«Case chiuse, una sconfitta»

E don Benzi: «Ai politici che le vogliono, dico di metterci le loro mogli e le loro figlie» E don Benzi: «Ai politici che le vogliono, dico di metterci le loro mogli e le loro figlie» «Case chiuse, una sconfitta» II card. Martini: impediamo la riapertura IL J'ACCUSE DSLLA CHIESA LM MILANO m argomento è scabroso, si parla di prostituzione, ma la Chiesa non manca di esprimere la propria ferma opinione, e lo fa con l'autorevolezza del cardinal Martini. «Occorre opporsi a qualsiasi atteggiamento rassegnato e addirittura legittimante la riapertura delle "case chiuse" o la creazione di "zone apposite". Non soltanto non sono proponibili a livello etico, ma di fatto finirebbero per disincentivare la lotta alla prostituzione che non scompare perché meno visibile, bensì se è delegittimata a livello della coscienza e del vivere». L'intervento dell'arcivescovo di Milano ha così incendiato, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, il già acceso dibattito svoltosi ieri mattina su iniziativa dellìsmu, la fondazione Cariplo per le iniziative e lo studio sulla multietnicità, promotrice del «comitato contro le nuove schiavitù e in difesa della dignità della donna». Presenti numerose parlamentari europee e don Oreste Benzi, il sacerdote romagnolo che da anni ha scelto i marciapiedi come sua terra di missione. Nel messaggio che ha tenuto a far pervenire al dibattito, il cardinale Martini sollecita «interventi sia sul piano legislativo a livello europeo sia dal punto di vista di sostegno e aiuto alle vittime desiderose di uscire dal traffico». Poi è andato al «cuore» del problema, senza imbarazzi e reticenze, e ha puntato l'indice contro quei «clienti» senza i quali il mercato non avrebbe tanta domanda. Il cardinale ha lanciato infatti un «forte richiamo alla responsabilità dei "dienti" in quanto alimentatori di una forma di schiavitù. Non vorremmo trovarci davanti al paradosso di cittadini che, mentre reclamano interventi repressivi della prostituzione, contribuiscono a coltivarla nei comportamenti privati». Durissimo nei confronti dei clienti anche don Benzi il quale, sulla base delle confidenze delle prostitute, denuncia che «un cliente su tre vuole il contatto senza il preservativo e poi torna dalla moglie». E quest'ultimo, il «missionario dei marciapiedi», che ne pensa della riapertura delle case chiuse e dell'allestimento di quartieri a luci rosse? «Io dico che i politici che le vogliono riaprire ci mettano le loro mogli e le loro figlie. Perché, le altre - aggiunge provocatoriamente - non sono mogli e figlie anche loro?». Quanto ai ghetti del sesso, «qualora le ipotesi allo studio da parte di un'amministrazione regionale che vorrebbe investire 500 milioni in arredo urbano per rendere piacevoli "quei momenti" si traducessero in realtà - minaccia - denuncerei la Regione subito per favoreggiamento». D'accordo sulla linea dura anche le europarlamentari presenti: «Il reato di riduzione in schiavitù - ha detto Maria Pia Colombo Svevo - è troppo generico. E' necessario parlare di "reato contro il traffico umano" e arrivare a una legislazione internazionale», [r. cri.] Da un gruppo di europarlamentari il sì alla linea dura: istituiamo il reato contro il traffico umano 11: 'if 1 Prostitute su una strada di periferia. In alto il cardinal Martini, che nel messaggio inviato al convegno di Milano, oltre a ribadire un «no» deciso all'eventualità di riaprire le case chiuse, ha ricordato che i clienti contribuiscono ad alimentare una forma di schiavitù

Persone citate: Colombo Svevo, Maria Pia, Oreste Benzi

Luoghi citati: Milano