Sfida all'isolamento

Sfida all'isolamento Sfida all'isolamento E9 noto che i bambini possono vivere in modo negativo l'esperienza dell'ospedalizzazione, in quanto vengono separati dalle loro figure di attaccamento e dal loro ambiente. Gli psicologi si sono perciò battuti per limitarne al massimo l'ospedalizzazione, per trasformarla day-hospital e per assicurare quando è possibile la presenza di un famigliare. Alcuni ospedali hanno anche attrezzato stanze per i giochi, la lettura, la scuola. Malgrado questi miglioramenti, i bambini che devono restare in ospedale a lungo possono sentirsi isolati, senza amici, inseriti in ritmi diversi da quelli più naturali cui è improntata la psiche infantile. Ecco allora che gli animali possono avere a questo riguardo una funzione terapeutica: non soltanto riportano nell'ambiente freddo e un po' tecnologico dell'ospedale il calore della vita e attirano la curiosità dei bambini, ma con i loro ritmi scandiscono la giornata e le stagioni reintroducendo una dimensione naturale là dove la sofferenza e la noia tendono a rendere tutto uniforme. Insomma l'animale può restituire un ritmo là dove la malattia lo ha spezzato. Certamente ci sono animali e animali e bisogna prestare attenzione a che le scelte cadano su quelli giusti. Un acquario, ad esempio, può prestarsi ad attrarre l'attenzione di un bambino per ore e così può avvenire per i piccoli abitanti di un terrario e persino per degli insetti come i bachi da seta; i bambini sono affascinati dalla varietà delle forme e dei comportamenti. Altri animali sono forse più problematici: i pulcini sono soffici e caldi ma c'è il problema di non isolarli dalla chioccia. Insomma, l'idea dell'animale è in linea di massima molto buona purché si sappiano scegliere gli animali e si indichi ai bambini come avvicinarli. Anna Oliverio Ferraris L l La psicologa Anna Oliverio Ferraris

Persone citate: Anna Oliverio Ferraris