Prodi: una risposta forte di Andrea Di Robilant

Prodi: una risposta forte Prodi: una risposta forte «La secessione? Un fallimento Era assurdo drammatizzare» VALENCIA DAL NOSTRO INVIATO «Una risposta forte, rigorosa e immediata». Dopo le parole concilianti verso Umberto Bossi all'indomani della kermesse sulla Padania indipendente, Romano Prodi toma ad usare toni decisamente più duri. E di fronte all'ipotesi che il leader della Lega tenti davvero di formare una guardia nazionale del Nord, minaccia provvedimenti severi. Ma in realtà, qui nella Spagna delle autonomie dove si è appena concluso il vertice italo-spagnolo, il presidente del Consiglio manifesta soprattutto un senso di grande soddisfazione - a tratti venato da un pizzico di auto-compiacimento per come sono andate le cose sul Po lo scorso fine settimana. E ad un giornalista spagnolo che alla fine del summit chiede a Prodi un commento sul «fracaso manifiesto)), il fallimento evidente, della manifestazione leghista, il presidente del Consiglio, che capisce abbastanza la lingua da non dover usare gli auricolari con la traduzione simultanea, risponde divertito: «Fracaso manifieslo mi sembra un'espressione molto adatta». Aggiunge: «Il modo in cui si è conclusa tutta la vicenda è stato di grandissima soddisfazione personale. Sono stato sempre assai criticato per aver preso sottogamba il problema, per averlo affrontato con calma e serenità». Ma se non si è mai preoccupato più di tanto, spiega alla stampa spagnola, è perché «il popolo italiano non desidera la secessione». E sopporta di buon grado manifestazioni come quella di domenica «perché ha un gran senso dell'umorismo». Interviene il premier spagnolo José Maria Aznar: «E' anche interesse della Spagna» che la manifestazione di Bossi per la secessione sia finita com'è finita. «Questi sono argomenti su cui non si può giocare. Non si può paragonare una legittima richiesta di maggior autonomia con una richiesta di indipendenza». E Prodi assicura: «La nostra intenzione adesso è quella di costruire un grande Stato federale. Del resto sono sempre stato federaUsta. Molto prima di Bossi». Il capitolo Bossi è davvero alle spalle? E questo progetto di una guardia civile leghista? «Ho sentito proposte di tutti i colori», dice Prodi sicuro. «E questo è l'ennesimo sasso che la Lega tira nello stagno. Certo, se sarà un corpo fuori dalla legge la nostra risposta non potrà che essere forte, rigorosa e immediata. Ma abbiamo sempre avuto un metro preciso di giudizio nel trattare questa vicenda. Molta tranquillità, molta serenità, molta attenzione: e tutto questo ci ha permesso di controllare gli eventi». Prodi non rinuncia alla tentazione di bacchettare i media italiani per la copertura a suo dire esagerata della manifestazione di domenica. «Giornali e televisioni avevano costruito un grande evento», ha spiegato ai giornalisti spagnoli, «e dunque la delusione (per la scarsa mobilitazione dei leghisti, ndr) è stata ancora più forte». Critiche neanche troppo severe, queste ultime, ma che confermano la scarsa opinione che il presidente del Consiglio nutre in questo momento verso i media italiani. Proprio durante la visita a Valencia, tra l'altro, sono rimbalzate le critiche molto più articolate di Prodi pubblicate da Famiglia cristiana. «Non sempre i giornali sono seri e obiettivi», dichiara al settimanale cattolico. «Invece di descrivere i fatti, creano notizie clamorose, titoli a nove colonne. Forse hanno dei loro interessi. Oppure riflettono gli interessi dei gruppi industriali e finanziari che li controllano». Tra i peccati più gravi segnalati dal presidente del Consiglio: quello di aver fatto credere ai lettori «che il governo era stato sconfitto da Bertinotti» sulla manovrina prima dell'estate e quello di descrivere un governo molto meno stabile di quanto in realtà non sia. I giornali, e anche la vicenda Bossi lo dimostra, «sembrano spaventati dall'idea di un governo che duri». Andrea di Robilant

Persone citate: Bertinotti, Fracaso, José Maria Aznar, Prodi, Romano Prodi, Umberto Bossi, Valencia

Luoghi citati: Spagna