Mentana in elicottero vince la battaglia del Po e dei tg

Mentana in elicottero vince la battaglia del Po e dei tg TIVÙ'a TIVÙ' Mentana in elicottero vince la battaglia del Po e dei tg in l'ai ra SI ha un bel dire della politica-spettacolo. In realtà, e questo in televisione si vede, a politica è sempre fatta da sigrori vagamente brezneviani congiacche grigie a tre bottoni; talwlta, per essere un po' più vicinili popolo, anche in maglione o innaniche di camicia. Quando Berlisconi si esibì col pullover blu colore che fa fine e non impetra, i media si impegnarono lotte analisi di psicologia delbigliamento. Qualche signora e là ha portato un po' di coire, vedi i capelli alla Simps( l della Fumagalli Candii o i foi ìrdini cache-col della rivetti. ;a lo spettacolo è un'altra cosa : per una volta che la politica è c tentata veramente uno spettai lo, come il Festival di Sanremi le televisioni non si sono lasche sfuggire il boccone. Che enghiotto, ghiottissimo, e permtteva una marcia di awicinamato in stile festivaliero: anticipzioni, preparazioni, previjgi e pre-gite lungo il Po in attei dell'appuntamento vero. Il Fetival di Bossi conteneva in sé almi elementi di esemplare sevplicità, ottimi per lo spettaco e per l'immaginazione: l'acqu (l'ampolla, il fiume, il cata¬ marano), l'aria (gli elicotteri), il fuoco (il rogo dei libretti dei canoni Rai, poi non consumato), la terra (la Terra dei padri). Hanno abboccato con meno entusiasmo all'esca soltanto lo «Studio aperto» di Liguori e il Tg4 di Fede, che ha introdotto il suo telegiornale con una piccola altalena tra Venezia e il Golfo Persico (dove «sta capitando qualcosa»). Gli altri si sono scatenati. Meglio di tutti, si è scatenato il Tg5 di Mentana, grazie alla trovata dell'elicottero su cui è salito Andrea Pamparana, raccontando il percorso bossiano dal Pian del Re a Chioggia. Raccontando, ma soprattutto contando i partecipanti, più o meno 70 mila. Su questa guerra delle cifre, già l'altro giorno erano d'accordo tutti i tg: sarebbe stata il cuore del problema, perché i numeri possono anche non essere oggettivi, e già Bossi andava lamentando l'acrimonia dei giornalisti cattivi, pronti a gridare alla sua disfatta. Ma il Tg di «Mitraglia», che ha fatto parlare le immagini, non ha lasciato dubbi: impressionante soprattutto il confronto tra piazza Castello a Milano e le rive del Po, mestamente spelacchiate. Tra Bossi a Venezia, Fini a Milano, Prodi sulle moto Guzzi e Scalfaro a Bari, il tema ha dilagato: al Tg5 ma anche al Tgl di Brancoli, dove sulle immagini hanno invece prevalso le parole, e non è stato un bene per lo spettatore tramortito dal monoargomento. Non ha scherzato nemmeno il Tg3 dell'Annunziata, con i suoi 23 minuti tutti dedicati all'«evento». Prima che la tre giorni cominciasse, alla Rai avevano dichiarato che sarebbero stati volutamente sottotono. Promessa non mantenuta, perché i fatti, evidentemente, non lo consentivano. A meno che per sottotono non si intenda la scelta dell'altra sera, di dare l'apertura di alcuni telegiornali Rai alla malattia del Papa e alla Bosnia, salvo poi correre ai ripari con ogni genere di servizi padani. Compresa l'invenzione di una nuova categoria professioinale, il «giornalista esperto di Nord Est», cioè l'esangue Giorgio Lago, ex direttore del Gazzettino e collaboratore di Repubblica. Assai misurato il Tg2 di Mimun, che almeno ci ha liquidati in fretta. Alessandra Co mazzi zzj

Luoghi citati: Bari, Bosnia, Chioggia, Mentana, Milano, Nord Est, Venezia