Kuwait, porta in faccia agli Usa

L'Emirato salvato da Bush rifiuta di ospitare 5 mila uomini del dispositivo anti-Saddam L'Emirato salvato da Bush rifiuta di ospitare 5 mila uomini del dispositivo anti-Saddam Kuwait, porta in faccia agli Usa E Clinton smentisce il capo del Pentagono NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Giornata di sparate, di precipitose «precisazioni» e di imbarazzi, quella vissuta ieri da Washington sul fronte iracheno. La sparata è stata quella di William Perry, il segretario alla Difesa che sta compiendo un viaggio nei Paesi del Golfo nel tentativo di rimettere insieme la «grande alleanza» contro Saddam Hussein che questa volta stenta a prendere corpo. Arrivato nel Barhein, Perry ha tenuto una conferenza stampa per dire che gli iracheni avevano lanciato sei nuovi missili contro gli aerei americani, inglesi e francesi impegnati nel pattugliamento della «no fly zone». Non hanno colpito i loro obiettivi, ha detto Perry, che poi ha rifiutato di rispondere a qualsiasi altra domanda, ma il significato del suo annuncio non si prestava a dubbi: il nuovo attacco americano contro l'Iraq sarebbe partito pressoché immediatamente. Che volevano dire, infatti, quei sei nuovi missili lanciati? Che l'Iraq si era rimangiato, a meno di 24 ore di distanza, ciò che aveva affermato sabato, e cioè che non avrebbe più cercato di abbattere gli aerei americani, pur continuando a considerare «illegale» il loro lavoro di pattugliamento. Washington aveva definito quell'annuncio «incoraggiante», ma allo stesso tempo aveva detto di non fidarsi e di continuare lo spiegamento di forze nella regione, aspettando la conferma dei fatti. Ebbene, l'annuncio di Perry dimostrava che i fatti, cioè il comportamento iracheno, era lontanissimo dalle parole, per cui a quel punto non c'era che da lanciare il nuovo attacco «punitivo». E invece, contrordine. Bill Clinton, interpellato al volo dai giornalisti mentre stava lasciando la Casa Bianca per un viaggio elettorale nell'Iowa, ha detto di «non poter confermare» le parole di Perry, e subito dopo un suo uomo ha definito «falsa» la denuncia del segretario alla Difesa, dicendo che forse le sue parole erano state «capite male» da quelli che lo stavano ascoltando. Di sicuro Perry doveva essere molto nervoso, mentre parlava nel Barhein. Era appena arrivato dal Kuwait, dove aveva ricevuto un colpo del tutto inaspettato: il più fedele (e si suppone riconoscente) degli alleati degli Usa, appunto l'emiro del Kuwait che grazie al lavoro di Bush e del generale Schwarzkopf era stato rimesso al suo posto cinque anni fa, aveva negato il permesso al trasferimento nel suo territorio di 5 mila soldati americani, che l'altro ieri era stato annunciato come il suggello finale allo spiegamento anti-Iraq. L'invio di quei soldati aveva già creato problemi con la Spagna, che l'altro ieri aveva pubblicamente manifestato la sua rabbia per essere stata trattata «come una colonia» dagli Stati Uniti per il fatto che non avevano chiesto il permesso di far fare scalo in territorio spagnolo agli aerei incaricati di trasportare quelle truppe, ma si erano limitati a «notificare» la loro intenzione a Madrid. La conclusione, si è scoperto ieri, è che quei soldati sono ancora nella loro base di Fort Hood, nel Texas, e nessuno sa se e quando partiranno. Ma non era stato detto, sabato, che erano già partiti? Sì, ha ammesso un portavoce del Pentagono, ma si era trattato di «un errore di comu- cheno si è rivelata priva di fondamento, le cose dovrebbero essere di nuovo a quel punto. Intanto ieri il Washington Post è tornato - senza pietà - sulla fallita operazione della Cia per abbattere Saddam Hussein. E' costata complessivamente 100 milioni di dollari e aveva come «perno» un signore di nome Ahmed Chalabi, con un passato di truffe ai danni di varie banche in Giordania. Perry: sei missili contro i nostri jet Il Presidente: non è successo nulla a vtg, a si ea trattato di «un errore di comu- Il Presidente: non è successo nulla ta pmilioni di dollari e aveva come «perno» un signore di nome Ahmed Chalabi, con un passato di truffe ai danni di varie banche in Giordania. Jet atterra sulla portaerei «Cari Vinson» e il capo del Pentagono William Perry [FOTO REI/TER] Jet atterra sulla portaerei «Cari Vinson» e il capo del Pentagono William Perry [FOTO REI/TER]