Biaggi vince la sua corrida personale

E' al 4° successo sulla pista catalana «Ma non parlatemi Il pilota romano torna al successo in Spagna e stacca Waldmann nel Mondiale delle 250 Biaggi vince la sua corrida personale Parte male e recupera BARCELLONA. Nel giorno in cui l'australiano Michael Doohan si conferma per la terza volta campione del mondo della classe 500 (giungendo secondo alle spalle del sorprendente spagnolo Checa), l'Italmoto ritrova il suo campione, Max Biaggi. Il romano è tornato sul podio più alto nel GP di Catalogna, 13a prova del motomondiale e, quel che più conta, ha portato a 21 i punti di vantaggio sul tedesco della Honda, Waldmann, che ieri si è dovuto accontentare del terzo posto, dietro al francese Jacque. Una dimostrazione di forza a dir poco esaltante, quella di Biaggi e della sua Aprilia, a coronamento di una weekend nel quale si è dimostrato sempre il migliore. Biaggi, infatti, sistematicamente è stato il più veloce, rifilando un secondo al giro ai rivali, in tutte le prove effettuate, libere e cronometrate, sino al warm-up di ieri mattina. Nessuno, neppure per un momento, è riuscito ad avvicinare i tempi-record stabiliti dall'Aprilia 250 e così SuperMax, ha potuto stabilire un primato decisamente importante: è l'unico pilota ad aver vinto 4 volte di seguito nel circuito catalano, la prima volta nel '92 in sella a una Honda e poi sempre con la moto italiana. La gara, poi, è stata un capolavoro: dapprima ha lasciato sfogare Jacque e al secondo giro (colpa delle gomme dure e non entrate ancora in temperatura) ha mandato il cuore in gola ai tifosi per un'escursione sull'erba all'entrata del rettilineo. Quindi ha dato inizio allo show: superato Waldmann con grande sicurezza, al quinto passaggio si è liberato anche di Jacque. Da quel momento via, per una di quelle «fughe per la vittoria» che sono state per lungo tempo il motivo conduttore delle sue corse. Un rullo compressore, Max, proprio come ai bei tempi. Quelli che, per intenderci, sembravano svaniti nell'ultimo mese, dopo il brutto passo falso sulla pista di Imola. Nel circuito del Santerno, sicuramente frastornato per le troppe voci sul rinnovo del contratto e senza feeling con la moto che non era riuscito a mettere a punto, causa la pioggia, Max era finito per terra quasi subito, riuscendo nell'impresa di riaprire un Mondiale che a giugno sembrava già chiuso. Ieri, fortunatamente, la nuova metamorfosi, con un Biaggi tranquillo e concentrato. «Bella gara, bellissima. Ma questo è davvero il mio circuito. Sento di essere a casa, mi diverto, riesco a dare il massimo - ha detto al termine della gara -. A Imola no, era andato tutto storto sin dall'inizio e mi è dispiaciuto non vincere davanti ai miei tifosi ma non avevo la moto a posto». E a chi gli ricorda che adesso la rincorsa al terzo titolo mondiale non è più in salita, ri¬ batte prontamente: «In salita magari no, ma certo non è ancora in pianura. Sento che dovrò soffrire ancora perché la Honda non si darà per vinta tanto facilmente. Però vincerlo di nuovo in Brasile, come lo scorso anno, mi farebbe davvero piacere, ma so che sarà dura, anzi durissima». In effetti gli ultimi due circuiti del motomondiale (a Rio il 6 ottobre e in Australia 15 giorni dopo) sembrano disegnati apposta per le caratteristiche della Honda che predilige piste più «nervose» e non è detto che la Casa giapponese non chieda ai suoi numerosi piloti un gioco di squadra per favorire il recupero di Waldmann: finora non 10 ha fatto perché, come spiega 11 ds dell'Aprilia, Carlo Pernat «la maggior parte dei piloti sono clienti, cioè si comprano la moto. Ognuno corre per vincere e francamente a nessuno interessano i problemi di Waldmann...». Vero. E Jacque, ieri, ne ha dato una dimostrazione lampante. Gioco di squadra o no, Biaggi è deciso a non abbassare la guardia: «Non ho intenzione di parlare di contratto ora, ma solo a cose fatte. E, se è il caso, addirittura dopo il Gran Premio del Brasile. Adesso è tempo di pensare solo al campionato». Buon segno. Detto di Max e di Doohan, occorre ricordare l'ottimo quarto posto di Cadalora, tornato finalmente nella mischia con i migliori e, purtroppo, la nona posizione di Capirossi, sempre alle prese con una Yamaha inguidabile. I rapporti con il team Rainey, poi, non sono idilliaci: Loris sceglie un tipo di regolazioni e il giorno dopo ne trova delle altre fatte dai tecnici della squadra. Di questo passo, non si può andare molto lontano. Nella 125 il giapponese dell'Aprilia, Tokudome, secondo nella classifica iridata, è riuscito a combinare un mega pasticcio. Alla prima curva del primo giro ha messo ko Rossi (Aprilia), Cecchinello, Saito (Honda) e... se stesso, porgendo il titolo su un piatto d'argento al suo connazionale Aoki, ieri 5° e a un passo dalla conferma mondiale. Rossi ha avuto parole di fuoco per il Tokudome: «Un idiota: un errore così lo capisco nel campionato Sport Production, non in un Mondiale. Ho buttato via una gara che potevo vincere, visti i tempi fatti in mattinata». A Perugini, invece, farebbe bene un viaggio a Lourdes: se non è la moto che lo appieda prima del via (Imola), è un pilota (Geissler) che lo mette fuori causa all'ultimo giro. [e. b.l E' al 4° successo sulla pista catalana «Ma non parlatemi di titolo iridato, il cammino mi pare ancora difficile» Un groviglio di corpi nella sabbia: è accaduto ieri al primo giro durante la gara delle 125; tutta colpa del giapponese Tokudome (moto nera, sulla destra), che ha coinvolto anche gli incolpevoli Rossi Cecchinello e Saito