L'AUTUNNO DELL'INGEGNERE

L'AUTUNNO DELL'INGEGNERE L'AUTUNNO DELL'INGEGNERE E, ROMA scappato, è scappato!», motteggiavano a metà mattinata sparuti e compiaciuti drappelli di falangisti finiani, corroborati dal bagno tricolore antileghista di domenica scorsa. «E' scappato all'estero, come Larini, come Troielli, come il peggior tangentista...», aggiungevano, felici una volta di più di poter infierire su di lui, l'Ingegnere di Ivrea, il nemico giurato di sempre, il «burattinaio» editore e orditore di ogni secolare ed occulta congiura «giudo-pluto-massonica», l'odiato industriale engagc tenuto in vita solo grazie alle prebende dei governi di Sinistra... E invece non e scappato, Carlo De Benedetti, presidente onorario e (ancora) azionista di maggio¬ ranza dell'Oliveta. Alle 11 del mattino se ne stava seduto alla sua scrivania di cristallo, chiuso nel suo ufficio di via Ciovassino, sede milanese della Gir. Rollava tra le mani nervose l'ennesimo avana, e con il figlio Rodolfo rideva a sua volta dei falsi e velenosi «boatos» romani: «Balle, voci fuori da ogni logica...». Il solito riso dell'Ingegnere, superbo, mai domo. Anzi, persino più sterzante del solito. Un modo anche questo per esorcizzare il destino, per dimostrare almeno a se stesso che no, quello che lui sta vivendo non è il malinconico, marqueziano Autunno del Patriarca... Massimo Giannini :0NTINUA A PAG. 7 PRIMA COLONNA

Persone citate: Carlo De Benedetti, Larini, Massimo Giannini, Patriarca, Sinistra, Troielli

Luoghi citati: Ivrea, Roma