«Libertà, égalité, frutenitè sono valori nati cristiani»

«Libertà, égalifé, fruteni ite sono valori nati cristiani» «Libertà, égalifé, fruteni ite sono valori nati cristiani» L'ARCIVESCOVO DI REIMS REIMS ONSIGNOR Gerard Defois, arcivescovo di Reims, spiega il significato che la Chiesa cattolica attribuisce alla celebrazione del battesimo di Clodoveo, domenica con il Papa. Molti si sorprendono che lo Stato laico si associ alla Chiesa per celebrare la memoria di un battesimo religioso come quello di Clodoveo, quindici secoli fa. Qual è la sua interpretazione? «Ricordiamoci, innanzitutto, che il battesimo di Clodoveo è stato la scelta di un uomo immerso in una civiltà impregnata di credenze primitive nelle divinità romane o germaniche, un uomo che conobbe dispiaceri personali e familiari e rovesci politici e militari. Si è sovente caricaturata questa conversione, come detta- ta unicamente da opportunismo. Ma facendosi cristiano, Clodoveo non correva invece dei rischi nei confronti del suo popolo? Il suo interesse tattico non era piuttosto di farsi ariano? Quello che intendiamo commemorare è innanzitutto la fedeltà a questa scelta cristiana, a dispetto di alleanze politiche incerte e di una violenza che arrivò all'eliminazione fisica degli avversari, persino all'interno della sua famiglia. Allora, ci si deve meravigliare che lo Stato laico celebri la memoria di un battesimo religioso? Io penso, al contrario, che la commemorazione sollevi ima questione che non abbiamo più osato affrontare da almeno un secolo: quella del ruolo del cristianesimo nella costituzione dell'identità francese. Nel XIX secolo, tale questione fu solleva¬ ta da una corrente monarchica bramosa di restaurazione, e perciò fu squalificata dai più come partigiana e retrograda. Ma il tempo e passato, la Chiesa francese si è separata dallo Stato e non rimette più in questione la democrazia alla quale papa Leone XIII, nel 1891, le aveva chiesto di aderire, cosa cui l'episcopato di allora si era piegato con tanta pena. 11 clima dei rapporti tra Stato e Chiesa si è rasserenato. Non è dunque tempo di tornare a riconoscere il posto del cristianesimo nella costituzione dell'identità francese?». E' il momento giusto per questa rivalutazione? C'è chi vi accusa di volervi annettere l'identità nazionale.... «Che il clima sia favorevole è una cosa che si può discutere, ma non si possono scegliere gli anniversari. A Le Bourget, nel 1980, il Papa aveva già ricordato alla Francia il suo "battesimo" ma anche la sua vocazione alla difesa dei curitti e della dignità dell'uomo. Aveva aggiunto che "Liberté, Egalité, Fratenùté" sono valori cristiani, benché gli inventori di questa formula, divenuta motto nazionale, non si riconoscessero più nella fede. Con questo voleva sottolineare che, piaccia o no, la cultura francese è erede del cristianesimo. Anche mi uomo come Voltaire, nella sua reazione alle guerre di religione, aderiva a un'antropologia ispirata al cristianesimo. E' vero che in occasione dell'anniversario del battesimo di Clodoveo certe pubblicazioni testimoniano di un tentativo di riconquista cristiana o di annessione - come lei dice - dell'identità nazionale. Ma le posso assicurare che la Chiesa di Francia non ha altre esigenze che di contribuire a una riflessione. A più riprese, in particolare al Parlamento europeo di Strasburgo nel 1988, il Papa ha dichiarato che la cultura cristiana ha contribuito insieme ad altre - quella greca, quella romana, quella celtica, quella ebraica - a formare l'anima dell'Europa. Si può dire lo stesso della Francia. Non è la Chiesa che ha fatto la Francia, ma non si può negare che la Francia sia anche prodotto di scelte politiche di uomini che erano dei credenti e, in qualche caso, dei santi». Come far coabitale, in un Paese come la Francia, i valori laici con quelli del cristianesimo? «Facendo riferimento all'uma- nesimo, come dire a un progetto per l'uomo. La Chiesa svolge il suo molo quando dimostra che al di là delle tattiche politiche, sono in causa dei valori fondamentali. Svolge il suo ruolo quando afferma che la legge morale ò più profonda della legge civile, che deve essere continuamente aggiustata. La tensione è inevitabile tra la gestione degli interessi della nazione, che è responsabilità dei governanti sotto il controllo delle assemblee, e le esigenze fondamentali che deve rappresentare la Chiesa. Ma questa tensione? è benefica. E' essa stessa fattore di progresso della legislazione e dell'etica. A quali condizioni? Lasciando il dibattito aperto in permanenza. La Chiesa ritiene che la morale non possa essere frutto dei soli sondaggi, ma Giovanni Paolo II ha sottolineato al tempo stesso che non si tratta più di applicare la legge inorale in modo verticale per trattare situazioni che oggi sono complesse e ambigue. E questo dibattito deve essere aperto alle altre tradizioni filosofiche e religiose: ai riformati,. agli ortodossi, ai non credenti, senza dimenticare l'Islam». Perché la Chiesa non riesce a capitalizzare il bisogno di religiosità che oggi si sprigiona da tutti i settori della società? «11 problema è che il cristianesimo è fondato su ima rivelazione e che il tipo eli bisogno odierno di religiosità spesso non è soddisfatto dalla proposta del Vangelo. Se si va in cerca soprattutto, data l'incertezza dei tempi, di consolazioni spirituali, le sette saranno sempre più idonee della Chiesa». Lo sforzo del Papa di rianimare le radici cristiane della Francia e di altre nazioni europee non è già fallito? «Ma il Papa non si attendeva un effetto magico dalle sue parole! Credo però che ci abbia permesso di recuperare certe prospettive storiche laddove esse erano dimenticate, in un'epoca in cui è grande la tentazione di fare "zapping" sulle impressioni dell'attualità». Henri Tìncq Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Gerard Defois, Giovanni Paolo Ii, Henri Tìncq, Leone Xiii

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Le Bourget, Strasburgo