«Torniamo a Roma, ma per poco» di Maria Grazia Bruzzone

«Torniamo a Roma, ma per poco» «Torniamo a Roma, ma per poco» Borghezio: lotteremo come ha fatto Mandela I PARLAMENTARI LEGHISTI ROMA. Parlamentari della Padania o parlamentari dello Stato italiano, anzi, «italiota» come Bossi ha definito «l'ex nostro Stato»? Insomma, dopo la solenne proclamazione dell'indipendenza padana, con tanto di inno, costituzione e sole bianco-verde al posto del tricolore, i deputati leghisti torneranno come se niente fosse a Montecitorio, a riscuotere lo stipendio in lire terrone? Alla domanda, gli amici di Bossi non si scompongono affatto. Anzi. Serissimi, si paragonano ai molti parlamentari indipendentisti d'Europa, o addirittura ai sudafricani di Nelson Mandela. «Se torneremo a Roma? Certo che torneremo. Mica abbiamo truffato le elezioni, siamo stati regolarmente eletti», risponde serafico Domenico Cornino, che è stato anche ministro dell'Agricoltura di un governo «centralista». «Siamo ambasciatori della Padania al parlamento di Roma», proclama fiero. Il parlamento che vi elargisce la paga ogni mese. «Ma noi ci finanziamo anche il nostro partito». Con le lire italiote? «Il rapporto di cambio è uno a uno, per il momento» ironizza. Ma ammette di sentirsi in una condizione provvisoria. «Provvisorio come il governo, transitorio come la nostra costituzione. Seriamente - aggiunge, cambiando tono -, non abbiamo ancora deciso il ritiro della nostra delegazione, anche se magari lo faremo. C'è tempo. Ha sentito il Bossi? Il rapporto di negoziazione è temporizzato a un anno». Neanche Mario Borghezio, l'estremista distintosi con l'amico Erminio Boso per la fantasia nell'immaginare provvedimenti verso gli immigrati, vede alcun problema. «Stiamo al parlamento di Roma come sono al parlamento di Londra i deputati scozzesi, che fanno il loro lavoro da indipendentisti. Ma non durerà molto. Abbiamo dato un anno di tempo alla terronia di decidere cosa fare, dopo di che noi sappiamo già cosa vogliamo, la nostra indipendenza, ma questo macigno che ieri abbiamo gettato nello stagno puteolente della politica italiana ha avuto il suo seguito, quindi qualcosa si metterà in movimento. Nel frattempo...». Continuerete a prendere i soldi dallo Stato italiano? «No, dicevo che ci potrà essere un passaggio graduale dalla legittimità romacentrica a quella padana». Graduale come? «Beh, attraverso vari accordi e piccole concessioni, potremo arrivare in mo¬ do guidato all'indipendenza. Come ha fatto il Sudafrica». Il Sudafrica? «Certo, noi vogliamo fare le cose per benino, come sono riusciti a fare i nostri predecessori al seguito di Mandela, anche noi vogliamo uscire da questa condizione coloniale». Intanto lo stipendio italiota corre. «Finché ci sarà solo il Parlamento italiano, faremo il nostro dovere. Però col cuore in Padania. Turandoci il naso. E ci dovremo sdoppiare, andando più spesso a Mantova. Perché il parlamento padano funzionerà a pieno ritmo per emanare i provvedimenti del territorio, e le proposte che poi porteremo a Roma». Insomma un doppio lavoro? «Proprio così. Noi siamo come certi detersivi che paghi uno e prendi due». Non batte ciglio neppure Roberto «Bob» Calderoli, il maggiore responsabile della cacciata di Irene Pivetti dal Carroccio. «Torneremo per un anno, torneremo anche perché è previsto dalla nostra costituzione che questa sia una separazione consensuale e non una rottura». Ma come farete a servire lo Stato di cui avete ammainato la bandiera? «La Lega è una cosa di- versa dalla Padania. Il suo compito è proprio premere su Roma per far sì che l'indipendenza avvenga in modo pacifico e tranquillo. Da domani poi il nostro ruolo di parlamentari sarà diverso». E cioè? «Diciamo che sarà soprattutto finalizzato a ottenere quello che abbiamo annunciato ieri». Quindi per il resto parteciperete poco? «Credo di sì. Non ci si può rendere complici di certe azioni. Da domani la Lega ha un compito: finanziariamente, favorire gli interessi del Nord, e per il resto impedire che il Nord venga preso in giro». Ma i soldi vostri sono italiani? «Non mi sembra di prendere nessun soldo dall'Italia. Con tutto quello che la Padania ha dato, ci stiamo solo tenendo un modesto anticipo». In lire italiane o padane? «Italiane, purtroppo. Ma non vedo perché dovrei avere delle remore». Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Borghezio, Bossi, Calderoli, Carroccio, Erminio Boso, Irene Pivetti, Mario Borghezio, Nelson Mandela