Evasione fiscale, Visio cambia rotta

Fallite le indagini sui cavalli da corsa, il ministro sceglie gli «accertamenti sintetici» Fallite le indagini sui cavalli da corsa, il ministro sceglie gli «accertamenti sintetici» Evasione fiscale, Visio cambia rotta «Basta redditometri, vediamo il tenore di vita» ROMA. No, il fisco non tornerà a tormentare il contribuente chiedendogli se possiede cavalli da corsa o altre notizie strampalate. Non si tornerà al vecchio «redditometro». Però il ministro Vincenzo Visco ritiene che l'evasione dei tributi si combatta principalmente «andando a vedere il tenore di vita dei contribuenti». Inutile accanirsi sulle carte, o magari multare il bottegaio di paese che ha venduto le caramelle a un bimbo senza scontrino fiscale: occorre invece «realizzare accertamenti sintetici, lasciando al contribuente la facoltà della prova contraria». Accertamenti sintetici, accertamenti induttivi: qui infuriò dieci anni fa la battaglia dei commercianti contro l'allora ministro delle Finanze Bruno Visentini. Che dice questa categoria adesso? A caldo, è diffidente la risposta del leader della Confcommercio, Sergio Bilie: «Bisogna vedere bene che cosa il ministro ha in mente. Ma se questo tipo di strumenti sono stati abbandonati più o meno in tutti i Paesi, qualche buona ragione ci sarà. Beninteso l'evasione va combattuta, in tutti i settori dove si manifesta; ma non è questa del déjà vu la via per ottenere qualcosa». Visco non annuncia, per ora, nuove leggi. L'«accertamento sintetico - dice - già esiste nell'ordinamento, anche se occorre rivedere e affinare il meccanismo». Secondo il ministro delle Finanze, non c'è alcun bisogno di chiedere ai contribuenti, come faceva il vecchio redditometro, informazioni sulla donna di servizio e così via. No, lo Stato ha già in suo possesso, nell'una o nell'altra sua branca (catasto, registro automobilistico, Enel, Inps, e così via), le informazioni necessarie: «Basta raccoglierle e utilizzarle, le norme ci sono». Nulla di meccanico, però, come nel redditometro, in cui il possesso di un certo bene indicava per forza un certo livello di reddito. L'idea che l'evasione si combatta soprattutto indagando meglio sul tenore di vita dei contribuenti sembrerebbe abbastanza popolare tra i contribuenti stessi. Una indagine curata dal Censis per il ministero, che Visco ha presentato ieri, registra un 43,4% di consensi. Tutti gli altri suggerimenti antievasione, tranne il generico «aumentare il numero dei controlli» restano molto al di sotto. L'evasione è giudicata un problema «gravissimo» da ben il 45,6% degli intervistati e «grave» da un altro 34,5%, con una prevedibile differenza tra lavoratori dipendenti, che si dicono assai più preoccupati, e lavoratori autonomi e titolari di impresa che lo sono meno. Ma la scoperta forse più interessante a cui portano i sondaggi commissionati al Censis dal ministero è un'altra. Forse l'ondata di piena della protesta fiscale è passata, almeno nella sua versione più distruttiva. Beninteso, contro il fisco c'è molto malumore. Ma il momento peggiore ha forse coinciso con l'apogeo di «Mani pulite». Nel '92 sei contribuenti su dieci erano convinti che «la gente cerca di non pagare le tasse perché lo Stato spende male», in pratica giustificavano l'evasione. Nel '95 (data della seconda indagine) erano scesi a 4 su 10. Aumenta invece la consapevolezza razionale che per pagare di meno occorre ridimensionare lo Stato sociale Frattanto, la preparazione della manovra economica '97 moltiplica le voci su possibili novità fiscali. E' certo che ci sarà un aumento dell'Irpef, ma assicurano alle Finanze - solo per compensare l'abolizione dei contributi sanitari a carico dei lavoratori. Al netto, dunque, le buste-paga non dovrebbero cambiare. O sì, ai livelli più alti di reddito? L'accenno, di Romano Prodi prima e del ministro della Sanità Rosy Bindi poi, a «qualcosa in più» che si chiederà di pagare alle famiglie con reddito più alto, potrebbe significare appunto questo. Si tratterebbe soprattutto dei lavoratori autonomi, per i quali la «tassa sulla salute» è regressiva (in percentuale incide meno sui redditi più alti); sostituirla con un aggravio dell'Irpef, che al contrario è progressiva, farebbe pagare di più a chi più ha. Gli autonomi, dal canto loro, attendono di capire bene come sarà la riforma. Per certi aspetti l'Irep, l'imposta che sostituirà i contributi sanitari a carico delle aziende, potrebbe favorirli. Ma per altri, avverte il presidente della Confcommercio Bilie, «siamo preoccupati: le aziende commerciali sono molto indebitate sia per motivi strutturali che congiunturali, e la nuova imposta colpirà chi è indebitato». Stefano Lepri La Confcommercio è scettica: «Esperimenti già abbandonati» «L'aumento Irpef compenserà il calo dei contributi sanitari» SCONTRINI? CHI LI DÀ, CHI NO \,Ne\\a tabeWo \a Ireauenza percenhjcAe con cu\ g\'\ mterv'istaVi da\ Censis ricevono \o scortrinc^ CATEGORIA SEMPRE QvoLTAE MAI AWOCATI 173 M-- -ftA ARCHITETTI, GEOMETRIECC. U'* 30,4 INGEGNERI 18,5 44,5 37,1 MEDICI E DENTISTI 24,9 44,0 31,1 CARROZZIERIE MECCANICI 25,4 46,3 28,3 PARRUCCHIERIE BARBIERI 39,0 41,1 19,6 RISTORANTI 62,7 32,3 5,0 BAR 65,2 28,6 6,2 NEGOZIABBIGLIAMENTO 7* o 10o k i ECALZATURE /*'° ,y,y ^ NEGOZI ALIMENTARI 76,4 19,5 4,1 w Vincenzo Visco (a destraministro delle Finanz

Persone citate: Bruno Visentini, Romano Prodi, Rosy Bindi, Sergio Bilie, Stefano Lepri, Vincenzo Visco, Visco

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