Diario, un segreto da stampare di Giorgio Calcagno

Diario, un segreto da stampare Dall'orgoglio femminile ai vicoli di Sassari, i vincitori del premio Diario, un segreto da stampare Brandelli di vita e grande storia al «Pieve S. Stefano» -=1 PIEVE SANTO STEFANO I diari, raccomanda il diret! tore di Famiglia Cristiana I non bisogna leggerti: chi li *] scrive ci mette dentro i suoi segreti e tali devono rimanere. I diari, replica Saverio Tutino, non solo bisogna leggerli, ma anche pubblicarli. Chi li scrive affida alla pagina ima testimonianza di verità, che può diventare fonte di storia. Con il direttore di Famiglia Cristiana si schierano compatti educatori e psicologi. Dalla parte di Tutino che lavora su materiale più stagionato - ci sono gli storici. E i diari lui li raccoglie con avidità, in questo piccolo centro deU'Appennino To¬ scano, li fa leggere a gente di paese e a critici di lignaggio, per poter scegliere i migliori. In 12 anni ne ha messi assieme quasi 3 mila, ben ordinati nell'archivio del Comune. Pieve Santo Stefano, nella geografia politica, è il luogo natale di Amintore Fanfani. Nella geografia culturale, è il premio destinato a diari memorie epistolari; giunto oggi alla 12a edizione. Il riconoscimento è andato quest'anno all'autobiografia della bolognese Margherita Ianelli, storia-parabola di una donna orgogliosa. Segnalato anche il testo di Costantino Congiu, storia di un orfano abbandonato nei vicoli di Sassari. Molti sono testi naif, usciti da cassepanche presumibilmente tarlate: vicende di paese, scritte nella più ostinata ignoranza di grammatica e sintassi, buone per stuzzicare la curiosità dell'etnografo o del linguista. Ma ci sono anche documenti di una esperienza umana memorabile, con brandelli di storia, vita in presa diretta, scandagli sul costume. Fra i manoscritti finalisti di quest'anno colpisce per esempio quello di Aligi Petri, ragazzo all'inizio degli Anni 20. Forse condizionato dal suo nome dannunziano, questo giovane di Sansepolcro racconta le sue avventure erotiche con un linguaggio insieme retorico e compiaciuto, da piccolo latin lover dell'Italietta: «Le due ragazze erano magnifiche nella loro passione... La penultima volta ci trattenemmo per quattro ore. Quando ci rialzammo non si stava più in piedi. Tina più volte ricadde sul mio corpo. L'ho sentita fremere e poi restare accasciata e immota di sotto le mie carezze e i miei baci. Io tutta l'ho baciata...». Senza retorica, pieno di conflitti interiori, il diario della ragazza trevigiana di buona famiglia, Luisa Rebecca, che riflette tutti i tabù dell'Italia Anni 50. Accetta di rinunciare al concorso di Miss Italia, per la opposizione dei suoi; ma non all'amore proibito per un camionista, che ha 13 anni più di lei, e la scarrozza per le campagne venete in Vespa. Lei vorrebbe arrivare al matrimonio con l'abito bianco, sennonché un giorno... «Siamo stati liberi di andare in salotto perché i miei oggi sono a Venezia. E quello che là Lidio mi ha fatto provare è qualcosa di indescrivibile. Era eccitato e mi piaceva vederlo così: mi ha accarezzato tutto il corpo, toccata nel posto dove lui solo mi conosce, io stavo perdendo le forze e mi guardava in mia certa maniera... Ma quanto bello in quei momenti». E dopo l'amore, la guerra: vista con gli occhi di chi la vive in casa, negli anni più duri; come la tredicenne Gloria Chilanti, che nel 1944 segna giorno per giorno gli avvenimenti di Roma sotto i nazisti. Il padre, Felice Chilanti, lavora al foglio clandestino Bandiera Rossa, ma anche la figlia è già scesa in campo, con un gruppo di coetanei, come staffetta. Il 21 marzo scrive 4 terribili righe: «Hanno gettato una bomba in via Rasella, sono morti 52 tedeschi. Dicono che fucileranno 520 ostaggi 10 per ogni tedesco ucciso. C'era molto panico questa sera per le strade». E il giorno dopo: «Oggi papà è dovuto fuggire due volte da qui. Da noi sono venute alle 4 del mattino le S.S. italiane. Mia madre è stata formidabile inventando una storia che nel letto accanto al suo aveva dormito il suo amante Piero abitante nel palazzo». La ragazzina è fiera della mamma, che è riuscita a strappare apprezzamenti galanti da quella soldataglia. E, da tredicenne, esulta: «Hanno promesso di telefonargli per appuntamenti futuri in amicizia... Fatt fess Es Esl». Nella pagina successiva, 23 marzo, il tono ritorna cupo: «Il babbo dorme fuori. I tedeschi hanno fatto un massacro pare che abbiano fucilato parecchie persone non sappiamo quante né chi». La piccola Gloria non poteva conoscere, in quel triste inizio di primavera, il nome delle Fosse Ardeatine. Giorgio Calcagno Le vittime delle Fosse Ardeatine

Persone citate: Amintore Fanfani, Costantino Congiu, Lidio, Luisa Rebecca, Margherita Ianelli, Saverio Tutino, Tutino

Luoghi citati: Italia, Pieve Santo Stefano, Roma, Sansepolcro, Sassari, Venezia