Per il Papa crucci anche da Londra di Foto Reuterap
Per il Papa crucci anche da landra Alla vigilia della contestata visita in Francia per celebrare il battesimo di re Clodoveo Per il Papa crucci anche da landra // cardinale Hume: abolisca il celibato dei preti PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Esauste, le Clarisse di Reims sfornano ostie a ritmi industriali per raggiungere quota 160 mila. Implacabile, la tribù dei papofobi - liberi pensatori, framassoni e anarchici - medita spettacolari blitz. Timorosi di urtare la suscettibilità della laica Francia, Eliseo e Matignon giocano ai padroni di casa ma senza dar troppo nell'occhio. Furioso, Le Pen si vede estromesso dalle celebrazioni. E il Papa? A 24 ore dal suo arrivo in terra di Francia, alle preoccupazioni sanitarie e al timore di clamorosi incidenti - inclusa una torta in faccia, opera di un'organizzatissima équipe libertaria belga non nuova a «missioni impossibili» - si aggiunge il cruccio delle critiche indirette rivoltegli ieri sulle onde della «Bbc» dal cardinale britannico Basii Hume. Il primate dei cattolici d'Oltremanica suggerisce future modifiche al celibato sacerdotale. «La Chiesa perde molte persone eccellenti solo perché vogliono sposarsi» dichiara. Aggiungendo: «Il celibato non è una regola divina. Qualsiasi papa o concilio generale può modificarla». Neppure un accenno di condanna, dunque, per il vescovo scozzese Roderick Wright fuggito nei giorni scorsi con una divorziata quarantunenne, e contro il quale l'altro ieri aveva tuonato l'arcivescovo di Glasgow Thomas Winnig. Non nuovo a posizioni liberali, il card. Hume - espressosi a varie riprese e con sincerità estrema sul vuoto affettivo del sacerdozio - reitera l'auspicio di una normativa che non sacrifichi, nel prete, l'uomo. Ma al dibattito che le sue dichiarazioni non mancheranno di riaprire - e sul quale il clero francese sembrerebbe essere più possibilista della Santa Sede - presumibilmente Giovanni Paolo II opporrà la linea magisteriale del suo pontificato, ostile a significativi cambiamenti nello status di chi ha ricevuto gli ordini. In ogni caso, fonti vaticane già ricordano a Hume la lunga serie di pronunciamenti papali in materia. Il tema non è certo all'ordine del giorno della visita. Ma si può considerare che almeno implicitamente contribuisca al giudizio non troppo sfumato - «retrogrado» - che 60 francesi su 100 riserverebbero al Pontefice. E del resto, «Le Monde» non titolava ieri in prima pagina «Il malinteso persistente fra il Papa e la Francia»? Perché se Paolo VI stravedeva per cultura, lettere e teologia transalpine fino a praticare (a scorno dell'anima romana del cattolicesimo) una francofilia illuminata, Karol Wojtyla - forgiatosi in un clima politico-religioso lontano anni luce dallo screziato ed estetizzante panorama parigino - pare coriaceo al fascine della «figlia primogenita» (o «prediletta», secondo le traduzioni) della Chiesa. La sua quattro giorni fra Touraine, Bretagna e Champagne (snobbata, quindi, Parigi) dovrebbe ammorbidire le incomprensioni multiple con un Paese nel cui patrimonio genetico il cristianesimo gioca un ruolo primordiale battezzando Clodoveo, nel 496, San Remigio tenne a battesimo la Francia - ma sul quale oggi solo gli itinerari marginali o dissidenti di un mons. Gaillot o di un Abbé Pierre sembrano far presa. Il sondaggio commissionato dai vescovi sull'immagine della Chiesa tra i giovani denunciava una frattura profonda. Critiche al magistero, ma non solo. Le nuove generazioni inclusi ragazzi cattolici confessavano fra l'altro disagio dinanzi alla dottrina eucaristica della presenza reale o transustanziazione equiparandola a una simbologia cannibalica. Casi limite. E che la marea umana di Reims, ove domenica sono attesi quasi duecentomila pellegrini, sommergerà forse in un festoso abbraccio al successore di Pietro. E tuttavia, in non molti altri Paesi d'Europa e forse del mondo vedremmo ex ministri come il socialista Michel Charasse lanciare anatemi contro «un Papa ottusamente reazionario», la Gauche mugugnare perché su 100 franchi di spesa 60 li pagherà il contribuente, e il più illustre filosofo cattolico indigeno (Jean Guitton) lamentare che il Pontefice non se ne rimanga a casa. Il Papa in Francia sarà anche un buon affare (a giudicare dal boom di ninnoli religiosi e dai balconi con vista Papa affittati a tre milioni l'uno), ma per valutare il successo in termini reali occorreranno - prudenza oblige mesi. Se non anni. Enrico Benedetto Il Primate: «Troppe le vocazioni perse per questo motivo» E non condanna il vescovo scozzese fuggito con l'amante La tribù anticlericale Attesi a Reims organizza blitz duecentomila fedeli Anche Jean Guitton E lo Stato laico contesta il viaggio si unisce alla festa Una manifestazione di anarchici in Francia contro la visita del Papa e (a destra) l'arcivescovo di Westminster e massima autorità cattolica in Inghilterra, Basii Hume [FOTO REUTERAP]
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