« Berlanda in ritardo »
IL CALVARIO iTSltTÌTOI « Berlanda in ritardo » Fumagalli: doveva muoversi prima IL GIUDIZIO DEL MERCATO SMILANO A quante Olivetti hanno in carico i nostri clienti? Nemmeno una. E sa perché?» No, dica dottor Fumagalli... «Perché da tempo si capiva che quel titolo era ad alto rischio. La crisi non è certo scoppiata con le dimissioni di De Benedetti...». Ed Ettore Fumagalli, oggi presidente di un'importante Sim, di crisi borsistiche se ne intende: ex agente di cambio, ex presidente della Borsa di Milano, ex presidente delle Borse europee, ha vissuto in prima linea tanti fattacci di Piazza Affari, dall'Ambrosiano alla Ferruzzi. Ma ora siamo al collasso... Perché la Consob permette questo gioco al massacro? Non sarebbe meglio sospendere il titolo una volta per tutte? «Alt. Una sospensione a tempo indeterminato potrebbe esser peggio. Certo, la legge consente alla Consob di prendere questo provvedimento estremo. Ma...». Ma? «Prima la commissione deve cercar di garantire la regolarità degli scambi, tentando di tutelare la trasparenza. Di qui la decisione di procedere alle sospensioni temporanee ùi attesa che si formi un prezzo di mercato oppure in attesa che vengano fomite al pubblico tutte le informazioni disponibili». Così, però, si favoriscono guadagni speculativi. O no? «Ma qui siamo tutti adulti e vaccinati. Ho già detto che la crisi Olivetti era prevedibile, che a disposizione degli investitori c'erano indicatori industriali e finanziari. Ora, ci sono interessi enormi da tutelare, e non è anormale che un titolo con un flottante così elevato e diffuso in maniera così capillare abbia sbalzi del genere...». Questo vale nel caso siano state rispettate tutte le re- Sole. Ma se ci fosse l'ombra ell'insider trading... «Allora il discorso potrebbe cambiare, è ovvio. Di fronte a informazioni precise in arrivo dalle inchieste giudiziarie o della commmissione il giudizio cambierebbe. Si parla tanto di rapporti tra aziende e investitori: qui, di fronte a certi numeri, c'è il sospetto che in passato siano state dette cose non vere. E su questo punto ci sarebbe molto da dire, anche sulla Consob». Cioè? «Si è entrati in azione, ancora una volta, quando i buoi erano scappati dalla stalla. Torniamo al punto iniziale: la crisi era prevedibile. E da tempo. Che senso ha inondare la società di richieste d'informazione solo adesso? Ecco, c'è la sensazione che l'azione della Consob, ineccepibile nei modi, sia stata tardiva nei tempi». E' in passato, quindi, che non è stata garantita la trasparenza... «E' un discorso molto delicato. All'origine c'è un vizio d'origine, una fragilità tipica del capitalismo italiano. De Benedetti è azionista importante, punto di riferimento essenziale per l'azienda e manager. Tre cose in uno. Ed è un incrocio pericoloso in certi frangenti». Perché? «Torniamo indietro di un anno, ai tempi dell'aumento di capitale. L'azienda è in condizioni difficili, i concorrenti europei perdono, nonostante abbiano di fronte sistemi statali che pagano con maggior puntualità. Un'iniezione di capitali è necessaria...». E allora? «Allora l'azionista-manager deve prendere decisioni estremamente difficili. Deve privilegiare la trasparenza ad ogni costo, magari pregiudicando la possibilità di successo dell'aumento di capitale? Oppure, prima di gettar la spugna uno cerca di fare il possibile per salvare il salvabile? Posti di lavoro, patrimo¬ nio, il futuro di tanta gente...». Ma che deve fare un azionista, a questo punto? «In certi casi prevalgono le considerazioni di carattere psicologico. E non può esser che così. Del resto, quali dati reali possiamo attenderci a breve? Promesse, piani, tutta roba che deve attendere la verifica dei mercati. E che giudizio si può dare del magazzino... In questi casi conta l'idea che il mercato si è fatto dei vertici, della qualità della gestione». Dica la verità: in America potrebbe accadere una crisi del genere? «Come no. Anche lì ci sono crisi, crack, fallimenti, insider trading e tutto il resto. Però quello è un capitalismo di ben altre tradizioni. E ben più solido», [u. b.] Da sinistra Enzo Berlanda presidente della Consob e (a fianco) Ettore Fumagalli
Persone citate: Berlanda, De Benedetti, Del Mercato, Enzo Berlanda, Ettore Fumagalli, Fumagalli
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