti sui set

E all'uscito da Tangentopoli, tutti sui set POLiTSCA E SPETTACOLO Michel Noir reciterà in «Zio Vanja», Alain Carignon (ancora in carcere) riceve proposte a pioggia E all'uscito da Tangentopoli, tutti sui set Due ex ministri travolti dagli scandali imitano l'attore Tapie PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da Tangentopoli a Hollywood. Che i politici debbano essere buoni attori per far carriera non è un mistero. E che anche un attore mediocre - Ronald Reagan docet possa trovare in politica il successo negatogli dal grande schermo rientra nel novero delle possibilità. Ma la Scuola Francese ci fa scoprire un fenomeno ancora inedito: quello dell'ex ministro costretto alle dimissioni (e, perché no?, al carcere) da corruttele e scandali vari, che si lancia senza inibizioni particolari nella carriera artistica vedendosi riconoscere un insospettabile talento naturale. Il primo a rompere il ghiaccio è stato Bernard Tapie, coprotagonista insieme a Fabrice Lucchini di «Hommes, femmes: mode d'emploi» - uomini, donne: istruzioni per l'uso -, l'ultima fatica di Claude Lelouch. In sala dal 28 agosto, il film sta sbancando il botteghino. Al punto che l'ex patron di Adidas e dell'Olympique Marsiglia, nonché - sponsor Francois Mitterrand - ministro delle Banlieues nella finis regni ps, già accarezza un nuovo ruolo. Nientemeno che Guevara. E le trattative con il produttore Usa Arnon Milchan sarebbero già a buon punto. Forte dell'autorevole esempio, scende ora in lizza Michel Noir. Enfant prodige gollista, approdato al governo durante la prima coabitazione |'86-'88) fra Mitterrand e una maggioranza di centro-destra, per lunghi anni sindaco di Lione, ha dovuto cedere la poltrona all'ex premier Raymond Barre, travolto da condanne per finanziamenti illeciti. Ebbene, è il suo turno di cimentarsi con il palcoscenico. Esordirà a giorni nei panni del professor Serebiakov in «Zio Vania». Première in Alvernia, poi un'ampia tournée. Fra le tappe, Grenoble, il cui ex pruno cittadino (e a sua volta ministro, nel governo Bailadur) Alain Carignon non può accettare le numerose proposte di scrittura pervenutegli per il banale motivo che si trova tuttora in cella. Ma la determinazione mostrata lungo l'immane battaglia giudiziaria, i metodi da «Le mani sulla città» che utilizzava per attingere denaro fresco, e le doti da incassatore potrebbero essere un eccellente trampolino per il cinema. Se la classe operaia - insomma non andrà forse mai in Paradiso, quella politica transalpina parrebbe sfuggire all'inferno attrezzandolo come un set. Del resto, nella V Repubblica i temperamenti teatrali si sprecano. E gli interventi televisivi di Jean-Marie Le Pen meriterebbero in ogni caso l'Oscar. Di che intrigare gli imputati ec- celienti di Mani pulite, più precoci dei loro colleghi d'oltralpe nel ritrovarsi indagati, ma si direbbe meno intraprendenti come star virtuali. Parigi addita loro la via. E Bernard Tapie un banale ma sicuro espediente per lucrare a dovere nello show-business. Anziché esigere preventivamente un cachet - come da regola - il vulcanico businessman ha suggerito alla produzione di retribuirlo se- r condo gli incassi. Due franchi e ottanta centesimi a spettatore. Sembrava poco. Ma il boom della pellicola fa sì che il sinora spiantato Bernard, cui il Crédit Lyonnais fece pignorare sino all'ultimo comodino, si ritrovi nuovamente miliardario. Miracolo? No, mestiere. Come dice Philippe Léotard, fratello del leader Udf Frangois: «In famiglia l'attore sono io, ma il vero commediante è lui». [e. bn.] L'ex patron di Adidas è già in trattative per un secondo film nel ruolo di Che Guevara Alain Carignon e a sinistra Michel Noir Entrambi ex sindaci di grandi città ed ex ministri vogliono lanciarsi nel mondo dello spettacolo sulle orme di Bernard Tapie

Luoghi citati: Hollywood, Marsiglia, Parigi, Usa