Generali guarda a Vienna. E la Consob a Milano

Generali guarda a Vienna. E la Consob a Milano I NOMI E GLI AFFARI Generali guarda a Vienna. E la Consob a Milano Strana, bizzarra economia. Fino a pochi giorni fa l'Italia sembrava lontana dall'Europa anni luce, la finanziaria veniva giudicata da molti, Confindustria di Giorgio Fossa in testa, una povera cosa, che avrebbe perfino spaccato il governo. Di colpo la svolta. Il severo commissario Ue Mario Monti afferma che la finanziaria va in direzione di Maastricht, il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati è certo che passerà senza problemi. La spina nel fianco di Romano Prodi, il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti, preannuncia un sostanziale disco verde e, a questo punto, sembra perfino disposto a Giorgio chiudere un Fossa occhio sulla Sergio Cofferati privatizzazione della Stet. Non basta. Il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, dà per certo un rientro della nostra moneta nello Sme entro breve. Intanto i dati della bilancia commerciale dicono che, nonostante una lira più forte, l'export continua a tirare. Al punto che il ministro del Commercio con l'Estero Augusto Fantozzi si lancia nella previsione di un attivo record a fine anno. La settimana ha portato altre buone novelle. A Milano la giunta retta da Marco Formentini ha dato il via libera alla Scala 2001, con grande soddisfazione del capo della Pirelli, Marco Tronchetti Provera. H patron di Akros, Gianmario Roveraro, è riuscito a far ap¬ provare dai soci l'aumento di capitale, grazie al valido aiuto dell'amico Calisto Tanzi. L'amministratore delegato di Montedison, Enrico Bondi, si appresta a chiudere una buona semestrale, consolandosi così della costante perdita di valore dei titoli, e perfino l'amministratore delegato della Gepi, Alessandro Franchini, annuncia un 1996 in utile, evento assolutamente storico. A Trieste, grazie al buon lavoro del presidente Antoine Bernheim, le Generali hanno riportato a casa quei quattrini da anni immobilizzati in Axa, e magari potranno rilanciare l'offerta sulla austriaca Creditanstalt. Anche se gli austriaci si dimostrano dei Augusto veri ossi du- Fantozzi Gianmario Roveraro ri. H presidente della Popolare di Milano, Francesco Cesarmi, vara il progetto di fusione con le due controllate, Agricola Milanese e Briantea. Ma adesso che i conti sono tornati in ordine, i potenti sindacati interni di piazza Meda rialzano la testa, in particolare la Fabi, già padrona della banca e oggi in minoranza. Tuttavia il toto-scommesse preconizza per Cesarmi e il direttore generale Giuseppe Grassano vittoria completa. E' un po' meno contento il patron della Banca di Roma, Cesare Geronzi. Il Tar del Lazio ha confermato la sospensione di due mesi per Romasim, decisa dal Tesoro su richie i della Consob di Enzo Borlan¬ da. Ed è un po' in ansia Gustavo Minervmi, presidente della Fondazione Banconapoli: chi si aggiudicherà all'asta l'istituto partenopeo? Forse è un po' in ansia anche Alberto Falck. Nonostante l'invito rivolto dalla società agli azionisti di non aderire all'Opa lanciata dal gruppo Tassara, molti hanno disubbidito. Per cui. la società guidata da Roniain Zaleski rischia di arrivare ad una quota superiore al 25%. E tra coloro che hanno aderito, c'è la Mittel di Giovanni Bazoli. In dirittura d'arrivo i fondi pensione, i cui decreti sono sul tavolo di Mario Bessone per il parere. Il Tesoro è riuscito a mediare tra banchieri Francesco e assicurato- Cesarini ri, e la pace è tornata. Ora la preoccupazione degli assicuratori è per la presidenza dell'Isvap, dove ha buone possibilità di arrivare l'attuale presidente vicario, Giovanni Manghetti. Ecco tornare alla ribalta una vecchia questione: quella del trasferimento a Milano della Consob, una battaglia intrapresa a suo tempo da Giancarlo Pagliarini, quando era ministro del Bilancio. La ripropone Carlo Pinardi, giovane presidente di Analysis. Questione spinosa, già sollevata e sempre respinta ma che oggi, chissà!, in tempi di decentramento potrebbe avere più fortuna. Sebbene non si veda come sia tecnicamente possibile trasferire da Roma a Milano ben 290 funzionari. Finalmente, grazie alla visita romana del commissario Cee alla concorrenza, Karel vaia Miert, per la Seat, il gioiello delle Pagine Gialle, è iniziata la trafila verso il mercato. Tuttavia, nella pancia della bella desiderata andrà una grossa spina, la Mmp. Nelle casse vuotissime della concessionaria di pubblicità, assai prodiga con alcuni giornali di cui si prende cura, stanno per arrivare 48 miliardi. Li verseranno i due azionisti: la Stet di Ernesto Pascale e la Banca di Roma, per alleviarne il rosso. Ma chi sarà mai il privato disposto a Erendersi, in ìturo, questa gatta da pelare? Valeria Ernesto Sacchi Pascale Gii Giorgio Fossa Sergio Cofferati Augusto Fantozzi Gianmario Roveraro Francesco Cesarini Giovanni Bazoli Ernesto Pascale